Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 25 dicembre 2013

Omelia Natale del Signore 2013

Papa Francesco: Natale tra le nostre luci e tenebre


Papa Francesco Natale
Città del Vaticano, 24 dicembre 2013
Omelia di papa Francesco nella Messa della notte

1. «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» (Is 9,1).
Questa profezia di Isaia non finisce mai di commuoverci, specialmente quando la ascoltiamo nella Liturgia della Notte di Natale. E non è solo un fatto emotivo, sentimentale; ci commuove perché dice la realtà profonda di ciò che siamo: siamo popolo in cammino, e intorno a noi – e anche dentro di noi – ci sono tenebre e luce. E in questa notte, mentre lo spirito delle tenebre avvolge il mondo, si rinnova l’avvenimento che sempre ci stupisce e ci sorprende: il popolo in cammino vede una grande luce. Una luce che ci fa riflettere su questo mistero: mistero del camminare e del vedere.
Camminare. Questo verbo ci fa pensare al corso della storia, a quel lungo cammino che è la storia della salvezza, a cominciare da Abramo, nostro padre nella fede, che il Signore chiamò un giorno a partire, ad uscire dal suo paese per andare verso la terra che Lui gli avrebbe indicato. Da allora, la nostra identità di credenti è quella di gente pellegrina verso la terra promessa. Questa storia è sempre accompagnata dal Signore! Egli è sempre fedele al suo patto e alle sue promesse. Perché fedele, «Dio è luce, e in lui non c’è tenebra alcuna» (1 Gv 1,5). Da parte del popolo, invece, si alternano momenti di luce e di tenebra, fedeltà e infedeltà, obbedienza e ribellione; momenti di popolo pellegrino e momenti di popolo errante.
Anche nella nostra storia personale si alternano momenti luminosi e oscuri, luci e ombre. Se amiamo Dio e i fratelli, camminiamo nella luce, ma se il nostro cuore si chiude, se prevalgono in noi l’orgoglio, la menzogna, la ricerca del proprio interesse, allora scendono le tenebre dentro di noi e intorno a noi. «Chi odia suo fratello – scrive l’apostolo Giovanni – è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi» (1 Gv 2,11). Popolo in cammino, ma popolo pellegrino che non vuole essere popolo errante.
2. In questa notte, come un fascio di luce chiarissima, risuona l’annuncio dell’Apostolo: «È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini» (Tt 2,11).
La grazia che è apparsa nel mondo è Gesù, nato dalla Vergine Maria, vero uomo e vero Dio. Egli è venuto nella nostra storia, ha condiviso il nostro cammino. È venuto per liberarci dalle tenebre e donarci la luce. In Lui è apparsa la grazia, la misericordia, la tenerezza del Padre: Gesù è l’Amore fattosi carne. Non è soltanto un maestro di sapienza, non è un ideale a cui tendiamo e dal quale sappiamo di essere inesorabilmente lontani, è il senso della vita e della storia che ha posto la sua tenda in mezzo a noi.
3. I pastori sono stati i primi a vedere questa “tenda”, a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù. Sono stati i primi perché erano tra gli ultimi, gli emarginati. E sono stati i primi perché vegliavano nella notte, facendo la guardia al loro gregge. E’ legge del pellegrino vegliare, e loro vegliavano. Con loro ci fermiamo davanti al Bambino, ci fermiamo in silenzio. Con loro ringraziamo il Signore di averci donato Gesù, e con loro lasciamo salire dal profondo del cuore la lode della sua fedeltà: Ti benediciamo, Signore Dio Altissimo, che ti sei abbassato per noi. Tu sei immenso, e ti sei fatto piccolo; sei ricco, e ti sei fatto povero; sei l’onnipotente, e ti sei fatto debole.
In questa Notte condividiamo la gioia del Vangelo: Dio ci ama, ci ama tanto che ha donato il suo Figlio come nostro fratello, come luce nelle nostre tenebre. Il Signore ci ripete: «Non temete» (Lc 2,10). Come hanno detto gli angeli ai pastori: «Non temete». E anch’io ripeto a tutti voi: Non temete! Il nostro Padre è paziente, ci ama, ci dona Gesù per guidarci nel cammino verso la terra promessa. Egli è la luce che rischiara le tenebre. Egli è la misericordia: il nostro Padre ci perdona sempre. Egli è la nostra pace. Amen.


locandina 2013
                                                              presepidivicenza.com


E IL FESTEGGIATO! ...da

MESSAGE IN A BOTTLE

Dov'è il festeggiato?

