Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 19 luglio 2013

Un incontro molto atteso. Il Santo Padre i giovani e il Brasile. "Giornata Mondiale della Gioventù"

Il Papa vuole vederci chiaro...



Il tweet di Papa Francesco:
 "Molti di voi ragazzi siete già arrivati a Rio e tanti altri stanno arrivando in queste ore.
 Ci vediamo lì fra soli tre giorni"
 (19 luglio 2013) 

Il viaggio di Papa Francesco in Brasile




Un incontro molto atteso. Il Santo Padre i giovani e il Brasile

(Raymundo Damasceno Assis, Cardinale arcivescovo di Aparecida presidente della Conferenza nazionale dei vescovi brasiliani) Il Brasile vive nell’attesa della visita di Papa Francesco, che verrà nel nostro Paese per la Giornata mondiale della gioventù, in programma a Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio. È il suo primo viaggio internazionale da quando è stato eletto Pontefice quattro mesi fa. Questa circostanza è motivo sufficiente per risvegliare l’interesse di tutto il mondo, che, con gioia, accompagna i primi passi del vescovo di Roma. Il Santo Padre richiama l’attenzione soprattutto perché è il primo Papa latino-americano e anche perché ha adottato il simbolico nome di Francesco, tanto caro ai credenti e ai non credenti.
Il sorriso e la semplicità del Papa, la sua vicinanza ai poveri e il suo sistematico ricordarsi di loro nei suoi gesti e nelle sue parole fanno di lui un Pastore disposto a profondersi in zelo e amore per le sue pecore. Le sue parole, semplici e dirette, nate da un cuore pervaso da profondo fervore pastorale, raggiungono nel più profondo le persone, che s’identificano subito con esse, perché riguardano la loro vita quotidiana. La leggerezza con cui il Papa le pronuncia, senza nulla togliere alla loro chiarezza, profondità e forza, conferisce nuovo vigore alla Chiesa e fa rinascere l’entusiasmo della fede.
Con fermezza, ma senza perdere la tenerezza, Papa Francesco ha indicato i cammini per il rinnovamento delle strutture, auspicato da tempo dalla Chiesa. La sua apertura al dialogo ecumenico e interreligioso, in continuità con i suoi predecessori, ci riempie di speranza e ci fa scorgere quel consolidamento dell’unità che nasce dal rispetto e dall’amore fraterno.
A Rio de Janeiro, insieme ai giovani di tutto il mondo, avremo l’opportunità di avvicinarci ancora di più a Francesco per abbeverarci alla spiritualità che emana dai suoi gesti e dalle sue parole. Egli viene qui per «confermare i fratelli nella fede», compito dato da Cristo a Pietro, e poi affidato ai suoi successori. In modo particolare riguardo ai giovani, Francesco viene per invitarli a conformare la propria vita a Cristo, diventando suoi discepoli-missionari, nell’impegno di annunciarlo a tutte le nazioni.
La visita del Papa conferirà certamente nuovo ardore all’evangelizzazione dei giovani, che hanno meritato l’attenzione speciale della Chiesa in Brasile negli ultimi anni. Sebbene ci siano molti giovani che operano nelle nostre comunità, ci preoccupa il numero di quanti si stanno allontanando da esse. Non è che hanno smesso di credere in Dio. La fede continua a essere viva nel loro cuore, ma non sentono più il bisogno della mediazione della Chiesa per viverla e testimoniarla.
Le parole del Papa, ispirate al Vangelo di Cristo, dovranno aprire gli occhi e i cuori di quanti si sono allontanati affinché ritornino al convivio della comunità di fede.
Non passerà neppure inosservato al Papa il recente contesto politico-sociale, che ha avuto come fautori principali i giovani brasiliani. Riecheggia ancora nelle nostre orecchie il clamore delle centinaia di migliaia di giovani che, riempiendo le piazze e le strade del nostro Paese, hanno espresso la propria indignazione verso le strutture di potere e le azioni delle istituzioni che feriscono la vita e violano la dignità umana.
Le recenti manifestazioni tenutesi nel nostro Paese sono un segnale del fatto che, dinanzi alla situazione di sofferenza in cui si trovano tanti brasiliani, i giovani non si sono lasciati contaminare dalla cultura del benessere che porta all’indifferenza verso il prossimo, come il Papa ha ricordato di recente a Lampedusa, in Italia. Per lui «la globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto». Non vogliamo una gioventù alienata e indifferente!
La Chiesa respira aria nuova con il primo Papa latino-americano. Da lui ci si aspetta molto anche per la costruzione della pace nel mondo. Che la sua presenza tra il popolo brasiliano c’incoraggi nell’impegno per la fede, la solidarietà e la giustizia sociale! Benvenuto Papa Francesco!


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Trascrizione integrale del briefing del direttore della Sala stampa della Santa Sede, p. Federico Lombardi per illustrare il viaggio di Papa Francesco in Brasile
(Trascrizione della Radio Vaticana) Bene, allora: carissime colleghe, carissimi colleghi, benvenuti. Vi vedo numerosissimi, questa mattina. Siamo tutti emozionati, ci stiamo preparando a questo grande viaggio e quindi siamo già in via di studio dei programmi, di preparazione anche tecnica per quanto riguarda il nostro lavoro. Come sempre, lo scopo di questo briefing è quello di percorrere con voi molto semplicemente e ordinatamente il programma, in modo tale da cominciare ad ambientarci, e anche da parte vostra poi fare eventualmente le osservazioni o le domande che possano essere utili anche a me per servirvi meglio durante il tempo che viene di questo viaggio.Allora, come sappiamo, si tratta del primo viaggio internazionale di Papa Francesco, che ha già fatto un breve viaggio a Lampedusa, in Italia, qualche giorno fa; ma questo è il primo viaggio internazionale. Si svolge dal 22 al 29 luglio – oppure 22-28 per i brasiliani, perché parte la sera del 28 dal Brasile, e quindi 29 in quanto giorno in cui arriva a Roma e si conclude completamente il viaggio. Quindi, la prossima settimana.
