Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 11 febbraio 2015

Ascoltare la predicazione che ci guarisce il cuore.

Mercoledì della V settimana del Tempo Ordinario


L'ANNUNCIO

In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo». 
Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola. E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. 
Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».
 (Dal Vangelo secondo Marco 7, 14-23)


Mercoledì della V settimana del Tempo Ordinario. Commento audio

Ascoltare la predicazione che ci guarisce il cuore




Quanto ci ama il Signore. "Ci chiama di nuovo" perché ha qualcosa di importante e decisivo da dirci. Per questo quasi ci implora di "ascoltarlo e intendere bene". Quello che ci annuncia oggi, infatti, rovescia completamente schemi e criteri con cui guardiamo e interpretiamo la storia, la grande che va in televisione e finisce sui libri, e quella più piccola, nella quale scorriamo noi e si stampa nei ricordi, nella nostalgia e, spesso, nel dolore per le ingiustizie subite. Oggi è un'occasione per cominciare a vederla con occhi nuovi, perché con la Verità fatta carne in Lui, Gesù viene a liberarci dalle paure e dalle angosce, dai rimpianti e dai rancori. Ma forse siamo come i discepoli, "così privi di intelletto" da "non capire" che rivoluzione vuol fare nella nostra vita. Capisco che non è facile, abbiamo in testa altre idee circa le rivoluzioni. Mitra e fucili, oppure avvocati e giudici, comunque rivoluzioni dove si sparano proiettili o parole per eliminare ingiustizie e ingiusti dalla propria vita. Per decenni siamo stati immersi full-time in un ambiente che ci ha insegnato il contrario esatto di quello che ci annuncia oggi Gesù: “non c'è nulla che esce dall'uomo che possa contaminarlo; sono invece le cose fuori che, entrando in lui, lo contaminano”. Apri il libro di storia o di filosofia di tuo figlio, guarda l’ultima fiction, ascolta i politici e gli intellettuali, leggi i post su Facebook, ripensa all’ultimo film che ti ha commosso abbracciandoti nella sua trama intensa di lotte per cambiare la storia: hanno plasmato ogni giorno le nostre idee e allevato i nostri sentimenti. Ma ciò è stato possibile solo perché il nostro cuore era già avvelenato dal peccato. L'innocenza che sa discernere l’amore di Dio nella storia l'abbiamo perduta così: in principio gli attacchi aerei, i bombardamenti di menzogne con i quali il demonio ci ha spiegato il dolore come un’ingiustizia che Dio lascia o addirittura fa piovere dal Cielo. Poi, una volta insinuato il dubbio che Dio non ci ami, gli attacchi di terra, con cui ci ha mitragliato con le parole della sapienza mondana che hanno interpretato la storia inducendoci a credere che fosse un'opera dell'uomo e non di Dio. Risultato? La paura di Adamo. Come lui, infatti, ci sentiamo nudi, cioè indifesi di fronte al male perché crediamo che sia quello esterno a noi che ci contamina. Per questo lottiamo strenuamente per cambiare le strutture sociali e politiche, per addomesticare gli eventi e correggere chi ci è accanto. Senza però riuscirci; appena qualcosa sembra cambiare ecco una nuova ingiustizia, e di nuovo la paura e il dolore. Perché il male “non entra nel cuore ma nel ventre”; sfiora e graffia la pancia, che è il simbolo dei sentimenti epidermici, della carne ballerina e incostante che il mondo assolutizza. Fa soffrire, certo, ma non intacca il “cuore”, il luogo inviolabile dove scegliamo liberamente a chi dare ascolto per obbedirgli. Se oggi ci troviamo in un deserto d’angoscia, paura e risentimento significa che abbiamo ascoltato il demonio. Ma Gesù vi entra con noi, come quando con i discepoli “entrò in una casa lontana dalla folla”. Proprio nella nostra realtà, infatti, ci è donata “una casa”, la Chiesa dove anche noi possiamo “interrogare Gesù” su quello che non capiamo. E Lui ci risponde attraverso la predicazione del Vangelo. Annunciandoci il perdono di Dio rivelato in Cristo crocifisso e risorto, essa ha il potere di stanare la menzogna illuminando le nostre responsabilità con l’amore. Coraggio allora, ascoltiamo la predicazione per “capire” e accettare che è dal nostro cuore che “escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”. E accostiamoci ai sacramenti, attraverso i quali possiamo consegnare a Cristo questo pus malvagio che “viene fuori dal di dentro e ci contamina”; e accogliere lo Spirito Santo che crea in noi un cuore puro, capace di vedere “mondo”, ovvero puro, “ogni alimento”. Che significa non aver paura di nulla e di nessuno, perché chi è stato purificato sa discernere in ogni persona e in ciascun evento le occasioni per distendersi sulla Croce e trasformare nell'amore le ingiustizie in porte aperte sulla speranza.  




QUI UN ALTRO COMMENTO E GLI APPROFONDIMENTI

Nessun commento:

Posta un commento