Oggi a Messa mi ha colpito questo passo dell'omelia del sacerdote:


Qualcuno è mai andato ad una festa di compleanno senza il festeggiato? Direi di no... Eppure, in questi giorni molti hanno speso tanto tempo nei centri commerciali per fare compere, addobbi nelle case, decorazioni a tavola, qualcuno si è anche sentito male per il troppo cibo... eppure, oggi è il compleanno di Gesù e in molti casi manca proprio il festeggiato"



Niente di più vero. Questa festa è sentita da tutti, credenti e non, ma mi chiedo: gli atei che si scambiano gli auguri oppure i credenti cosiddetti "non praticanti", cosa e chi festeggiano in realtà?


Enzo Bianchi Omelia Natale del Signore 2012



>>> Enzo Bianchi Omelia Natale del Signore 2013

Testo e audio su monasterodibose

Omelia di Natale 2013 di Sua Beatitudine Fouad Twal

Slide- Homélie de Noël 2013

Di seguito l’omelia della Messa della notte di Natale pronunciata dal Patriarca  nella Basilica della Natività.



«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e pace in terra agli uomini che egli ama». (Lc 2,14)
Signor Presidente Mahmoud Abbas, Presidente della Palestina,

Signor Primo Ministro, Rami Al Hamadallah,

Signor Nasser Judeh, Ministro degli Esteri di Giordania,

Signore e Signori Ambasciatori e Consoli,
altri rappresentanti delle Chiese,
Cari pellegrini, cari fedeli,
Dalla grotta di Betlemme desidero presentarVi i miei migliori auguri di gioia e di pace.
Signor Presidente, grazie di essere venuto oggi per celebrare il Natale con noi. Preghiamo per Lei e per la Sua missione affinché si possa trovare una soluzione giusta ed equa al conflitto attuale, per l’unità tra i Palestinesi, per la pace e prosperità del Suo paese. Preghiamo Dio di donarLe saggezza e coraggio. Preghiamo anche per tutti i governanti del Medio Oriente, in modo particolare per Sua Maestà Abdullah II Ben Al-Hussein, Re di Giordania e Guardiano dei Luoghi Santi in Palestina.
Cari fratelli,
La notte di Natale fu drammatica per la Santa Famiglia, che non trovò posto nell’albergo né accoglienza (Lc 2,7). Questa notte storica ci fa pensare alla lunga notte nella quale è immerso il nostro mondo e il nostro Medio Oriente.
Il mondo si trova di fronte ad una lunga notte di conflitti, di guerre, di distruzione, di paura, di odio, di razzismo, e in questi giorni, di neve e di freddo. Da questo luogo santo ricordiamo tutti i drammi dell’umanità in tutti e cinque i continenti: le guerre civili in Africa, il tifone nelle Filippine, per arrivare alla difficile situazione in cui versano Egitto e Iraq e alla tragedia siriana, senza dimenticare i nostri problemi locali: i detenuti, le loro famiglie che continuano a serbare la speranza di un loro rilascio, i poveri che hanno perso le loro terre e hanno visto le loro case demolite, le famiglie che attendono il ricongiungimento, i disoccupati e tutti coloro che soffrono per la crisi economica.
O Bambino di Betlemme, siamo stanchi. Di fronte a questa dolorosa realtà, preghiamo con questo canto dell’Avvento: Víde Dómine afflictiónem pópuli túi …. Guarda o Signore l’afflizione del tuo popolo, e manda Colui che stai per mandare: manda l’Agnello,… affinché Egli ci riscatti dal giogo della nostra schiavitù.
Ma non dobbiamo mai cedere alla disperazione, perché Gesù Salvatore ci annuncia che la pace è possibile, che la fiamma della speranza rimane viva, che la giustizia, la pace e la riconciliazione verranno. Da Betlemme è partito il messaggio della Salvezza; ed è a Betlemme che dobbiamo guardare. Perché in questa notte la promessa divina, cantata dagli angeli, si rinnova: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14).
Siamo invitati all’ottimismo e a rinnovare la nostra fede che questa Terra, patria delle tre religioni monoteiste, possa un giorno diventare un paradiso per tutti i popoli.