E’ un viaggio in America Latina e il Papa viene dalla “fine del mondo”, dall’America Latina e quindi è un viaggio particolarmente significativo nel suo continente. Ecco, che il primo viaggio sia nel suo continente di provenienza da naturalmente un tono molto particolare di attesa e poi di partecipazione. Non è stato però lui, come sappiamo, a decidere di fare il primo viaggio in America Latina, ma è stato il suo predecessore che aveva confermato la Giornata mondiale della gioventù a Rio e aveva confermato che “il Papa” sarebbe stato presente, come in tutte le Giornate mondiali della gioventù, anche se il Papa non sarebbe stato lui. Quindi, Papa Francesco riprende – diciamo così – l’eredità di Papa Benedetto, compiendo questo viaggio. Vi ricorderete che era successa praticamente la stessa cosa per la precedente fine e cambio di pontificato, perché il primo viaggio di Benedetto XVI era stato in Germania, nella sua patria, a Colonia, per la Giornata mondiale della gioventù decisa dal suo predecessore Giovanni Paolo II. Quindi, è un simpatico parallelo di situazione.
Il viaggio era già stato deciso ma certamente il programma, che adesso percorreremo, è stato anche adattato, diciamo pure intensificato e arricchiti di ulteriori eventi con il cambio di pontificato. Il progetto che era stato fatto per Papa Benedetto era più leggero e invece con Papa Francesco si sono aggiunti alcuni elementi: tanto per fare qualche esempio, il pellegrinaggio ad Aparecida, oppure la visita alla favela, all’ospedale, l’incontro con il Comitato del Celam. Ecco, questi sono elementi che di per sé non erano in calendario nel primo progetto di viaggio, misurato più su Papa Benedetto XVI. Papa Francesco ha conservato gli stessi giorni, cioè la durata era stata prevista dal 22 al 29 anche prima del cambio di pontificato, però in questo periodo sono stati inseriti più eventi. In particolare, è stato inserito questo pellegrinaggio ad Aparecida, molto voluto da Papa Francesco, come poi vedremo tornandoci su nel corso del programma, e che quindi occupa un giorno, praticamente, che invece avrebbe potuto essere di riposo in una bozza precedente di programma.
Papi in Brasile: bè, basta riguardarsi l’elenco dei viaggi internazionali dei Papi. Giovanni Paolo II c’è stato quattro volte: tre per viaggi consistenti e una quarta solo per una tappa di atterraggio, andando verso l’Argentina, quando andò in Argentina nel 1982. Quindi, sostanzialmente tre viaggi importanti di Giovanni Paolo II, e un viaggio importante – come ricorderemo – di Benedetto XVI per la Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano ad Aparecida, appunto, e per la canonizzazione di San Frei Galvão a San Paolo, e la Fazenda da Esperança, come anche si ricorderà chi ha seguito quel viaggio. Quindi, tre viaggi importanti di Giovanni Paolo II più una tappa di Giovanni Paolo II, un viaggio importante di Benedetto XVI, e ora il primo viaggio di Papa Francesco, il terzo Papa che va in Brasile.
Il Papa è stato, naturalmente, invitato dai vescovi organizzatori e promotori della Giornata mondiale della gioventù, mons. Orani Tempesta, che è l’arcivescovo di Rio de Janeiro, e quindi è un po’ protagonista dell’organizzazione della Giornata; il cardinale Damasceno Assis, che è il presidente della Conferenza episcopale del Brasile, e naturalmente anche dalla presidente Dilma Roussef, che era venuta qui per l’inaugurazione del Pontificato, per la celebrazione dell’inaugurazione del Pontificato, e aveva visitato il Papa il giorno seguente invitandolo esplicitamente ad andare in Brasile. Quindi, aveva fatto l’invito ufficiale anche a Papa Francesco, appena entrato nella sua carica. E Papa Francesco aveva confermato immediatamente, diciamo pochi giorni dopo la sua elezione, che avrebbe fatto questo viaggio per la Giornata mondiale della gioventù, e quindi ha permesso a tutta l’organizzazione di muoversi speditamente senza incertezze.
Per quanto riguarda le Giornate mondiali della gioventù, non avete bisogno che vi ricordi io, adesso: potete trovare facilmente la lista dei luoghi, degli anni, dei tempi e così via. Sappiamo che sono eventi importantissimi nella vita della Chiesa; l’idea, l’origine è con il Pontificato di Giovanni Paolo II e sono incontri della gioventù del mondo con il Papa. Quindi, non si può pensare la Giornata mondiale della gioventù senza la presenza del Papa: è proprio uno degli elementi fondamentali di questo evento stesso.
Sulla situazione del Brasile io non ho bisogno di intrattenermi: avete fondi e conoscenze più che sufficienti al di fuori del mio briefing.
Naturalmente, sappiamo che c’è questa situazione nelle ultime settimane, negli ultimi tempi, anche con delle agitazioni, con delle manifestazioni. Molti si domanderanno se ce ne saranno anche in occasione della visita del Papa: lo vedremo. Noi abbiamo totale fiducia, come sempre, anche nella capacità da parte delle autorità di gestire autorevolmente e bene le situazioni, e quindi andiamo con totale serenità, sapendo che queste manifestazioni non hanno nulla di specifico nei confronti del Papa e della Chiesa. Quindi, andiamo con molta serenità incontro a questa visita in Brasile, sicuri che sarà una bellissima occasione.
Per quanto riguarda il nostro viaggio: si parte il 22 mattina, si parte da Fiumicino, come abbiamo avuto modo di ricordare nei giorni scorsi. Si parte da Fiumicino perché il Papa risiede in Vaticano ed è normale che quando il Papa parte dal Vaticano vada a Fiumicino. Partiva da Ciampino quando scendeva da Castel Gandolfo, ma il caso non è e quindi si parte normalmente da Fiumicino, mentre si torna poi – come è abituale – a Ciampino per facilitare poi il ritorno senza disturbare il funzionamento dell’aeroporto di Fiumicino. Quindi, lo schema è assolutamente normale. Il seguito che accompagna il Papa sull’aereo è quello abituale, come struttura: c’è il segretario di Stato, il cardinale Bertone, c’è il sostituto, mons. Becciu, ci sono nel seguito papale e nel volo due altri cardinali che sono il cardinale Ouellet, ma non tanto nella qualità di prefetto dei Vescovi – anche se là incontrerà un migliaio di vescovi, quindi sarebbe anche un buon titolo – però è più con il titolo di presidente della Cal, cioè della Commissione per l’America Latina, che è uno degli organismi della Curia che riguarda l’attenzione all’America Latina di cui è, appunto, presidente il cardinale Ouellet; e il cardinale Braz de Aviz, che è prefetto della Congregazione per i religiosi e gli istituti di vita consacrata, che è attualmente l’unico cardinale brasiliano in funzione in Curia. Poi ci sono gli altri membri normali del seguito, che sono i cerimonieri, gli incaricati della comunicazione, gli incaricati della Gendarmeria, gli incaricati della Guardia Svizzera, e così via. Il dottore, eccetera. Ma questo è ordinario. Al seguito, durante la permanenza in Brasile, si uniscono – come spesso avviene in occasione di viaggi – altre persone. In questo caso, saranno in particolare l’arcivescovo di Rio de Janeiro, naturalmente, e il presidente della Conferenza episcopale, quindi mons. Tempesta e il cardinale Damasceno Assis. Poi, ci saranno i responsabili del Consiglio dei Laici, il cardinale Rylko, e mons. Clemens, perché loro sono un po’ i responsabili delle Giornate mondiali della gioventù, dal punto di vista della Curia; e il nunzio con i suoi stretti collaboratori. Ecco, questo è uno schema abbastanza ordinario: il nunzio è mons. Giovanni d’Aniello, attualmente.
