Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 19 febbraio 2015

I^ domenica di Quaresima - Commenti al vangelo




Enzo Bianchi Commento Vangelo Prima Quaresima



Gesù nel deserto, costantemente tentato 

22 febbraio 2015
Commento al Vangelo 
di ENZO BIANCHI 
dal sito del Monastero di Bose 


Mc 1,12-15 


Il vangelo di questa I domenica di Quaresima è breve: quattro versetti, anche se in realtà mi concentrerò quasi esclusivamente sui primi due, avendo commentato i vv. 14-15 poche domeniche fa (III domenica del tempo Ordinario). I vv. 12-13 sono molto intensi, capaci di comunicarci l’essenziale sulle tentazioni di Gesù, anche se nel nostro immaginario è impressa, dunque da noi memorizzata, la narrazione più drammatica e più precisa dei vangeli secondo Matteo e Luca 
(cf. Mt 4,1-11; Lc 4,1-13).


ANCORA DESERTO By Paolo Curtaz




 >>> Commento al vangelo del 22 febbraio 2015

Via le maschere, adesso. 
Quelle di Carnevale, certo, ma soprattutto quelle che indossiamo sempre.Inizia la Quaresima, il tempo che ogni anno ci viene donato per tornare all’essenziale, per tornare a noi stessi, per fare in modo che l’anima ci raggiunga, per incontrare Dio.Lo desideriamo, certo, ma sappiamo bene quanto sia difficile conservare la fede, fare del vangelo il metro di giudizio della nostra vita, restare in intimità con noi stessi.Questo tempo di essenzialità ci prepara alla grande festa della Pasqua e dobbiamo vegliare finché le tante iniziative proposte dalle parrocchie in queste settimane non ci giungano abitudinarie e fiacche. Non lasciamo la maschera che indossiamo per indossare la maschera del penitente pensando, così, di far piacere a Dio. Il problema non è mangiare il prosciutto di venerdì, o mettere da parte dei soldi per le missioni, né fare le facce da mortificati, m a vivificare la nostra fede.Come Gesù è entrato nel deserto per decidere come affrontare la sua missione, così anche noi entriamo del deserto per mettere a fuoco le scelte che vogliamo fare.Certo: leggendo il vangelo di Marco si resta piuttosto delusi: l’evangelista sintetizza le tentazioni di Gesù in due soli versetti, senza entrare nel dettaglio.Ma stiamo imparando a diffidare dell’apparente semplificazione di Marco. Le sfumature che contraddistinguono il suo racconto sono un universo da scoprire.Lo SpiritoÈ lo Spirito che spinge Gesù nel deserto per soddisfare il suo desiderio di verità, di preghiera, di silenzio. Lo abbiamo già incontrato, di notte, da solo, a pregare il Padre, il Maestro. Ora lo ritroviamo per un lungo periodo a concentrarsi solo sul suo rapporto con Dio. Avessimo il coraggio anche noi di imparare il silenzio! Di scoprire una preghiera fatta di ascolto! Di osare, sospinti dallo Spirito, qualche giorno all’anno da dedicare allo spirito! Avessimo anche noi il coraggio di ridire al nostro cristianesimo tiepido che lo Spirito ci spinge! Che ci obbliga all’interiorità!Per quaranta giorni Gesù resta nel deserto, tentato da satana.Non è una parentesi nella sua vita: i quaranta giorni, nel cammino dell’Esodo, indicando una generazione, cioè una vita.Per tutta la vita Gesù ha voluto stare in contatto intimo con Dio, nel deserto del suo cuore. Per tutta la vita Gesù ha combattuto contro colui che divide, contro l’avversario, il satana.Il termine usato da Marco, uno dei tanti a sua disposizione, non indica, in questo caso, la personificazione del male, ma lo spirito maligno, l’avversario, il divisore. La parte oscura della realtà che ci mette a dura prova, continuamente.Esiste il male e ci porta alla paralisi, come dicevamo domenica scorsa. Esiste ed agisce continuamente nelle nostre vite.Siamo liberi ed è impegnativo scegliere la parte luminosa della realtà, quella che proviene da Dio. Anche noi a volte abbiamo l’impressione di essere sempre in battaglia. È consolante sapere che anche Gesù ha vissuto così. E ha vinto.Fiere e angeliFiere e angeli lo servono. Che significa?Gli esegeti danno due spiegazioni, scegliete voi quella che vi convince di più.Forse Marco sostiene che Gesù sta creando una nuova realtà. L’uomo che vive in armonia con il creato, con le bestie feroci, richiama lo stato iniziale di Adamo. Come a dire: Gesù è il nuovo Adamo. Ma, aggiungo io da birichino, come a dire che nel deserto il Maestro ritrova l’armonia primigenia, e anche noi. Cosa altro dobbiamo sentirci dire per riappropriarci del silenzio e della preghiera?Forse Marco si riferisce alle fiere della profezia di Daniele: lì indicavano le grandi potenze straniere dell’epoca, qui indica i poteri contro cui Gesù deve fare i conti (Roma, il sinedrio, i farisei…) ma, anche, i poteri che riconoscono la supremazia del Signore.La nostra vita è come un tessuto: la trama siamo noi a disegnarla, ma deve essere necessariamente intrecciata con l’ordito. La sensazione che la nostra vita non vada da nessuna parte ci deriva, forse, dal fatto che ci illudiamo di intessere una stoffa senza un ordito a cui appoggiare le nostre trame.Gli angeli, in questo caso, indicano le tante presenze che Gesù, e noi, incontriamo nel nostro percorso di fede e che ci riportano verso Dio.Un amico, un prete, un evento, un libro possono diventare angeli che ci aiutano a superare le tentazioni.GalileaMarco è l’unico che lega la fine del deserto con l’inizio della predicazione in Galilea. Non entriamo nel deserto per restarci, non costruiamo un mondo a parte, ma il superamento della tentazione e il ritorno all’armonia iniziale, conseguiti grazie all’aiuto dei tanti inviati con cui Dio accompagna il nostro cammino ci spingono a diventare testimoni.Credibili.Buona Quaresima, cercatori di Dio, lasciamo che lo Spirito ci spinga nel deserto. 
FONTE : 
www.tiraccontolaparola.it>>> e Nuovi incontri