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14).
La pace di Cristo è universale ed è basata sulla giustizia. Essa ci fa vedere in ogni persona una creatura di Dio. Si tratta di una pace che dona la vita. Nessuno è autorizzato a volere uccidere nel nome di Dio. Per questo motivo desidero rivolgere, insieme a Papa Francesco, “un forte appello a quanti con le armi seminano violenza e morte: riscoprite in colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e fermate la vostra mano! Rinunciate alla via delle armi e andate incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi! «In quest’ottica, appare chiaro che nella vita dei popoli i conflitti armati costituiscono sempre la deliberata negazione di ogni possibile concordia internazionale, creando divisioni profonde e laceranti ferite che richiedono molti anni per rimarginarsi»” (Messaggio per la XLVII Giornata Mondiale della pace, 7).
In Terra Santa viviamo un conflitto che non sembra trovare una soluzione a breve termine e che pesa fortemente su tutti i suoi abitanti, compresi i cristiani.
Questa dolorosa realtà solleva molte domande sul nostro futuro in questo paese, ed è fonte di profonda preoccupazione. Abbiamo bisogno della risposta della fede. La risposta non è né l’emigrazione né il chiuderci in noi stessi. La risposta è rimanere qui e vivere e morire qui. La nostra terra è santa e in quanto tale deve avere da noi una risposta di fedeltà perché la nostra permanenza in questa terra è una vocazione divina, una benedizione, un privilegio. La fiamma della fede brillerà come la stella dei Magi per indicarci il cammino. Abbiamo bisogno di quel conforto che ci viene dalla nostra fede assoluta nella provvidenza di Dio: “Ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio” (2 Cor 1,4).
La luce della fede può illuminare tutti gli aspetti della nostra vita, il nostro presente e il nostro futuro. Con la fede, la nostra visione diventa più intensa, più profonda, più sublime e più ampia, ciò che l’occhio umano, da solo, non può raggiungere. Con la fede noi vediamo un po’, in un certo senso, come Dio stesso vede. Pertanto, la fede è la saggezza che ci fa prendere le decisioni giuste al momento opportuno. Ma se questa luce viene a mancare, allora “tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male, la strada che porta alla mèta da quella che ci fa camminare in cerchi ripetitivi, senza direzione” (Lumen Fidei, 3).
È questo che rafforza la nostra fede, che Dio è onnipotente, onnisciente, fedele e ci ama. Ecco perché nulla ci deve spaventare, né il presente né il futuro, né i problemi né le difficoltà che colpiscono il nostro Medio Oriente.
O Bambino Divino, che hai sperimentato la fuga in Egitto, dopo la minaccia di Erode, che uccise, duemila anni fa, i bambini di Betlemme, abbi pietà dei nostri figli e di tutti i bambini del mondo. Abbi pietà dei detenuti, dei poveri, degli emarginati e dei più vulnerabili. In questa notte, preghiamo per i vescovi e le religiose della Siria che sono stati rapiti. Preghiamo per il loro ritorno e perché sia loro restituita la dignità. Ricordati di loro, Signore, e di tutti i rifugiati. Dona loro un segno di speranza per un futuro migliore, in modo che possano fare ritorno al loro paese, ritrovando una casa.
O Bambino Divino, Dio di bontà e misericordia, volgi il tuo sguardo buono alla Terra Santa e ai nostri popoli che vivono in Palestina, in Israele e in Giordania e a tutti i popoli del Medio Oriente. Dona loro la riconciliazione perché diventino tutti fratelli – figlio di un unico Padre.
O Bambino Divino, chiediamo la tua pace per intercessione della Vergine Maria, Tua Madre, figlia della nostra terra.
Buon Natale e che la benedizione del Bambino di Betlemme vi accompagni.
+ Fouad Twal, Patriarca Latino di Gerusalemme