Durante il viaggio, mi chiederete, se c’è l’incontro con il Santo Padre. Allora, l’incontro c’è, però il Papa mi ha detto che voleva farlo in un modo differente, quindi non abbiamo lo schema domande-risposte classico, quindi io non vi chiedo oggi di presentarmi domande da porre al Santo Padre. Verrà in mezzo ai giornalisti, lo saluteremo, ci saluterà; mi ha detto che ha intenzione di salutarli tutti e quindi se sarà lì e voi passerete, oppure se passerà in mezzo, questo lo vedremo, lo lasceremo decidere a lui. Comunque, sarà certamente un bell’incontro, anche ampio, cordiale, però non con la formula dell’intervista preparata, diciamo così, delle domande e risposte; ma intende fermarsi per tutto il tempo utile per incontrarvi e conoscervi. Quindi, sapete che l’incontro con il Papa è previsto ma non con la formula precedentemente in uso dell’intervista preparata.
Il Brasile ci porta una differenza di cinque ore, quindi preparatevi anche gli orologi, i vostri vari … ci metteremo tutto il tempo per capire che ora è dall’altra parte … comunque, cinque ore di differenza.
L’arrivo del primo giorno, l’arrivo in Brasile, è previsto nel pomeriggio alle 16 – mi sembra – del Brasile; all’aeroporto c’è un’accoglienza ma non è proprio la cerimonia d’accoglienza nella sua completezza. C’è un’accoglienza del Papa che arriva e sarà presente la signora presidente: la signora Roussef ha assicurato che verrà anche all’aeroporto ad accogliere il Santo Padre, e naturalmente anche le principali autorità ecclesiastiche. Però, lì non c’è un discorso perché ci si sposta rapidamente al Palazzo di Guanabara, che è sede del governo dello Stato di Rio de Janeiro, e lì avviene la cerimonia di benvenuto nel senso più ampio e classico, nel giardino del Palazzo di Guanabara, con discorso della signora presidente e del Papa – saluto e presentazione delle delegazioni – e poi l’incontro privato tra il Papa e la signora presidente e anche poi i brevi incontri con il governatore dello Stato di Rio de Janeiro e con il sindaco della città. Ecco: il Brasile è uno Stato federale, quindi ci sono i tre livelli: c’è la municipalità, c’è lo Stato di Rio de Janeiro e poi c’è il governo federale. Quindi, ci sono le autorità di tutti e tre i livelli che salutano il Santo Padre.
Per gli spostamenti del Papa nella città si usa macchina coperta per certi tratti – magari quelli più lunghi – e poi però ci sono ampi tratti, invece, in macchina scoperta. La macchina scoperta è la jeep che usa normalmente qui, nella piazza di San Pietro e che abbiamo sempre visto in tutte le udienze generali e così via. Ne sono state portate due: qualcuno dice, perché una bianca e una verde? Bè, perché quella verde è la riserva, se ce ne fosse bisogno, ma non c’è un motivo particolare. Quindi: sono due jeep Mercedes trasportate in Basile come macchine panoramiche aperte con cui il Papa si sposta nei tratti in cui si usa la macchina aperta, e possono essere una riserva dell’altra, come è logico; oppure, se c’è bisogno di portarne una da una parte e l’altra dall’altra … Nel pomeriggio, dopo la visita al Palazzo di Guanabara e la cerimonia di accoglienza, abbiamo il trasferimento alla residenza dove starà il Papa in questo periodo, che si chiama Sumaré: è un centro dove vi sono diverse realtà della diocesi di Rio de Janeiro, c’è anche una residenza, c’è un centro studi, insomma, è una cittadella, un luogo con diversi edifici, che si trova su una collina a 400 metri d’altezza, però vicina alla città. I trasferimenti sono di 7-8 chilometri da Guanabara a Sumaré. Dovete ricordare che normalmente il Papa, quando è all’estero, sta nella nunziatura, se c’è la nunziatura nella città nella quale va; ma qui siamo a Rio de Janiero, che non è la capitale, quindi la nunziatura si trova a Brasilia, qui non c’è una nunziatura, e allora si va in questo centro che è stato anche in passato la residenza di Giovanni Paolo II quando ha fatto i suoi viaggi in Brasile e stava a Rio de Janeiro. Quindi, già due volte Giovanni Paolo II era stato esattamente in questo posto; anche il cardinale Eugênio de Araújo Sales stava lì, negli ultimi anni … E’, insomma, un luogo molto utilizzato per le attività della diocesi. Anche il seguito starà lì. E la presenza del Papa in questo luogo, un po’ fuori dal centro della città, facilita anche, diciamo che non da problemi di traffico o altro, di organizzazione, dal punto di vista della città. E’ un posto anche con vegetazione, quindi può essere distensivo anche per il giorno in cui il Papa farà il suo giorno di riposo: perché il giorno successivo, il martedì, il Papa non ha attività pubblica di nessun genere, quindi è un giorno in cui lui rimane a Sumaré e si prepara ulteriormente, ma è libero da impegno.
Ecco, martedì – come abbiamo appena detto – il Papa non ha impegni. Ci sono eventi interessanti per voi, ma ci sono due cose che si possono ricordare. Se ho ben capito, all’inizio, nella mattina, c’è un incontro al Corcovado delle autorità con il cardinale segretario di Stato e il seguito, in cui gli offrono la medaglia commemorativa: insomma, un incontro tra le autorità e il cardinale segretario di Stato al Corcovado, dove c’è la statua del Cristo Redentore. Poi, nel pomeriggio, c’è già il grande avvenimento, però senza la presenza del Papa, che è la Santa Messa di apertura della Giornata mondiale della gioventù. Anche in passato, come ricorderete, sempre questa Messa di apertura è avvenuta senza la presenza, la partecipazione del Santo Padre, ma con la presidenza dell’arcivescovo della città e la partecipazione del cardinale Rylko. Quindi, avremo mons. Tempesta, il cardinale Rylko e i giovani per questa Messa di apertura che avviene a Copacabana, che è uno dei luoghi dove ci saranno diversi avvenimento nella città di Rio de Janeiro.
