Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 21 dicembre 2013

Il Papa si china sul dolore innocente

Bergoglio al Bambin Gesù




Parole di Papa Francesco nel corso della sua visita oggi all'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù (Roma)
Sala stampa della Santa Sede

Cari bambini,
vi ringrazio per i vostri sogni e le vostre preghiere che avete raccolto in quella cesta che mi avete dato. Grazie tante! Li presentiamo insieme a Gesù: Lui li conosce meglio di tutti; Lui conosce quello che c’è nel profondo del nostro cuore. Specialmente con voi bambini, Gesù ha un legame speciale, vi sta sempre vicino. Adesso, recitiamo insieme una preghiera alla Madonna davanti a questa bella statua: la Madonna con Gesù.
Ave Maria,…
Vi benedica Dio onnipotente…


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Accompagnato dal segretario di Stato, monsignor Pietro Parolin, e dal prefetto della Casa Pontificia, padre Georg Gaenswein, papa Francesco ha iniziato con qualche minuto di anticipo sull'orario previsto delle 16 la visita all'Ospedale pediatrico Bambin Gesù, di proprietà della Santa Sede. Sul piazzale dell'ospedale c'erano circa 4 mila persone, per la maggior parte familiari di piccoli ricoverati. Tra le autorità che lo hanno accolto, accanto al presidente dell'ospedale Giuseppe Profiti anche l'ex segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone, che negli anni del suo servizio è stato molto attento alla gestione del Bambin Gesù.

L'accoglienza festosa. Prima di entrare nell'atrio dell'Ospedale, Francesco ha abbracciato diversi genitori di ricoverati, che gli hanno regalato rose bianche e un grande cuore di cartone, simbolo della Campagna "Mettici il cuore". E quando il reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza, gli ha indicato i bambini affacciati alle finestre dei piani alti dell'edificio alle sue spalle, il Papa si è girato per salutarli e mandare loro sorrisi, baci e benedizioni.

La visita nei reparti. All'inizio della visita papa Francesco è entrato nel Dea dell'ospedale (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) dove ha incontrato 12 bambini, andando poi nell'Area rossa dove sono ricoverati sei bambini ad alta intensità di cura. È quindi salito al primo piano nella Terapia Intensiva Neonatale dove sono ricoverati 10 neonati con gravi patologie. Tra loro la piccola Georgia Bernadette, 5 mesi, nata senza intestino, cui la mamma ha dato il nome del Papa, al quale ha scritto una lettera. Il primario del Tin, Andrea Dotta: "Il Papa ha voluto conoscere i problemi dei bambini, ha pregato con loro e con le loro famiglie. Ci ha colpito la sua commozione: era addirittura superiore alla nostra". Rivolgendosi ai medici il Pontefice ha detto: "Non state
perdendo tempo, importante è seminare". Nel reparto il Pontefice ha incontrato una bambina che domani festeggerà il suo primo anno di vita. La visita è proseguita nel Reparto di rianimazione, dove ci sono otto bambini in respirazione assistita.

A tu per tu con i pazienti. "Sono qui per i malati" ha detto papa Francesco, secondo quanto riferiscono membri dello staff medico. In ogni reparto il Pontefice è entrato da solo. Il seguito papale, i cameramen e i fotografi si sono fermati sulla soglia e Francesco ha voluto dedicarsi da solo alla visita ai piccoli pazienti, ai quali ha dispensato baci, carezze e gesti di tenerezza. Nei primi due reparti si è intrattenuto per circa venti minuti. "Non è venuto per vedere l'ospedale - ha spiegato ilResponsabile Dea, il dottor Nicola Pirozzi - ma per incontrare i piccoli malati e i rispettivi genitori. Noi medici abbiamo fatto un passo indietro. Lo spirito del Santo Padre è avere un contatto e portare un conforto".

Nella cappella: la "cesta dei sogni" e la benedizione. Papa Francesco si è quindi diretto a piedi verso la cappella dell'ospedale, salutando lungo la strada il personale e le famiglie. Alla fine del viale ha benedetto la nuova ambulanza di rianimazione pediatrica. Due bambini hanno accolto il Papa conducendolo nella cappella. Qui il Pontefice ha trovato ad accoglierlo nei primi banchi 30 pazienti di oncoematologia con le loro famiglie e gli è stata consegnata una cesta dei fogli con "i sogni e le preghiere" dei piccoli.


«Gesù ha un legame speciale con voi». "Cari bambini vi ringrazio per i vostri sogni e le vostre preghiere che avete raccolto in quella cesta che mi avete dato. Grazie tante! Li presentiamo insieme a Gesù: Lui li conosce meglio di tutti; Lui conosce quello che c'è nel profondo del nostro cuore. Specialmente con voi bambini, Gesù ha un legame speciale, vi sta sempre vicino. Adesso, recitiamo insieme una preghiera alla Madonna davanti a questa bella statua: la Madonna con Gesù". Sono le parole che il Papa ha rivolto nella cappella ai 30 piccoli pazienti di oncoematologia con le loro famiglie. Erano presenti anche monsignor Parolin, il cardinale Bertone, i cappellani dell'ospedale, padre Mario Puppo e don Luigi Zucaro, le suore Figlie della Carità San Vincenzo dè Paoli, le suore Francescane della Famiglia di Maria e il consiglio di amministrazione del Bambino Gesù.


