I Frati di Assisi annunciano un nuovo incontro tra tutti i capi delle religioni del mondo ad Assisi, dal 18, al 20 settembre e propongono un decalogo contro la “terza guerra mondiale“
Padre Mauro Gambetti Custode Sacro Convento Assisi entra nel merito dei fatti di terrorismo e guerre che caratterizzano questi ultimi anni e che infiammano il pianeta e annuncia un nuovo incontro tra tutti i capi delle religioni del mondo ad Assisi, dal 18, al 20 settembre. L’evento potrebbe essere anche l’occasione del ritorno di Papa Francesco ad Assisi.
Ecco il testo integrale dell’annuncio ufficiale dell’incontro.
A ciò che sta accadendo non possiamo rispondere con il silenzio. È in atto la ‘terza guerra mondiale’ e l’Europa, colpita al cuore e sfidata ripetutamente, non può più rimanere alla finestra a guardare quello che accade nell’Asia medio orientale, in Africa o in altri paesi apparentemente lontani. Non può nemmeno limitarsi ad aggiornare programmi e convenzioni per l’accoglienza dei profughi.
Il terrorismo trasversale, infuocato dai proclami di una “guerra santa”, costringe i governi e i cittadini a prendere posizione: nascondersi come topi o uscire allo scoperto. Guerra santa? Misericordia.
Ci torna alla mente Giovanni Paolo II che nel 1986, in piena guerra fredda, convocò ad Assisi i leader mondiali delle religioni per invocare la pace nel mondo.
Guarda il video dell'incontro internazionale di pace ad Assisi 1986 con Papa Giovanni Paolo II.
Le intenzioni belligeranti di Usa e Urss furono squadernate e l’appello a far tacere le armi per un giorno si concluse con le parole attribuite a Francesco: ‘Dove è odio fa che io porti amore, dove è guerra che io porti la pace’. Dopo crollarono molti muri. Durante il conflitto tra Bosnia ed Erzegovina, nel 1993, il Papa convocò nuovamente i leader religiosi delle principali fede monoteiste. Anche qui il Santo Padre intervenne additando la via della riconciliazione. Dopo gli attacchi alle Twin Towers, cristiani e musulmani parvero voler alzare il proprio Dio a vessillo per sconfiggere l’altro, uccidendosi a vicenda. Ancora una volta il Papa, stanco e provato ma perseverante, convocava nuovamente ad Assisi tutte le religioni del mondo. Alto si levò il grido unisono di tutti i leader: ‘Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo!’ In nome di Dio ogni religione porti sulla terra giustizia e pace, perdono e vita, amore!’
Guarda il video della Giornata di Preghiera per la Pace fra i Popoli nel mondo
voluta da Papa Giovanni Paolo II ad Assisi il 24 Gennaio 2002
Quest’anno corre il trentennale di quel primo incontro e i frati francescani di Assisi, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla Diocesi, escono allo scoperto e spalancano le porte per un nuovo incontro tra i leader mondiali delle religioni. Una preghiera corale e una parola unanime, frutto di una riflessione condivisa, questa la risposta che vorremmo suscitare. Dal 18 al 20 settembre, due giorni di tavole rotonde e una giornata di preghiera. Con i leader religiosi sono invitati uomini politici, esponenti del mondo scientifico e della cultura, operatori di pace e tutti gli uomini di buona volontà. Chi vuole venga in Assisi.
Guarda il video del pellegrinaggio "della verità e della pace"
voluto da Benedetto XVI ad Assisi il 28 ottobre 2011
Insieme ci domanderemo: quali sono i principi riconosciuti da tutte le religioni per una coesistenza pacifica? Quale contributo la politica, la scienza, le culture in genere possono proporre per la definizione di un decalogo dell’umana convivenza? Davanti all’insensata violenza che imperversa, le religioni devono donare al mondo un messaggio convergente. La politica deve compiere lo sforzo di tracciare un percorso verso l’obiettivo della giustizia e della pace tra i popoli, coniugando ogni progetto con la sostenibilità ambientale.
Nelle principali piazze del mondo, da Oriente a Occidente, faremo conoscere il pensiero che scaturirà dagli incontri e dai dialoghi di Assisi. E coltiviamo un sogno: che l’Italia assurga ad esempio di integrazione delle culture, assumendo il decalogo che verrà scritto in Assisi nell’ordinamento legislativo e nei decreti attuativi. Forse, si potrà estendere tale modello agli Stati europei e poi a tutti gli Stati membri dell’Onu. Crediamo che la strada di Assisi, quella della fraternità umile tracciata da Francesco, vissuta sulla strada prima ancora che nei conventi, caratterizzata dalla “reciproca sottomissione”, sia la risposta da dare.
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