Comunità Kairos Omelia della Veglia di Natale




di Carmelo Torcivia, presbitero, responsabile della Comunità Kairòs.
Dio ha un grande desiderio nel suo cuore: poter comunicare se stesso per creare un rapporto di amicizia con tutti gli uomini. Nel momento in cui comunica se stesso, il suo vero volto – di amore, di misericordia, di pazienza, di perdono, di magnanimità – , permette agli uomini di entrare nel calore di una relazione amicale con Lui. E così l’uomo, grazie a questa relazione, compie il viaggio interiore della sua conoscenza e del suo affidamento al Signore. Dio, cioè, rivelando se stesso, permette all’uomo di entrare in una profonda dinamica di autorivelazione. La relazione di amicizia con Dio, grazie a questo volto di luce di Dio, fa capire all’uomo chi realmente egli sia, lo fa arrendere all’amore, raddolcisce il suo cuore, sbriciola la corazza dell’indifferenza e della diffidenza, che in genere riveste il cuore di carne dell’uomo come un’armatura molto ingombrante e nociva.
Per questo, perché avvenga tutto questo, Dio si fa uomo, diventa carne, si fa debolezza, entra in contatto con un’alterità da sé veramente radicale: il peccato e la morte. In Cristo, nel concreto percorso della sua vita fino alla morte in croce, Dio porta su di sé il peccato e la morte, che sono tutto il contrario di Dio. Farsi uomo, per Dio, non è allora una passeggiata, non è un cammino di gloria e di ovazioni. È invece un cammino di kenosi, di abbassamento, di annientamento, di povertà. Perché tutti possano entrare in contatto con Lui. Perché nessuno si senta escluso. Ogni uomo, ogni donna potranno cogliere nel Dio che si è fatto un bambino povero una creatura da proteggere, da custodire. In ogni caso, da non avere mai paura né diffidenza. Tutti, veramente tutti allora, possono partecipare al banchetto di nozze dell’Agnello di Dio che porta su di sé il peccato del mondo. La necessaria veste bianca è anch’essa donata dal Signore. Si tratta di accoglierla con gratitudine. C’è soltanto da far festa, da banchettare, da gioire, da vivere la pace della vera fraternità universale.
E Dio compie questo processo di kenosi e lo compie fin da principio, senza scontarsi nulla. Anzi, rende partecipi di questo stesso cammino gli uomini e le donne che Egli chiama. E così Elisabetta, Maria, Giuseppe, Zaccaria, Giovanni Battista, Simeone: tutti loro hanno avuto qualcosa da dire, da fare e da essere per preparare il laborioso cantiere dell’incarnazione di Dio. Le donne la cui fede è legata al “nulla è impossibile a Dio”, il giusto custode che si lascia guidare dai sogni, il silenzio espiatorio dell’incredulità, la vita scarnificata che si fa voce nel deserto contro ogni ingiustizia, la paziente e fedele attesa del Signore che ha saputo contare i giorni della propria vita fino alla vecchiaia per sciogliere l’abbraccio della morte nella gioia dell’incontro. Ognuno di loro – e noi in loro – ha generato il Signore, ha preparato le strade per l’incontro con Dio.