Il mercoledì, invece, incomincia proprio il programma intenso del Santo Padre, ed è dedicato principalmente a questo pellegrinaggio ad Aparecida, fortemente voluto dal Santo Padre sia per motivo di devozione mariana personale – sappiamo che Aparecida è un grande santuario mariano, visitato da milioni di fedeli ogni anno; per i brasiliani è il santuario nazionale, è importantissimo; e sappiamo anche che aveva avuto luogo presso questo santuario la grande assemblea dell’episcopato latinoamericano che ha dato luogo al documento di Aparecida la cui redazione è stata guidata proprio dall’allora cardinale Bergoglio al termine della Conferenza di Aparecida. Quindi, direi, c’è un motivo di devozione personale e anche di collegamento, credo, di questo viaggio a quel grande evento e al suo messaggio. Infatti, io – se vi devo suggerire qualche lettura o qualche preparazione – vi direi, andatevi a vedere il Documento di Aparecida, è qualcosa che il Papa ha molto presente – evidentemente – perché ha avuto parte determinante nella sua redazione, e quindi certamente esprime molto anche le sue prospettive sulla missionarietà della Chiesa nel nostro tempo e nel continente latinoamericano. E, come avete saputo, ogni volta che un presidente dell’America Latina viene a visitare il Santo Padre, il Santo Padre alla fine gli da una buona lettura dandogli il Documento di Aparecida e suggerendogli di leggerlo durante il viaggio di ritorno. Quindi, è un documento a cui il Santo Padre da una notevole importanza e un notevole significato e quindi vi consiglio, per ambientarvi, di riprenderlo un poco in mano, di vedere di che cosa si trattava. C’è anche una versione italiana curata dalla Commissione per l’America Latina – un bel volumone; naturalmente, c’è la versione spagnola che ha avuto già molte edizioni; penso che ne esista anche una in portoghese, io però non ce l’ho: io ho quella italiana e quella spagnola.
Bene, allora, il Papa va ad Aparecida, la mattina, in elicottero; arriva ad Aparecida verso le 9.30, si sposta direttamente alla Basilica e va alla cappella del Santuario, dove è conservata l’immagine della Madonna di Aparecida. La storia di questa immagine è bellissima, credo che molti di voi già la conoscano, ma vale la pena andare a rileggerla: i tre pescatori che nel fiume trovano, pescando, la statua rotta, però: prima viene su il pezzo principale poi dopo, rilanciano le reti, e viene la testa … Quindi, è una Madonna nera, spezzata e questo si riferisce probabilmente anche al tempo della schiavitù e delle vite delle persone che soffrono … Quindi, è una storia molto bella che vale la pena di essere riletta e capita nella sua intensità e che dice poi anche il perché di questa grande devozione popolare. Ricordatevi che, appunto, Papa Francesco alla devozione popolare, alla religiosità popolare – anche nel Documento di Aparecida, ma anche nella sua storia precedente in Argentina – ha sempre dedicato una grandissima importanza. Quindi, la devozione alla Madonna che a questa tradizione credo che sia particolarmente espressiva anche di questa dimensione della sua spiritualità e della sua pastorale.
Allora, la prima cosa che il Papa fa è andare a fare le sue devozioni e la preghiera davanti alla statua della Madonna nella cappella dove è conservata. C’è una bella preghiera che voi trovate nel messale, in portoghese, che però è la preghiera che fanno ad Aparecida: non è una preghiera speciale, originale, fatta dal Papa, ma è una bella preghiera, vale la pena di essere vista e meditata. E poi, si sposta nella grandissima Aula della Basilica per la celebrazione della Messa. Qualcuno si domanda perché è una Messa celebrata all’interno e non all’esterno e così via: questo è dovuto proprio un po’ all’impostazione che questo era e rimane un atto di devozione personale del Papa, non è un’altra tappa del viaggio in Brasile per le moltitudini, insomma. Il viaggio in Brasile rimane centrato su Rio: è lì che il Papa incontra i grandi numeri delle persone che vengono; ad Aparecida va per una devozione alla Madonna, così amata dai Brasiliani e da lui. Per questo, anche se certamente la Basilica sarà piena e forse ci sarà anche gente fuori, la Messa però si celebra all’interno della Basilica. Alla fine, il Papa va su un balcone per salutare anche le persone che siano rimaste eventualmente all’esterno. Alla fine della Messa, anche, c’è di nuovo una bella preghiera alla Madonna, che trovate anche questa sul Messale. Il Papa ha voluto dare a questa visita alla Madonna di Aparecida anche il significato di preghiera per la Giornata mondiale della gioventù, per i giovani che incontrerà, e anche per il suo pontificato. Quindi, una specie di consacrazione, di offerta di sé alla Madonna ma domandando la sua protezione per la Gmg e per il pontificato che sta iniziando.
Poi, il Papa si sposta al Seminario “Bom Jesus”, che si trova vicinissimo alla Basilica e lì anche era stato Benedetto XVI. Lì c’è il pranzo con i vescovi della Regione di Aparecida con altre persone che possano esserci; saluta un po’ di persone e così via. E poi, dopo avere fatto un momento di sosta, riparte in elicottero per ritornare a Rio. Attenzione, appunto: siccome questo è un atto di devozione personale, tutti i vescovi della Giornata mondiale della gioventù rimangono a Rio e fanno le loro catechesi: questo è già un giorno, essendoci già stata la Messa di apertura della Giornata mondiale della gioventù, è già un giorno di attività delle Giornate mondiali che, come sapete, hanno come base durante le mattinate le catechesi fatte dai vescovi che sono venuti apposta, e le fanno in tanti diversi luoghi della città. Su questo potrete informarvi, ma ci sono almeno 300 luoghi diversi nei quali avvengono le catechesi, nelle diverse lingue, e quindi i vescovi devono stare lì a fare questo servizio: non vengono ad Aparecida al seguito del Papa.
