Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 17 gennaio 2014

Commenti vari della II ^ Domenica T.O. anno A



http://www.zenit.org/it/articles/ecco-l-agnello-che-porta-la-pace

Chagall. Una famiglia ebrea mangia l'agnello pasquale

Che cosa cerchiamo? Per caso non è un amore così speciale da saperci perdonare sempre, e sempre riconsegnarci una vita nuova da donare a chi ci sta accanto? Sì, è proprio Uno che sappia amare … leggi tutto

Commento di don Fabio Rosini alle letture della 2° Domenica del T.O. A

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Commento al vangelo del 19 gennaio 2014  Paolo Curtaz



Dal sito  Ti racconto la Parola ...

Paolo Curtaz commenta il vangelo della 2a domenica del to, anno A




In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».

Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

19 gennaio 2014 - Ancora

Lo stupore di Giovanni non si ferma. Tu vieni a me? Sì, Giovanni, è sempre Dio a venirci incontro. è sempre sua l’iniziativa. I cieli, ora, sono aperti. E Dio non interviene col fuoco dal cielo ma come una colomba. Vale la pena di ascoltare. È ancora scosso, Giovanni. Mai si sarebbe aspettato di vedere Dio fra i penitenti, segno inequivocabile del cambi radicale di registro che sta attuando. Ha passato il tempo a minacciare punizioni divine il più sfortunato dei profeti. Ora è scosso, anche lui stupito dall’irrompere di Dio. Giovanni vede nuovamente Gesù venire verso di lui. E afferma: egli è l’agnello. L’Agnello L’agnello, l’animale che viene ucciso senza un lamento. Sgozzato la sera di Pasqua per essere mangiato, facendo memoria della fuga dalla schiavitù. L’agnello, come quello della profezia di Isaia che abbiamo ascoltato, quei pochi capitoli che ribaltano l’idea di un messia combattivo e vittorioso per presentarci un servo sofferente. L’agnello, come quello che sostituì Isacco nel sacrifico di suo padre Abramo. Quante immagini affollano il cuore di Giovanni. E il nostro. È già tutta in questa affermazione la logica di Dio. Giovanni vede già, in quell’uomo, la determinazione e la mitezza, la forza e la rassegnazione volontaria. Resta senza parole, la voce. No, si è sbagliato il Battista. Radicalmente. Ammette di non avere capito, di non conoscere nulla. (Se il più grande fra gli uomini ha avuto dubbi e ha dovuto cambiare, anch’io posso avere dubbi e ...



Gesù non pretende la nostra vita, offre la sua


In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Giovanni, vedendo Gesù venirgli incontro, dice: Ecco l'agnello di Dio. Parole diventate così consuete nelle nostre liturgie che quasi non sentiamo più il loro significato. Un agnello non può fare paura, non ha nessun potere, è inerme, rappresenta il Dio mite e umile (se ti incute paura, stai sicuro che non è il Dio vero). Ecco l'agnello che toglie il peccato del mondo, che rende più vera la vita di tutti attraverso lo scandalo della mitezza. Gesù-agnello, identificato con l'animale dei sacrifici, introduce qualcosa che capovolge e rivoluziona il volto di Dio: il Signore non chiede più sacrifici all'uomo, ma sacrifica se stesso; non pretende la tua vita, offre la sua; non spezza nessuno, spezza se stesso; non prende niente, dona tutto. Facciamo attenzione al volto di Dio che ci portiamo nel cuore: è come uno specchio, e guardandolo capiamo qual è il nostro volto. Questo specchio va ripulito ogni giorno, alla luce della vita di Gesù. Perché se ci sbagliamo su Dio, poi ci sbagliamo su tutto, sulla vita e sulla morte, sul bene e sul male, sulla storia e su noi stessi. Ecco l'agnello che toglie il peccato del mondo. Non «i peccati», al plurale, ma «il peccato» al singolare; non i singoli atti sbagliati che continueranno a ferirci, ma una condizione, una struttura profonda della cultura umana, fatta di violenza e di accecamento, una logica distruttiva, di morte. In una parola, il disamore. Che ci minaccia tutti, che è assenza di amore, incapacità di amare bene, chiusure, fratture, vite spente. Gesù, che sapeva amare come nessuno, è il guaritore del disamore. Egli conclude la parabola del Buon Samaritano con parole di luce: fai questo e avrai la vita. Vuoi vivere davvero? Produci amore. Immettilo nel mondo, fallo scorrere... E diventerai anche tu un guaritore del disamore. Noi, i discepoli, siamo coloro che seguono l'agnello (Ap 14,4). Se questo seguire lo intendiamo in un'ottica sacrificale, il cristianesimo diventa immolazione, diminuzione, sofferenza. Ma se capiamo che la vera imitazione di Gesù è amare quelli che lui amava, desiderare ciò che lui desiderava, rifiutare ciò che lui rifiutava, toccare quelli che lui toccava e come lui li toccava, con la sua delicatezza, concretezza, amorevolezza, e non avere paura, e non fare paura, e liberare dalla paura, allora sì lo seguiamo davvero, impegnati con lui a togliere via il peccato del mondo, a togliere respiro e terreno al male, ad opporci alla logica sbagliata del mondo, a guarirlo dal disamore che lo intristisce. Ecco vi mando come agnelli... vi mando a togliere, con mitezza, il male: braccia aperte donate da Dio al mondo, braccia di un Dio agnello, inerme eppure più forte di ogni Erode.
(Letture: Isaia 49, 3.5-6; Salmo 39; 1 Corinzi 1, 1-3; Giovanni 1,29-34).


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