E così anche noi. Noi che siamo i pastori insonni, le sentinelle che aspettano l’alba, gli occhi delle civette che ci vedono di notte.
Noi oggi non ci stanchiamo di leggere, scrutare, interpretare le Scritture di Israele e della Chiesa per trovarvi quel senso antico che s’invera nel nostro oggi. La pratica della lectio divina è la prima fedeltà che vogliamo professare. Malgrado le nostre stanchezze in ordine alla vita comunitaria, le nostre abitudini chiuse al nuovo che sorge dalle stesse tradizioni, le tentazioni di scontatezza che molte volte attraversano la lettura degli stessi testi sacri. La lectio divina ci custodisce. Come i pastori d’Israele, attendiamo insonni l’annunzio di gioia e di liberazione degli angeli.
Noi oggi non ci stanchiamo di sognare ad occhi aperti un’umanità rinnovata dal cuore di Dio sotto il segno della fraternità e della pace. Malgrado la tentazione di chiudere definitivamente gli occhi per lunghezza della notte della crisi umana, antropologica prima ancora che economica. Non ci lasciamo stordire dal sonno avvelenato dal cinismo, dalla “globalizzazione dell’indifferenza”. Abbiamo un sogno che coltiviamo ad occhi aperti. Ed in questo sogno Dio ci parla e ci guida. Giusti come Giuseppe. Capaci di custodire la famiglia umana anche nell’esilio della marginalità. Come Giuseppe. Le sentinelle che fanno la guardia di notte sanno che l’attesa è lunga, ma l’alba è certa.
Noi oggi non ci stanchiamo di essere fedeli al mistero di pasqua, di saper vivere le nostre morti quotidiane con la fede nella resurrezione. I nostri occhi, come quelli delle civette, ci vedono di notte e sanno rischiarare il mistero del dolore e della morte con la resurrezione di Cristo. Il Gesù bambino che oggi nasce è, nell’iconologia bizantina, rivestito con le fasce con cui si rivestivano i morti perché nessuno dimentichi l’unità del processo d’incarnazione e la finalità pasquale dello stesso Natale.
Cosa dire, infine?
L’ultima parola la lasciamo a Francesco, l’attuale Vescovo di Roma, nel messaggio per 47 Giornata mondiale della pace.
“Cristo è venuto nel mondo per portarci la grazia divina, cioè la possibilità di partecipare alla sua vita. Ciò comporta tessere una relazionalità fraterna, improntata alla reciprocità, al perdono, al dono totale di sé, secondo l’ampiezza e la profondità dell’amore di Dio, offerto da Colui che, crocifisso e risorto, attira tutti a sé […] È questa la buona novella che richiede ad ognuno un passo in più, un esercizio perenne di empatia, di ascolto della sofferenza e della speranza dell’altro, anche del più lontano da me, incamminandosi sulla strada esigente di quell’amore che sa donarsi e spendersi con gratuità per il bene di ogni fratello e sorella. Cristo abbraccia tutto l’uomo e vuole che nessuno si perda”.
Il Verbo di Dio fatto carne, che è venuto nel mondo per servire e non essere servito, ci conceda la grazia di custodire ogni suo sentimento, perché nel servizio umile e disinteressato verso tutti si compia la sua gioia in noi.
Amen.