Il Papa torna a Rio nel pomeriggio in elicottero, come dicevamo, e alle cinque e mezza arriva a Rio e va direttamente ad un ospedale: l’ospedale São Francisco de Assis na Providência de Deus, un ospedale del venerabile Ordine Terziario francescano, che è un ospedale che si cura in particolare di giovani, di indigenti e anche di persone che sono dipendenti da droghe e da alcol. Quindi, diciamo che non è un ospedale normale, ma è un ospedale specializzato appunto per i poveri e per le persone dipendenti da droghe e da alcol. E quindi questa visita ha un significato simbolico, non solo per quelli che sono presenti in quell’ospedale, ma anche per le altre comunità, le altre istituzioni e tutte le persone che operano in questo campo; e se ho capito saranno rappresentate, saranno presenti diverse persone che operano in questo campo, tra cui Frei Hans della Fazenda da Esperança dove era stato Benedetto XVI che opera, appunto, in un campo analogo. Il Papa va alla cappella e poi dopo si sposta nel cortile: nel cortile ci sono alcuni saluti, alcuni indirizzi rivolti a lui e poi il suo discorso. Insisto: è gestito da Francescani ma simbolicamente è un atto che vuole guardare a tutte le istituzioni che operano con i poveri e con gli emarginati, in particolare anche con persone dipendenti. Con questo si conclude la giornata del mercoledì che, come vedere, è già piuttosto piena.
Giovedì mattina, che cosa succede? Giovedì mattina, il Papa va al Palazzo di Città, cioè alla sede del municipio della città di Rio de Janeiro. Arriva verso le 9.45 e lì gli vengono consegnate le chiavi della città, naturalmente in modo simbolico, e poi benedice le bandiere olimpiche. Come sapete, il Brasile in questi anni fa grandi eventi, grandi manifestazioni: c’è stata la Confederation Cup nelle settimane passate; c’è la Giornata mondiale della gioventù, ci sarà la Coppa del mondo di calcio e ci saranno poi le Olimpiadi e per questo, appunto, vengono benedette le bandiere dei giochi olimpici e para-olimpici, quelli che poi seguono per i meno validi. Ci saranno presenti sportivi, atleti, in particolare giovani, brasiliani, in rappresentanza del mondo dello sport. Quindi, c’è anche questo atto di attenzione al mondo dello sport.
Dopo di questo, il Papa si trasferisce alla Comunità di Varginha, che sarebbe una favela, come noi usiamo dire normalmente. Potete leggere nei vari repertori di informazioni, informazioni su Varginha. E’ una favela, credo, abbastanza piccola: si parla di 1.500, qualcuno dice 2.500 abitanti, non è facile contarli, credo, in quelle situazioni. Comunque è una favela di dimensioni relativamente piccole, una delle molte che si trovano inserite nel tessuto della città di Rio e delle città brasiliane. E’ considerata “resa sicura”, cioè che sono state fatte operazioni per eliminare la presenza di armi e di droghe, che a volte si trovano in queste zone delle città, e quindi una vita pacifica. Il Papa si reca alla chiesa e nella chiesa benedice l’altare: quindi c’è anche una preghiera specifica prevista per la benedizione dell’altare e del nuovo ambone della chiesa di questa comunità. E poi, si sposta a piedi all’interno di Varginha. Durante l’itinerario mi dicono che è previsto che entri in una abitazione, incontri brevemente una famiglia. Poi continua il suo itinerario fino al campo di calcio dove c’è l’incontro con la comunità e il discorso del Papa e le offerte di doni da parte dei bambini e delle persone della comunità al Papa. Se volete ricordare il precedente: non è il primo Papa che va a Rio in una favela. Anche Giovanni Paolo II era stato alla favela Vidigal, in uno dei suoi viaggi in Brasile. Quindi, è un atto che già Giovanni Paolo II aveva compiuto: forse può essere utile andare a riprenderlo e a ricordarlo per ricollegarsi in continuità con questa presenza dei Papi anche nel mondo dei poveri.
Poi c’è il ritorno a Sumaré e nel pomeriggio c’è la festa di accoglienza dei giovani a Copacabana, quindi il primo grande incontro del Papa con i giovani della Giornata mondiale della gioventù. Questo è, secondo tradizione, questa festa di accoglienza del Papa da parte dei giovani che sono già arrivati sul posto della Giornata, che hanno già incominciato le loro catechesi e accolgono il Papa che arriva. Ecco, questo avviene – come già la Messa di apertura delle Giornate – a Copacabana dove è stato allestito un grande palco a uno degli estremi della lunga falce di spiaggia, di costa che costituisce Copacabana. Io ci sono stato tanti di quegli anni fa che non mi ricordo più bene com’è fatta, ma mi dicono che il Papa arriva ad un termine, cioè c’è come una falce di luna che ha poi naturalmente un inizio a Sud e un altro a Nord: ecco, il Papa arriva da una parte, e da lì, sull’auto, percorre tutto l’itinerario che è lungo, e giunge all’altra parte dove c’è il palco. Quindi, c’è un lungo itinerario sull’auto scoperta in mezzo ai giovani che sono distribuiti lungo la costa e arriva al palco dove avviene, dove sta lui durante la festa di accoglienza. Potete guardare nei vostri repertori come è fatto il palco: dev’essere una cosa particolarmente curata e interessante e ben fatta.
Nella festa di accoglienza, ci sono degli interventi dei giovani, naturalmente; qui si dice che rappresentano la vita quotidiana della Cidade maravilhosa. Cinque giovani che rappresentano i cinque continenti salutano l’arrivo di Papa Francesco. Poi c’è il saluto dell’arcivescovo, il saluto del Papa e la lettura e il discorso del Papa. Non si tratta di una Messa: si tratta di una festa di accoglienza anche con lettura della Parola di Dio, ma non è una celebrazione della Messa. C’è quindi la lettura, poi ci sarà la preghiera dei fedeli, il Padre Nostro e la benedizione, ma non è una Messa.
Quanti saranno, noi non lo sappiamo: lo vedremo a Rio, li conteremo … Comunque, Copacabana è in grado di accogliere molte persone: si dice che sia in grado di accogliere fino ad un milione, qualora ci sia necessità. Vediamo quando siamo là. Faremo le nostre valutazioni.