Una visita di quasi 3 ore. Alle 18.45 papa Francesco è ripartito dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù per fare rientro in Vaticano. La visita, che al termine ha interessato anche reparti come quelli diNefrologia e Pediatria e i loro piccoli ricoverati, è durata in tutto circa due ore e 40 minuti.

Il cappellano: un momento quasi liturgico. Don Luigi Zucaro, cappellano del Bambino Gesù, dà il senso della visita: "È stato un momento di poche parole ma di grandi gesti. Pochissime parole. A ripensarci è come se avessimo vissuto un momento quasi liturgico".
(Laura Badaracchi)
Avvenire

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Bergoglio ai bambini malati: "Gesù vi sta vicino"

Il Papa ha voluto visitare da solo i piccoli ricoverati al Bambin Gesù nel giorno in cui apre all'interno dell'Ospedale "Casa Francesco" un ricovero per le madri in difficoltà

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
"Grazie per i vostri sogni". Senza fretta ha abbracciato uno per uno e ascoltato uno per uno: piccoli malati e medici che li curano.''Cari bambini vi ringrazio per i vostri sogni e preghiere. Gesu' conosce cosa c'è di profondo nel nostro cuore e con voi bambini lui ha un legame speciale e vi sta sempre vicino'', ha detto papa Francesco accogliendo nella Cappella del Bambino Gesù 30 pazienti di oncoematologia con le loro famiglie.

All'Ospedale vaticano il primo paziente incontrato da Papa Francesco è stato Saverio, un ragazzo di 18 anni affetto da distrofia muscolare di Duchenne una grave malattia degenerativa per la quale purtroppo ancora non esiste una cura efficace. Il paziente è in cura presso il Bambino Gesù da molti anni, e nel 2010 ha subìto l'intervento per l'impianto del cuore artificiale (il primo al mondo permanente in campo pediatrico). Saverio è inoltre seguito anche a livello psicologico dati i continui cambiamenti fisici ed esistenziali. La sua storia è quella da cui è stato tratto lo spot per la Campagna istituzionale dell'Ospedale Bambino Gesù, «Mettici il Cuore». Attualmente il ragazzo è seguito in regime di Day Hospital, come Simone, un paziente ematologico di 5 anni, di origine etiope. Al termine del breve saluto il Papa ha chiesto di recitare un'Ave Maria.

Erano presenti anche il Segretario di Stato, l'arcivescovo Pietro Parolin, il cardinale camerlengo Tarcisio Bertone, i cappellani dell'Ospedale, Padre Mario Puppo e Don Luigi Zucaro, le suore Figlie della Carità San Vincenzo dè Paoli, le suore Francescane della Famiglia di Maria e il consiglio di amministrazione del Bambino Gesù. Un bambino ha letto il Salmo 27, e alla fine e' stata consegnata al papa una cesta che raccoglie i fogli con i ''sogni e le preghiere'' dei piccoli pazienti dell'Ospedale. Incontrando i medici del reparto di terapia intensiva del Bambin Gesù, papa Francesco ha aggiunto: "Voi non state perdendo tempo, l'importante è seminare, non sappiamo quando raccoglieremo ma la vostra semina è importante». Commenta il responsabile del centro, il dottor Andrea Dotta:"L'incontro è stato molto toccante:«Non so se eravamo più commossi noi o lui». Nel reparto intensivo Bergoglio ha incontrato anche due bambini entrambi di nome Francesco e un'altra bimba che domani compirà un anno. Con ciascun malato e la sua famiglia il Papa si è intrattenuto qualche minuto volendo conoscere la storia personale del piccolo paziente e come la famiglia vive la difficile condizione della malattia.

A tutti il Papa ha riservato una benedizione. ''Ci ha dato coraggio e trasmesso tranquillita' e serenita' per una situazione che non e' semplice'', hanno raccontato i genitori di Lorenzo un bambino del reparto di Terapia intensiva neonatale che il Pontefice ha incontrato e benedetto.  ''Alcuni anni fa sono uscita dalla Chiesa - ha evidenzxiato il padre del piccolo - e con Francesco mi sono ravvicinato''. Un intenso momento della visita è stato riservato ad Adriana, ecuadoregna in cura perché affetta da Sindrome di Klippel Trenaunay cioè malformazioni vascolari multiple. Ha 12 anni ed è giunta in Italia nel 2008 insieme al padre, grazie a un protocollo tra Bambino Gesù e Ambasciata dell'Ecuador presso la Santa Sede. Poi Francesco ha potuto salutare Xuejue, bambina cinese di 11 anni in cura da febbraio 2013 per una gravissima pancreatite.