Natale 2013 - Messaggio natalizio di Papa Francesco

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Natale 2013 - Messaggio natalizio di Papa Francesco: “Tu, Principe della pace, converti ovunque il cuore dei violenti perché depongano le armi e si intraprenda la via del dialogo. La vera pace non è un equilibrio tra forze contrarie. Lasciamoci commuovere dalla bontà di Dio"

[Text: Italiano, Français, English, Español, Português]
"La pace è un impegno di tutti i giorni, che si porta avanti a partire dal dono di Dio, dalla sua grazia che ci ha dato in Gesù Cristo. Guardando il Bambino nel presepe, pensiamo ai bambini che sono le vittime più fragili delle guerre, ma pensiamo anche agli anziani, alle donne maltrattate, ai malati… Le guerre spezzano e feriscono tante vite!"
Testo dell'allocuzione del Papa - Il segno (...) indica frasi aggiunte dal Santo Padre e pronunciate a braccio.
Alle ore 12 di oggi, Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia della Benedizione il Santo Padre Francesco ha pronunciato il tradizionale Messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio, internet e la televisione.
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama»(Lc 2,14).
Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero, buon giorno e buon Natale! Faccio mio il canto degli angeli, che apparvero ai pastori di Betlemme nella notte in cui nacque Gesù. Un canto che unisce cielo e terra, rivolgendo al cielo la lode e la gloria, e alla terra degli uomini l’augurio di pace.
Invito tutti ad unirsi a questo canto: questo canto è per ogni uomo e donna che veglia nella notte, che spera in un mondo migliore, che si prende cura degli altri cercando di fare umilmente il proprio dovere.
Gloria a Dio!
A questo prima di tutto ci chiama il Natale: a dare gloria a Dio, perché è buono, è fedele, è misericordioso. In questo giorno auguro a tutti di riconoscere il vero volto di Dio, il Padre che ci ha donato Gesù. Auguro a tutti di sentire che Dio è vicino, di stare alla sua presenza, di amarlo, di adorarlo.
E ognuno di noi possa dare gloria a Dio soprattutto con la vita, con una vita spesa per amore suo e dei fratelli.
Pace agli uomini.
La vera pace (...) non è un equilibrio tra forze contrarie. Non è una bella “facciata”, dietro alla quale ci sono contrasti e divisioni. La pace è un impegno di tutti i giorni, (...) che si porta avanti a partire dal dono di Dio, dalla sua grazia che ci ha dato in Gesù Cristo. Guardando il Bambino nel presepe, (...) pensiamo ai bambini che sono le vittime più fragili delle guerre, ma pensiamo anche agli anziani, alle donne maltrattate, ai malati… Le guerre spezzano e feriscono tante vite!
Troppe ne ha spezzate negli ultimi tempi il conflitto in Siria, fomentando odio e vendetta. Continuiamo a pregare il Signore perché risparmi all’amato popolo siriano nuove sofferenze e le parti in conflitto mettano fine ad ogni violenza e garantiscano l’accesso agli aiuti umanitari. Abbiamo visto quanto è potente la preghiera! E sono contento che oggi si uniscano a questa nostra implorazione per la pace in Siria anche credenti di diverse confessioni religiose. Non perdiamo mai il coraggio della preghiera! Il coraggio di dire: Signore, dona la tua pace alla Siria e al mondo intero. (...)
Dona pace alla Repubblica Centroafricana, spesso dimenticata dagli uomini. Ma tu, Signore, non dimentichi nessuno! E vuoi portare pace anche in quella terra, dilaniata da una spirale di violenza e di miseria, dove tante persone sono senza casa, acqua e cibo, senza il minimo per vivere. Favorisci la concordia nel Sud-Sudan, dove le tensioni attuali hanno già provocato troppe vittime e minacciano la pacifica convivenza di quel giovane Stato.
Tu, Principe della pace, converti ovunque il cuore dei violenti perché depongano le armi e si intraprenda la via del dialogo. Guarda alla Nigeria, lacerata da continui attacchi che non risparmiano gli innocenti e gli indifesi. Benedici la Terra che hai scelto per venire nel mondo e fa’ giungere a felice esito i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi. Sana le piaghe dell’amato Iraq, colpito ancora da frequenti attentati.
Tu, Signore della vita, proteggi quanti sono perseguitati a causa del tuo nome. Dona speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati, specialmente nel Corno d’Africa e nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Fa’ che i migranti in cerca di una vita dignitosa trovino accoglienza e aiuto. Tragedie come quelle a cui abbiamo assistito quest’anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più!
O Bambino di Betlemme, tocca il cuore di quanti sono coinvolti nella tratta di esseri umani, affinché si rendano conto della gravità di tale delitto contro l’umanità. Volgi il tuo sguardo ai tanti bambini che vengono rapiti, feriti e uccisi nei conflitti armati, e a quanti vengono trasformati in soldati, derubati della loro infanzia.