Abbiamo fatto il giorno di giovedì. Ecco, veniamo allora a venerdì mattina. Venerdì mattina la giornata incomincia con le confessioni. Il Papa si reca in una località che si chiama “Quinta da Boa Vista”, dove sono stati organizzati i luoghi per le confessioni. Sono cento confessionali che rimangono in funzione durante tutti i giorni della Giornata mondiale della gioventù; sono anche fatti in un modo particolare: sembra che siano ispirati alla sagoma del Corcovado, con in cima la croce di Gesù, quindi una cosa ben fatta. In questo luogo c’è anche una fiera vocazionale, cioè il luogo in cui congregazioni religiose, istituzioni e così via presentano se stesse ai giovani con degli stand, con delle attività e quindi è uno dei luoghi frequentati dai giovani nel corso delle tre giornate. Il Papa, però, si dedica qui alla confessione ed è previsto – almeno così, come preparazione – che confessi cinque ragazzi che sono stati sorteggiati e che possono esprimersi in portoghese, spagnolo o italiano, perché sono le lingue in cui il Papa dialoga più facilmente ed efficacemente. Per cultura, se ben ricordo, il Papa ha confessato – da Papa, prima ha confessato tante volte, evidentemente – quando ha fatto la visita in parrocchia: c’è stato un giorno [domenica 26 maggio 2013, parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Roma] che il Papa ha fatto una visita in parrocchia. Allora aveva confessato sette-otto persone nel tempo prima della Messa: quindi, non è la prima volta che il Papa confessa e questa volta lo fa con i giovani. Ricorderete che Benedetto XVI ha fatto la stessa cosa a Madrid, e quindi anche questa non è una prima assoluta, è una continuità con quello che aveva fatto Benedetto XVI, mentre Giovanni Paolo II lo ha fatto diverse volte in varie occasioni, anche qui nella Basilica di San Pietro. Dopo le confessioni, il Papa si sposta all’arcivescovado, al Palazzo arcivescovile e qui, verso le 11.30, ci sono diversi piccoli eventi in sequenza. Il primo è l’incontro con cinque giovani detenuti: il Papa, come sapete, ci tiene anche alla pastorale carceraria, all’incontro con i giovani, all’attenzione ai giovani detenuti. Qui era stato a Casal del Marmo [28 marzo 2013]: ecco, allora cinque giovani detenuti sono accompagnati all’arcivescovado e incontrano il Santo Padre, naturalmente in modo privato. Poi, il Papa e l’arcivescovo si recano nella cappella, salutano le suore, le persone della residenza e poi vanno al balcone centrale del Palazzo arcivescovile per la recita dell’Angelus Domini: quindi in pubblico, dal balcone, davanti c’è la piazza e poi ci sono le strade vicine, ci saranno certamente migliaia di persone che assistono a questa recita dell’Angelus alle ore 12, dal balcone dell’arcivescovado. Poi, il Papa rientra nel Palazzo, saluta il Comitato organizzatore delle Giornate mondiali e fa il famoso pranzo con i giovani: ecco, questo è un altro degli appuntamenti classici delle Giornate mondiali della gioventù, che ben ricorderete. Quindi, ci sono 12 giovani, metà ragazzi e metà ragazze; cinque coppie rappresentano i diversi continenti e una il Paese ospitante. Quindi, ci saranno un ragazzo e una ragazza dell’Oceania, dell’Europa e così via e due del Brasile. E’ privato, questo pranzo, cioè ci sono solo i giovani, l’arcivescovo e il Santo Padre. Quindi, non è una cosa che avvenga in pubblico o che venga trasmessa: è un momento molto semplice, spontaneo, gioioso. E poi, noi prevediamo di fare il briefing, quel giorno, dopo il pranzo e, come abbiamo fatto a Madrid, forse anche qualche altra volta, speriamo di poterlo fare portando con noi anche alcuni di questi giovani che possano dare qualche testimonianza o qualche informazione del loro incontro personale con il Santo Padre. Questo vediamo lì, se si riesce ad organizzarlo, ma è quello che noi cercheremo di fare, come abbiamo fatto anche in passato.

Nel pomeriggio, siccome siamo al venerdì, è il pomeriggio della Via Crucis. La Via Crucis avviene di nuovo a Copacabana, che appunto è il luogo dei grandi eventi nella città, sul lungomare. Bisogna capire bene come è fatta: sarà molto interessante, credo, questa Via Crucis. Le stazioni sono distribuite sul lungomare per un tratto di quasi un chilometro, sono le stazioni secondo la Via Crucis tradizionale, sono 14, come sapete; quindi ci sono le 13 stazioni e poi la quattordicesima al palco del Papa. Il Papa rimane fermo al palco e segue tutta la Via Crucis da lì. Se ho capito, ci sono delle rappresentazioni anche da parte di giovani – sono alcune centinaia di giovani coinvolti come attori – che fanno la rappresentazione sia nelle singole stazioni pertinenti, sia anche davanti al Papa. Quindi, ci sono di ogni stazione – se ho capito – due rappresentazioni sceniche: una sul luogo della stazione lungo il lungomare e l’altra davanti al Santo Padre, in modo che anche lui possa assistere non solo per televisione. I testi della Via Crucis sono già pubblici e sono molto brevi e molto belli, quindi se volete capire di cosa si tratta, li trovate in portoghese sul Messale – ci sono già – e in inglese e spagnolo sui libretti per i giovani di cui ci siamo fatti mandare il pdf, quindi chi volesse potrebbe vedere anche i testi in inglese e in spagnolo: chiedete a Cristina perché eventualmente vi mandi il pdf. Sono testi brevi e molto efficaci e in ogni stazione si tocca un problema importante nella prospettiva dei giovani. Quindi, uno è il missionario che parla e che dice il testo di meditazione, l’altro è un volontario che opera con le persone emarginate, un altro è la donna in situazione difficile, e così via. Sono personaggi, e voi trovate una lista più dettagliata, naturalmente, leggendo i testi o i sussidi, ma è un’impostazione – mi sembra – molto interessante, molto coinvolgente per i giovani. I testi sono stati fatti da due personaggi che chi ha un po’ a che fare con i brasiliani e la pastorale giovanile ha già sentito nominare molte volte: il padre Zezinho e padre Joaozinho, che sono famosissimi tra i giovani brasiliani. Ecco, loro hanno fatto questi testi e sono naturalmente protagonisti anche del pensare a questa Via Crucis. Così, mi sono un po’ intrattenuto perché le Vie Crucis durante le Giornate mondiali della gioventù sono state spesso eventi estremamente importanti, anche molto significativi dello sforzo fatto per presentare il messaggio cristiano in termini comprensibili per il nostro tempo: ricordo quella di Toronto, per esempio, in mezzo alla grande città; quella di Sydney, che era stata una cosa grandiosa; quella di Madrid, che invece riportava tutte le tradizioni della religiosità popolare … Ecco, quindi le Vie Crucis sono un momento particolarmente importante – mi sembra – del pensare come annunciare collegandosi alla tradizione cristiana, nel mondo di oggi e nella città di oggi, il Messaggio. E quindi apprezzate lo sforzo che sarà fatto dai brasiliani per renderla attuale e coinvolgente per i giovani che vengono.
