La forza della preghiera
Unirà più di cinquemila città la giornata per la pace in Terra Santa.
Domenica 26 gennaio, si svolge la sesta Giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa. L’iniziativa, nata dalla volontà di alcune associazioni cattoliche giovanili di impegnarsi in modo concreto a vivere una giornata intensa di preghiera, prevede per questa edizione il coinvolgimento di più di cinquemila città in tutto il mondo per ventiquattro ore. Una preghiera corale che unisce la cattedrale della Gran Madre di Dio a Mosca ad altre grandi città, come New York e Washington, passando per l’Asia, l’Africa, l’Europa, l’America latina.
L’anno scorso, nel solo Stato di New York, furono ben centoquaranta le chiese che aderirono all’iniziativa, lasciando aperte le porte per l’adorazione eucaristica.
La Giornata è da sempre animata da tanti ragazzi che da tutte le parti del mondo pregano per dare il loro speciale contributo e supporto ai tanti fratelli e sorelle che soffrono a causa delle guerre. Profonda gratitudine per «il desiderio di tanti giovani di continuare a elevare al Signore una sincera e intensa preghiera per il dono della pace» è stata espressa dal patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal. Di pace — spiega il patriarca in un messaggio — «abbiamo tanto bisogno, in Terra Santa e in tutti i Paesi del Medio Oriente, affinché si plachi il rumore delle armi, delle ingiustizie, delle sopraffazioni, delle guerre visibili e di quelle invisibili, ma altrettanto distruttive. Nel mese di settembre siamo stati testimoni della forza della preghiera, quando su invito di Papa Francesco ci siamo trovati tutti insieme uniti per scongiurare la minaccia di un imminente attacco in Siria», ha ricordato Twal.
Nel 2013, la preghiera è stata celebrata in moltissime città del pianeta. L’iniziativa, patrocinata dal Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, è promossa da diverse realtà giovanili, come l’associazione nazionale dei «Papaboys», l’apostolato giovani per la vita, le apostole del Sacro Cuore di Gesù, i missionari del Preziosissimo sangue, i missionari della Consolata, i salesiani di don Bosco, le cappelle di Adorazione perpetua e i gruppi di Adunanza eucaristica.
«Anche quest’anno — ha sottolineato in un messaggio il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace — il Santo Padre ci ha donato, nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace del 2014, una parola di speranza e di indirizzo per la nostra vita. Preparandoci in questi giorni a vivere e a celebrare questa Giornata di preghiera per la Terra Santa, che si pone sulla scia del mese dedicato al Messaggio per la pace, siamo invitati a fare nostre le parole di Papa Francesco, affinché comprendiamo l’importanza di vivere tra fratelli, fondando ogni nostro sforzo di pace sul comandamento di Cristo stesso, di amare il prossimo come se stessi. L’uomo, in quanto essere relazionale, vive di fraternità e di legami umani. Sentirsi fratello tra fratelli — ha spiegato Turkson — è una dimensione essenziale per l’uomo e la donna di oggi ed è l’unica via possibile per una società giusta e una pace solida e duratura. Il nostro pianeta, il nostro mondo, è caratterizzato da tempo da quella globalizzazione che in un certo senso ci ha reso più vicini, accorciando letteralmente le distanze, ma che nel contempo ha creato quei meccanismi di individualismo e di indifferenza che ci hanno portato ad abituarci alla sofferenza dell’altro. Questo ovviamente va contro la chiamata e il difficile compito dell’umanità: quello di vivere uniti, prendendosi cura l’uno dell’altro. Al fine di poter riconoscere nell’altro un fratello di cui prendersi cura, un fratello da amare, è necessaria — conclude il presidente del Pontificio Consiglio — la conversione del cuore e il desiderio di lavorare insieme per costruire una vita che sia davvero piena e serena per tutti».
Anche quest’anno la preghiera straordinaria di tutte le Chiese verrà diffusa in mondovisione.
L'Osservatore Romano
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