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SIAMO POLVERE

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».Con oggi la Chiesa cattolica di rito romano inizia il percorso della quaresima che la porterà a celebrare la Pasqua dopo un intenso cammino di verità e di purificazione interiore. Prendiamo sul serio questo allenamento! 
Mi piacerebbe tanto che questo inizio di quaresima fosse maggiormente conosciuto e frequentato, soprattutto nel forte momento liturgico dell’imposizione delle Ceneri. È un gesto simbolico e scomodo, un brutale richiamo alla verità della vita e dei fatti. Siamo solo polvere, siamo solo cenere e tutta la nostra fatica, i nostri successi, i nostri risultati torneranno ad essere polvere. Altrove è l’essenziale, altro è urgente nella nostra vita: l’interiorità, la spiritualità, la pace del cuore. Altro ci soddisfa’, ci segna, lascia una traccia del nostro passaggio su questa terra. Il segno dell’imposizione delle ceneri rimette ordine nella nostra vita e sarebbe bellissimo se ponesse ordine anche nella società. Pensate come funzionerebbero meglio le discussioni parlamentari o le riunioni condominiali se, prima, si imponessero le ceneri a tutti! Animo, allora, cercatori di Dio: la liturgia ci regala quaranta giorni di verità, di opportunità, di deserto, di allenamento per riscoprire cosa è davvero essenziale nella nostra vita, cosa è importante, per cosa vale la pena di investire. Un tempo per lasciare che la nostra anima, finalmente, ci raggiunga nel caos dei giorni.  
PAOLO CURTAZ

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