Il giorno di sabato, incomincia con una grande Messa nella cattedrale di Rio de Janeiro, alle 9 del mattino, con i vescovi della Giornata mondiale della gioventù, i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi … La cattedrale è molto grande, quindi può tenere alcune migliaia di persone. Si pensa che i vescovi presenti saranno un migliaio e forse anche più, perché i vescovi brasiliani da soli sono 400 e sono la Conferenza più numerosa del mondo, e poi tanti – come ricorderete anche dalle passate edizioni della Giornate mondiali – vengono ad accompagnare i loro giovani, a fare le catechesi … Quindi, si calcola che ci sarà circa un migliaio di vescovi. Mi pare che, appunto, anche in passato avevamo riflettuto che, a parte il Concilio Vaticano II, gli incontri più numerosi di vescovi erano sempre stati poi sempre le Giornate mondiali della gioventù, con molte centinaia di vescovi: quindi, una situazione molto particolare. Ecco, allora, la Messa nella grande cattedrale: vedrete che la cattedrale è un po’ particolare, fatta come piramide per ricordare le culture latinoamericane, tipo le piramidi Maya, quindi anche architettonicamente è un monumento molto interessante.

Dopo questa Messa, il Papa non perde tempo e passa rapidamente al Teatro municipale di Rio de Janeiro, dove alle ore 11.15 – quindi, non è che abbia fatto in mezzo un lungo riposo – c’è l’incontro con la classe dirigente del Brasile. Quindi, questo è un grande evento, particolare, nel quadro del viaggio: gli altri eventi erano tutti di carattere più ecclesiale, o con i giovani … C’è stato il primo incontro, come sempre, l’incontro di arrivo, con il discorso del Papa, si rivolge al Paese che lo ospita, quindi alle autorità; ma poi qui, questo altro evento, è un po’ l’evento che parla alla società nel suo insieme e forse anche un po’ al Continente nel suo insieme, nel senso che c’è anche il Corpo Diplomatico, per esempio. Quindi può parlare per il Brasile e per la società brasiliana in tutte le sue componenti, ma anche un po’ per il Continente dell’America Latina. Sarà interessante, perché è da seguire proprio in questo taglio un po’ specifico che questo evento ha.
Dopodiché, il Papa – siccome non ha fatto abbastanza! – va a fare un incontro e pranzo con i cardinali e i vescovi del Brasile, presso l’arcivescovado di Rio de Janeiro, e lì – per quanto mi risulta – desidera fare un discorso specifico anche per i vescovi del Brasile. Il Papa a volte non fa discorsi lunghissimi, sappiamo, però ha sempre qualcosa da dire di significativo, quindi se ci teneva a parlare specificamente ai vescovi del Brasile vuol dire che ha qualcosa da dire loro. Quindi, all’una il pranzo ma anche poi l’incontro con discorso del Santo Padre.
Nel pomeriggio, speriamo che riposi un po’ a Sumaré, e poi si sposta all’atto finale, al luogo dove avverranno la Veglia e la Messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù. Questo avviene in un luogo che si chiama Guaratiba, in un’area che è stata battezzata “Campus Fidei”, una grande area allestita per questo, che può contenere molte persone – volendo, credo che possa arrivare ad ospitare un paio di milioni di persone, se ci sono. Interessante – e questo potrete vederlo appunto nei sussidi – come è stato preparato il grande palco: è molto significativo, è una cosa veramente grandiosa ma espressiva dal punto di vista simbolico. Mi pare che ci sia una grande croce di ferro alta 33 metri, perché sono gli anni dell’età di Cristo; poi ci sono altri due bracci che sono simbolo di due mani in preghiera, dalle due parti dell’altare; sullo sfondo, una serie di 360 torri che evocano l’organo delle chiese, quindi invitando alla preghiera e alla lode di Dio … Comunque, è una cosa molto importante e credo che sia giusto apprezzare anche l’impegno messo nei simboli, nell’allestimento, in modo che sia significativo e ispiratore. La Veglia di preghiera di preghiera, che incomincia – da programma – verso le sette e mezza – naturalmente, prima c’è il Papa che in auto scoperta gira abbondantemente in mezzo ai giovani: questa credo che sarà una scena che vedremo spesso in questi giorni, e a lungo; alle 19.30 è prevista la Veglia di preghiera che anche questa non è una Messa ma è una liturgia della Parola con anche elementi scenografici, e poi con il tempo dell’adorazione. Se capisco, la scenografia mostra giovani che sono intenti a costruire una chiesa portando i vari elementi, i vari pezzi: costruiscono. Poi, dopo, la smonteranno per portarla invece verso le diverse direzioni, verso le diverse parti del mondo. Quindi c’è il senso di costruire la Chiesa e della missionarietà nella scenografia che accompagna la Veglia.
Il Papa ha un discorso, naturalmente, che intende rispondere un po’ alle domande e alle attese dei giovani presenti, e poi, però, la seconda parte della Veglia è processione con il Santissimo Sacramento e adorazione eucaristica: quindi, ha l’impostazione di preghiera e di adorazione che conosciamo dai tempi di Colonia. Se vi ricordate, la prima volta in cui la Veglia ha avuto l’elemento dell’adorazione eucaristica come elemento essenziale è stata la Giornata mondiale della gioventù di Colonia. Da allora, poi anche a Sydney e così via, e a Madrid c’è stata quell’adorazione assolutamente indimenticabile dopo la tempesta, che nessuno di noi può dimenticare. Vediamo se ci sarà una tempesta anche questa volta: speriamo di no! Comunque, l’adorazione è diventata anche questa un elemento molto importante delle Giornate.

Il Papa poi torna a dormire a Sumaré mentre i giovani sappiamo che rimangono sul Campus Fidei e la mattina dopo di nuovo torna, per fare di nuovo il passaggio tra i giovani: torna verso le 9, dovrebbe incominciare la sua presenza in mezzo ai giovani; alle 10 c’è la Messa conclusiva, la grande Messa conclusiva della Giornata mondiale. La signora presidente ha detto che sarà presente. La Messa è la Messa per l’evangelizzazione dei popoli: dovete ricordare bene il motto di questa Giornata mondiale della gioventù, che è: “Ide e fazei discípulos entre todas as nações”, “Andate e fate discepoli in tutte le nazioni del mondo”, quindi un mandato missionario. Quindi, la Messa è quella dell’evangelizzazione dei popoli. Alla fine della Messa, che avrà naturalmente la sua omelia, il saluto dell’arcivescovo Orani Tempesta all’inizio e così via, c’è l’atto classico dell’invio: quindi, alla fine della Messa prende la parola il cardinale Rylko per salutare e ringraziare il Papa e per invitarlo a dare l’invio, e il Papa da una croce e un libro di preghiere – se ho capito – ai giovani che, simbolicamente e in rappresentanza degli altri – vengono a prendere da lui questi segni, e sono cinque coppie, come sempre, per i cinque continenti. Se ho capito, la croce è un Cristo del Corcovado con le braccia aperte: comunque, queste sono cose che vedrete poi sul luogo. Il Papa saluta e si annuncia il luogo della prossima edizione della Giornata mondiale della gioventù, cosa che io non vi dico anche se penso che molti di voi possano saperlo o intuirlo: comunque, io non lo dico fino a quel giorno. Si dice, il Papa annuncia il luogo della prossima Giornata mondiale della gioventù e noi stiamo a questa buona tradizione di dirlo in quella occasione.
