Le “missio ad gentes” si formano su richiesta dei vescovi delle diocesi a cui sono destinate e sono formate da quattro o cinque famiglie – la maggior parte delle quali con più di quattro figli –, un presbitero, un ragazzo e due donne. Tutti questi formeranno una comunità che ha la missione di dare i segni della fede che attirano gli uomini alla bellezza del Vangelo secondo le parole di Cristo: “Amatevi come io vi ho amato, in questo amore sapranno che siete miei discepoli, siate perfettamente uno e il mondo crederà “.Tra le destinazioni in Europa (40 in totale) verso cui partiranno alcune di queste famiglie, troviamo diverse città della Francia (dove ci sono sei Seminari Redemptoris Mater) come Biarritz, Bordeaux, Tolosa, Orange, Pamiers e Mulhouse, in totale più di dieci. Altri paesi in cui le famiglie andranno ad evangelizzare saranno Lussemburgo, Irlanda, Svezia, Gran Bretagna, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Germania. Inoltre Olanda, Svizzera, Cipro, Serbia, Austria, Ucraina, Russia, Kazakistan. In America le famiglie sono state chiamate in Canada, Stati Uniti, Perù e Brasile. In Asiaper India e Cina, tra gli altri. In Oceania  per Australia e Papua Nuova Guinea, mentre in Africa alcune di queste “missio ad gentes” si formeranno per Etiopia e Costa d’Avorio, oltre a Sudafrica, Guinea Equatoriale e Nigeria.
Cammino Neocatecumenale, il Papa invia 250 famiglie in missione.

Il Papa ai neocatecumenali: la Chiesa è “madre”

“La gloria mondana si manifesta quando si è importanti, ammirati, quando si hanno beni e successo. Invece la gloria di Dio si rivela sulla croce: è l’amore, che lì risplende e si diffonde. È una gloria paradossale: senza fragore, senza guadagno e senza applausi. Ma solo questa gloria rende il Vangelo fecondo”.
Così Papa Francesco ha parlato nell’udienza gli aderenti al Cammino neocatecumenale, proponendo una riflessione su tre parole: unità, gloria e mondo.
Papa Francesco ha ricordato che “la Madre Chiesa è feconda quando imita l’amore misericordioso di Dio, che si propone e mai s’impone”, e quindi “chi annuncia l’amore non può che farlo con lo stesso stile di amore”.
“La Chiesa è la nostra madre”; “non un’organizzazione che cerca adepti, o un gruppo che va avanti seguendo la logica delle sue idee, ma una Madre che trasmette la vita ricevuta da Gesù”, ha ricordato Papa Francesco in Aula Paolo VI. “Dopo il Battesimo – ha ricordato – non viviamo più come individui isolati, ma siamo diventati uomini e donne di comunione, chiamati ad essere operatori di comunione nel mondo. Perché Gesù non solo ha fondato la Chiesa per noi, ma ha fondato noi come Chiesa. La Chiesa non è uno strumento per noi, noi siamo Chiesa. Da lei siamo rinati, da lei veniamo nutriti con il Pane di vita, da lei riceviamo parole di vita, siamo perdonati e accompagnati a casa”.
E “questa è la fecondità della Chiesa”, che “si esprime attraverso il ministero e la guida dei Pastori. Anche l’istituzione è infatti un carisma, perché affonda le radici nella stessa sorgente, che è lo Spirito Santo. Lui è l’acqua viva, ma l’acqua può continuare a dare vita solo se la pianta viene ben curata e potata”. Da qui l’invito del Papa: “Dissetatevi alla fonte dell’amore, lo Spirito, e prendetevi cura, con delicatezza e rispetto, dell’intero organismo ecclesiale, specialmente delle parti più fragili, perché cresca tutto insieme, armonioso e fecondo”.
In un altro passaggio del suo discorso Papa Francesco ha invitato i neocatecumenali a custodire il loro carisma: «Custodite il vostro carisma! Come? Seguendo la via maestra: l’unità umile e obbediente». «È sempre necessario – ha aggiunto – vigilare sul carisma, purificando gli eventuali eccessi umani mediante la ricerca dell’unità con tutti e l’obbedienza alla Chiesa. Così si respira nella Chiesa e con la Chiesa; così si rimane figli docili della ‘Santa Madre Chiesa Gerarchica’ – ha rimarcato citando sant’Ignazio di Loyola –, con ‘l’animo apparecchiato e pronto’ per la missione».
Infine, l’invito all’evangelizzazione – rivolto in particolare alle famiglie del Cammino chiamate a essere missionarie ad gentes nel mondo – seminando “il primo annuncio” senza “cedere alla tentazione di trapiantare modelli acquisiti”. “Voi andate incontro a tante città, a tanti Paesi”, ha aggiunto papa Francesco “a braccio”. “Non vi sarà facile la vita in Paesi lontani, in altre culture”, ha osservato, “ma è la vostra missione, e questo lo fate per amore alla Madre Chiesa, dell’unità di questa madre feconda”.
“Mostrate ai figli – ha chiesto il Papa – lo sguardo tenero del Padre e considerate un dono le realtà che incontrerete; familiarizzate con le culture, le lingue e gli usi locali, rispettandoli e riconoscendo i semi di grazia che lo Spirito ha già sparso”. “Evangelizzare come famiglie, poi, vivendo l’unità e la semplicità, è già un annuncio di vita, una bella testimonianza, di cui vi ringrazio tanto”. E ha concluso: “Io rimango qui, ma con il cuore vado con voi”.
Avvenire 18 marzo 2016