Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 14 febbraio 2015

Lingue nuove per amare ogni uomo .

14 Febbraio. 

Santi Cirillo monaco e Metodio vescovo, Patroni d'Europa




L'ANNUNCIO
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.
 (Dal Vangelo secondo Luca 10,1-9)






Lingue nuove per amare ogni uomo 
Andare e annunciare, la Chiesa è tutta in questi due verbi: "Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio" (Paolo VI, Evangelii nuntiandi, 14). E un amore infinito a muovere gambe e cuore, l'amore più grande, annunciare l'amore, che ha un nome, che è una persona, Cristo Gesù. L'annuncio del Vangelo è sempre un'apparizione di Cristo risorto: ovunque giungano i suoi messaggeri, si rinnova il prodigio della sera di Pasqua: "Pace a voi! Pace a questa casa", lo stesso annuncio che ha deposto il Cielo sulla terra. San Paolo scriveva agli Efesini che "Egli è venuto ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini". Egli nei suoi apostoli, Egli nella sua Chiesa, "è venuto", e "viene" ogni giorno, da oltre la morte annunciando la Pace, che è autentica solo se reca il certificato che la garantisce proveniente dal di là della barriera su cui si infrangono le speranze e gli sforzi dell'uomo. Gesù annuncia la Pace passando attraverso la porta sprangata dietro la quale si nasconde l'uomo di ogni tempo, alienato in un cinismo che nega ogni possibilità all'autentico e all'eterno facendo delle proprie vuote parole l'assoluto su cui fondare l'esistenza. E' quello che canta John Lennon in una famosissima canzone Imagine:
Immagina che non esiste paradiso,
è facile se provi.
Nessun inferno sotto di noi,
nient’altro che il cielo su di noi.
Immagina tutta la gente vivere per l’oggi,
immagina non ci sono patrie.
Immagina tutta la gente vivere la vita in pace.


Cristo è venuto ad annunciare la Pace sgretolando questo immaginare falso e distruttivo, e lo ha fatto portando proprio la Pace quale pegno, testimonianza, caparra di quel Paradiso che Lennon invitava a immaginare come non esistente. Gesù, come gli esploratori che, inviati da Mosè nella Terra di Canaan, tornano con le primizie ivi raccolte, fa ritorno dal Paradiso portando il suo frutto più squisito, la Pace che fa dei due, di ogni Adamo ed Eva inesorabilmente separati dal veleno del peccato, una sola creazione nuova. Così è stata la vita di Cirillo e Metodio che hanno saputo, seguendo fedelmente l'ispirazione del Vangelo, incarnarlo nelle terre loro affidate. Senza compromessi, ma con un amore infinito. Il cuore del missionario, infatti, e tutti siamo chiamati ad esserlo dove il Signore ci invia, è un cuore ricreato ad immagine di quello di Cristo, spinto dall'urgenza dell'annuncio di ciò che ha sperimentato. Un apostolo sa che «l’uomo non può esistere senza inchinarsi (...) Si inchinerà, allora, a un idolo di legno o d’oro, o del pensiero... o di dèi senza Dio» (F. Dostoevskij). E ogni cultura resa assoluta e come tale idolatrata, come ogni idea trasformata in ideologia, esigono ginocchia pronte a piegarsi per rapire dall'anima la Verità, e con essa la vita: fare della terra il cielo senza credere al Cielo, come cantava Lennon, come cantano tutti i falsi profeti. Il cuore del missionario è un cuore come quello di Cirillo e Metodio, capace di scrivere con caratteri nuovi la Verità, senza diluire, ammorbidire, adeguare, ma con passione, perché giunga ad ogni cuore, nella lingua con la quale è capace di accogliere, l'annuncio del Vangelo. Settantadue discepoli, come le lingue conosciute in quel tempo, settantadue, l'universalità dell'annuncio destinato a tutte le Nazioni. Settantadue, come il marito, la moglie, i figli, gli amici, e i nemici. Per questo è necessario un cuore che freme di gelosia, come quello di Dio, perché vede in ogni uomo l'inganno di cui è preda, e offre la propria vita in Cristo per liberarlo e ricondurlo all'autentico Sposo. Un cuore che per amore accetta il rifiuto, lo carica su di sé perché nell'altro resti un frammento di Dio.
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LA LITURGIA DELLA DOMENICA:

QUI IL COMMENTO ALLA LETTURE DELLA VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. ANNO B (15 FEBBRAIO 2015)


QUI "I SEGNI DEI TEMPI"

di Antonello Iapicca, presbitero italiano
missionario in Giappone, a Takamatsu.

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