Con questo, però, il Papa rientra a Sumaré per il pranzo ma vuol fare ancora un’altra cosa che è proprio lui che ha deciso di fare: cioè, l’incontro con il Comitato di coordinamento del Celam, che è il Consiglio episcopale latinoamericano. Allora, il Comitato di coordinamento del Celam doveva e voleva incontrarsi e il Papa ha detto: “Benissimo, vi incontrate a Rio de Janeiro alla fine della Giornata mondiale della gioventù, in modo tale che io possa indirizzarmi a voi all’inizio dei vostri lavori”. Quindi c’è un incontro specifico voluto dal Papa con un discorso specifico da lui voluto per il Comitato di coordinamento del Celam, alle ore 16, dopo il breve riposo nella domenica pomeriggio. Quindi sarà sicuramente un discorso significativo per quanto riguarda le prospettive della Chiesa e la missione della Chiesa nel Continente, per i rappresentanti di questo organismo che raccoglie le 22 Conferenze episcopali del Continente, e quindi sono 45 vescovi membri del Comitato, ma il Celam raccoglie 22 Conferenze episcopali, tutto il Continente latinoamericano.
Allora, questo altro evento nel pomeriggio della domenica. E poi, il Papa parte: lascia Sumaré e si trasferisce a Rio Centro, che è un grande luogo di convegni, di manifestazioni e così via, e dove avvengono – credo – anche cose che riguardano la Gmg, e lì, in uno dei padiglioni, incontra i volontari. Ricorderete – adesso non so a quando risale la tradizione, comunque io ricordo benissimo sia a Sydney sia, in particolare, a Madrid, l’incontro del Papa con i volontari proprio mentre stava già andando all’areoporto per partire, quindi a conclusione delle Giornate: questo ringraziamento dal parte del Santo Padre per i giovani che si sono impegnati e che hanno reso possibile, con la loro gratuita collaborazione, questi eventi straordinari. Secondo le previsioni, dovrebbero essercene 15 mila in rappresentanza di 60 mila, però: quindi, i volontari sono molti di più di quelli che potranno essere presenti a questo incontro. Ma chi ricorda Madrid, ricorda un momento di entusiasmo, di calore, di festa assolutamente coinvolgente e sconvolgente, tanto era bello ed entusiastico. Quindi, anche questo avrà la sua importanza soprattutto per i giovani e per i giovani volontari. Il Papa da qui continua direttamente verso l’aeroporto; alle ore 18.30 è previsto il congedo con i discorsi previsti della signora presidente e del Papa, e poi si parte. Quindi si parte alle ore 19 del Brasile che è la mezzanotte di Roma e si arriva a Roma prevedibilmente verso le 11.30 del lunedì. E qui si conclude effettivamente questo grande viaggio. Vediamo se il Papa durante il viaggio di ritorno vuole ancora risalutarci o no … Comunque, avrà già fatto moltissime cose in questi giorni, come sappiamo e quindi lo accompagneremo in un ritorno impegnativo.
Una osservazione che può essere interessante: risulta che la signora presidente del Brasile abbia invitato i presidenti dei Paesi dell’America Latina che lo desiderassero a venire a Rio in questa occasione. Forse per la Messa finale … comunque, vediamo: può essere che ci siano altri presidenti presenti, se rispondono a questo invito. Però, non abbiamo nessun dato particolare su questo. Un’altra domanda che voi certamente mi fate, e quindi la prevengo, è in quale lingua parla il Santo Padre. Allora: bè, lo vedremo. Le mie previsioni sono: parte portoghese, parte spagnolo, perché il Papa in spagnolo si sente a casa, evidentemente, molte persone capiranno lo spagnolo, in America Latina, e quindi è possibile che se vuole parlare spontaneamente o fare degli interventi, usi questa lingua, che conosce meglio. Ad ogni modo, questa è un po’ la mia previsione, ma poi stiamo a vedere. Per i testi dei discorsi, io spero che li avremo a disposizione in diverse lingue come avviene di solito per i viaggi internazionali, quindi che ci sia anche l’inglese, certamente, dei diversi discorsi, e vediamo se ci sono anche altre lingue. Ma immagino che il portoghese e lo spagnolo, direi che siano scontati, l’italiano pure e l’inglese penso pure. Allora, il problema è se avremo altre traduzioni a disposizione per tempo, e quali saranno. Abbiamo anche – potete aspettarvi – da parte delle tempestive distribuzioni di Vik e anche per chi rimane qui, i testi dei molti discorsi di indirizzo al Papa, di testimonianze che vengono fatte nel corso dei diversi eventi. Facciamo un attento lavoro di raccolta di questi testi in modo che possiate anche averli a disposizione se vi servono per le trasmissioni o per i vostri servizi. Per quanto riguarda strumenti di lavoro: da domani mattina, credo, voi potete alla Radio Vaticana ritirare l’abituale, tradizionale libretto che si chiamava “il Cabasario” dal suo inventore, che ha un programma dettagliato con molte informazioni sullo svolgimento; credo che a un buon numero di voi che avevano già dato in passato l’indirizzo, venga mandato via e-mail anche un altro sussidio che viene anche dalla Radio Vaticana e che porta pure delle informazioni o delle schede su luoghi e persone, che può essere utile come materiale informativo integrativo; il Messale è già a disposizione online sul sito da parte dell’Ufficio Liturgico; i libretti liturgici che hanno i giovani, che però portano i testi delle celebrazioni ma non altre informazioni particolari, tra cui anche i testi della Via Crucis, anche con l’inglese e con lo spagnolo: questi noi li abbiamo in pdf e, come dicevo prima, chi desiderasse potrebbe averli. Il Documento di Aparecida per la vostra lettura attenta in questi giorni, è fornito dalla Commissione per l’America Latina o forse anche disponibile online.
 Ecco: questi sono gli strumenti che pensavo di poter suggerire.

La sfida di papa Francesco 

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