“Venite dietro di me e vi farò diventare pescatori di uomini”
L'ANNUNCIO
Spesso soffriamo perché non sappiamo cosa fare con la nostra vita; vorremmo comprendere a che cosa il Signore ci stia chiamando ma non vediamo nulla. Inseguiamo una luce sulla volontà di Dio, immaginandoci sposati, presbiteri, suore, e soffriamo, uggiosi ai margini delle giornate, perché stentiamo a comprendere i segni che Dio vi depone. Il punto è che sbagliamo criterio. La chiamata del Signore giunge a noi come il frutto di qualcosa che è già compiuto, ci attrae con amore e misericordia in un disegno che, in Lui, ha già visto la pienezza: “il tempo è compiuto” e Lui è qui, oggi, ci guarda, ci fissa, ci ama e ci chiama. la volontà di Dio è seguire Gesù obbedendo alla sua Parola oggi, e ogni istante, fonte di pienezza e fecondità per la nostra vita. L'incontro con il Signore ha il potere di trasformare radicalmente il cuore, lo libera trasfigurando l'essere pescatori di Giovanni e Giacomo, di Simone ed Andrea. Trasforma il loro lavoro, l'opera delle loro mani, in un fecondo dono d'amore, capace di portare gli uomini in salvo annunciando il Vangelo. Non si tratterà più di pescare per sfamarsi, ma di farsi pescare per sfamare, divenendo il pesce che Gesù saprà moltiplicare per essere donato alle moltitudini. Il "pescatore di uomini" vede ogni capacità naturale trasfigurata perché sia messa al servizio del pesce che attende la sua rete. Non se ne nutrirà, ma annuncerà il Vangelo che ha salvato lui. Il "pescatore di uomini" non pesca per nutrirsi, ma offre se stesso come esca autentica: annuncia la verità viva in lui, non illude infilando su un amo assassino una vita falsa. Per questo Il Signore ci chiama a seguirlo nel suo immergersi nelle acque che trattengono nel peccato e nella sofferenza chi ci è accanto; a consegnarci ogni giorno al martirio dell'amore per “pescare” gli uomini che gli appartengono. Il prossimo ci attende per riconoscere in noi Cristo che prende il peccato e perdona. In famiglia e al lavoro, in ogni relazione, ci attende un mare dove gettare la nostra vita come una rete, maglie fitte di misericordia, pazienza, tenerezza, verità e parresia, perché nessuno sfugga all’amore di Dio. Pescatori di uomini essendo quello che siamo, studenti, impiegati, o quello che sia, senza dover inseguire fantasie, sogni o desideri di riscatto in chissà quale nuova occupazione. Il riscatto e il valore della nostra vita emerge a partire da ciò che siamo, dalle nostre reti, dalla barca, da nostro padre. “Lasciare tutto e seguire Gesù” significa consegnargli la nostra vita oggi, perché operi in essa quello che da sempre ha pensato, lasciarsi attrarre nel “tempo compiuto”, nella radicale novità del Vangelo. E' questa la sua volontà fondamentale: accedere alla libertà di figli per essere trasformati in puro amore. Per questo occorre lasciarsi dietro il vecchio vivere incompiuto perché stretto dall'egoismo della carne. In questa pienezza che Gesù infonde alla nostra vita, potremo scoprire, giorno dopo giorno, quale cammino concreto Dio abbia pensato per noi, in quale circostanza e per chi perdere e donare la nostra vita, dove e come pescare uomini. Alcuni formeranno famiglie cristiane, altri saranno presbiteri, altri nel silenzio di un chiostro pregheranno per tutti. E così per le chiamate quotidiane: all’interno della cornice di una vita liberata per amare, scopriremo il compimento delle ore e dei giorni, sfamando nell'amore chi giunga e bussi alla porta della nostra vita.
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