«Il mio nome significa `piccola luna´», gli ha detto la bambina. Infine il Papa ha parlato con Mabbrouka, paziente libica di 17 anni, ospite con i genitori a casa «Ronald» È affetta da un tumore al ginocchio sinistro ed è stata operata nel 2010, e l'anno dopo è tornata in Libia da dove ogni tre mesi torna a Roma per i controlli.

I cinque pazienti seguiti dal Day Hospital hanno salutato uno alla volta il Pontefice nell'atrio del «Pronto Soccorso». Poi è iniziata la visita ai reparti, che Francesco ha voluto fosse rigidamente privata, tanto da aver lasciato fuori anche i suoi più stretti collaboratori preferendo entrare da solo nelle stanze. Quindi l'incoraggiamento al personale sanitario della struttura:«Non state perdendo tempo, l'importante è seminare, anche se non sappiamo quando raccoglieremo».

Tra i medici impegnati nel tentativo di salvare prematuri nati dalla 24esima settimana, molti avevano le lacrime agli occhi. In una culletta c'è una bimba di sei mesi affetta da una grave e rara malattia congenita intestinale e che ha già subito 7 interventi. «Ogni volta che esce dalla sala operatoria, la piccola apre gli occhi, sorride e gioca con le manine.

I suoi genitori tengono duro e non hanno mai perso la speranza», ha detto al Pontefice il primario Dotta. E ai bambini assicura:"Gesù conosce quello di cui avete bisogno. Gesù ha con voi un legame speciale: vi sta sempre vicino». Sono le parole rivolte da Papa Francesco ai bambini del reparto di oncoematologia dell'Ospedale Bambin Gesù dove si è recato questo pomeriggio in visita pastorale.Voglio che non esistano più le malattie», ha confidato al Pontefice il piccolo Pietro. Sono tanti i desideri che i piccoli hanno consegnato a Francesco con i loro biglietti, raccolti in una cesta di vimini, presa in custodia da collaboratori del Papa. Alcuni sono piccole preghiere: «vorrei che il mondo migliorasse e non fosse così inquinato e che tutti gli abitanti non fossero così cattivi», ha scritto un altro giovane paziente. E una bambina ha invocato: «Che queste belle giornate di sole portino nei nostri cuori gioia e speranza!».
Intanto il presidente dell'Ospedale, professor Giuseppe Profiti, rivolgeva un saluto a nome degli operatori anche degli altri centri pediatrici promossi nel mondo sotto l'egida del Bambin Gesù. Francesco non ha pronunciato nessun discorso di risposta, d'altra parte nel testo preparato da Profiti c'erano diverse citazioni di interventi del Papa, compresa la battuta sulla Chiesa come «ospedale da campo» che Francesco aveva affidato alla Civiltà Cattolica nell'intervista. Ascoltata anche la citazione del brano della «Evangelii gaudium» sulle periferie esistenziali, il Papa ha infatti rivolto nuovamente la sia attenzione ai piccoli pazienti. Durante la visita papale, al momento dell'incontro nell'area del «castello dei giochi», Profiti consegna simbolicamente al Pontefice«Casa Francesco», progetto di accoglienza per mamme e bambini di difficoltà in collaborazione con la Caritas diocesana di Roma.

Il progetto per una struttura di accoglienza aperta sulle 24 ore e 365 giorni l'anno, nasce dalla volontà di dare risposte concrete ai problemi di madri sole con bambini che vivono in condizione di grave disagio economico, sociale e abitativo a Roma e provincia. Si tratta di vittime di emarginazione e violenza intra ed extra familiare, costrette a vivere in situazioni di forte difficoltà.

"Casa Francesco", fanno sapere i promotori, vuole essere un luogo dove il nucleo familiare potrà ricevere accoglienza, aiuto psicologico ed educativo: un ambiente familiare per favorire la crescita umana e sociale, nonché il recupero di un rapporto spesso compromesso da difficili esperienze di violenza, di precarietà, di povertà e deprivazione.

All'interno della Casa - intitolata al vescovo di Roma che ha caratterizzato fin dall'inizio il suo pontificato per l'attenzione privilegiata ai poveri e ai sofferenti - operatori ed educatori della Caritas di Roma, coadiuvati dagli psicologi dell'ospedale Bambino Gesù, svilupperanno attività utili a favorire il recupero di un'autonomia sociale, economica e abitativa di nuclei familiari composti da donne sole con figli, prevenendo gli effetti negativi che la condizione di disagio socio-ambientale può determinare sulla salute, lo sviluppo e il benessere psico-fisico complessivo del bambino e della madre.

La visita ai malati del Bambino Gesù di Papa Francesco è stata contrassegnata da pochissime parole, soprattutto da «grandi gesti». Don Luigi Zucaro, cappellano del Bambino Gesù, dà il senso della visita che oggi Papa Francesco ha fatto all'ospedale pediatrico al Gianicolo. «È stato un momento di poche parole ma di grandi gesti -ha spiegato il cappellano-. Pochissime parole. A ripensarci è come se avessimo vissuto un momento quasi liturgico». 

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