Signore del cielo e della terra, guarda a questo nostro pianeta, che spesso la cupidigia e l’avidità degli uomini sfrutta in modo indiscriminato. Assisti e proteggi quanti sono vittime di calamità naturali, soprattutto il caro popolo filippino, gravemente colpito dal recente tifone. Cari fratelli e sorelle, in questo mondo, in questa umanità oggi è nato il Salvatore, che è Cristo Signore. Fermiamoci davanti al Bambino di Betlemme. Lasciamo che il nostro cuore si commuova, (...) lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di Dio; abbiamo bisogno delle sue carezze. (...) Dio è grande nell’amore, a Lui la lode e la gloria nei secoli! Dio è pace: chiediamogli che ci aiuti a costruirla ogni giorno, nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre città e nazioni, nel mondo intero. Lasciamoci commuovere dalla bontà di Dio.
FRANCESE
« Gloire à Dieu au plus haut des cieux
et sur la terre paix aux hommes qu’il aime » (Lc 2,14)
Chers frères et soeurs de Rome et du monde, joyeux Noël ! Je fais mien le chant des anges, qui apparurent aux bergers de Bethléem dans la nuit où naquit Jésus. Un chant qui unit ciel et terre, adressant au ciel la louange et la gloire, et à la terre des hommes le voeu de paix.
Je vous invite tous à vous unir à ce chant : ce chant est pour chaque homme et pour chaque femme qui veille dans la nuit, qui espère un monde meilleur, qui prend soin des autres en cherchant à faire humblement son devoir.
Gloire à Dieu !
Noël nous appelle à cela avant tout : à rendre gloire à Dieu, parce qu’il est bon, il est fidèle, il est miséricordieux. En ce jour, je souhaite à tous de reconnaître le vrai visage de Dieu, le Père qui nous a donné Jésus. Je souhaite à tous de sentir que Dieu est proche, de demeurer en sa présence, de l’aimer, de l’adorer.
Et que chacun de nous puisse rendre gloire à Dieu, surtout par sa vie, une vie dépensée pour son amour et pour celui des frères.
Paix aux hommes.
La paix véritable n’est pas un équilibre entre des forces contraires. Ce n’est pas une belle « façade », derrière laquelle il y a des oppositions et des divisions. La paix est un engagement de tous les jours, qu’on fait avancer à partir du don de Dieu, de sa grâce qui nous a été donnée en Jésus Christ.
En regardant l’Enfant dans la crèche, pensons aux enfants qui sont les victimes plus fragiles des guerres, mais pensons aussi aux personnes âgées, aux femmes maltraitées, aux malades… Les guerres brisent et blessent tant de vies !
Le conflit en Syrie en a trop brisé ces derniers temps, fomentant haine et vengeance. Continuons à prier le Seigneur, pour qu’il épargne au bien-aimé peuple syrien de nouvelles souffrances et que les parties en conflit mettent fin à toute violence et garantissent l’accès aux aides humanitaires. Nous avons vu combien la prière est puissante ! Et je suis heureux qu’aujourd’hui des croyants de diverses confessions religieuses s’unissent aussi à notre supplication pour la paix en Syrie. Ne perdons jamais le courage de la prière ! Le courage de dire : Seigneur, donne ta paix à la Syrie et au monde entier.
Donne la paix à la République Centrafricaine, souvent oubliée des hommes. Mais toi, Seigneur, tu n’oublies personne ! Et tu veux porter aussi la paix à cette terre, déchirée par une spirale de violence et de misère, où beaucoup de personnes sont sans maison, sans eau ni nourriture, sans le minimum pour vivre. Favorise la concorde au Sud-Soudan, où les tensions actuelles ont déjà provoqué des victimes et menacent la cohabitation pacifique dans ce jeune État.
Toi, Prince de la Paix, convertis partout le coeur des violents pour qu’ils déposent les armes et entreprennent le chemin du dialogue. Regarde le Nigeria, lacéré par de continuelles attaques qui n’épargnent pas les innocents ni ceux qui sont sans défense. Bénis la Terre que tu as choisie pour venir dans le monde et fais aboutir à une heureuse issue les négociations de paix entre Israéliens et Palestiniens. Guéris les plaies de l’Irak bien-aimé, encore frappé par de fréquents attentats.
Toi, Seigneur de la vie, protège tous ceux qui sont persécutés à cause de ton nom. Donne espérance et réconfort aux personnes déplacées et aux réfugiés, spécialement dans la Corne de l’Afrique et dans l’est de la République démocratique du Congo. Fais que les migrants en quête d'une vie digne trouvent accueil et aide. Que des tragédies comme celles à laquelle nous avons assisté cette année, avec les nombreux morts à Lampedusa, n’arrivent jamais plus !
Ô Enfant de Bethléem, touche le coeur de tous ceux qui sont impliqués dans la traite des êtres humains, afin qu’ils se rendent compte de la gravité de tels délits contre l’humanité. Tourne ton regard vers les nombreux enfants qui sont enlevés, blessés et tués dans les conflits armés, et vers tous ceux qui sont transformés en soldats, volés de leur enfance.
Seigneur du ciel et de la terre, regarde notre planète, que la convoitise et l’avidité des hommes exploitent souvent sans faire preuve de discernement. Assiste et protège tous ceux qui sont victimes de calamités naturelles, surtout le cher peuple philippin, gravement frappé par le récent typhon.
Chers frères et soeurs, en ce monde, en cette humanité aujourd’hui est né le Sauveur, qui est le Christ Seigneur. Arrêtons-nous devant l’Enfant de Bethléem. Laissons notre coeur s’émouvoir, laissons-le se réchauffer à la tendresse de Dieu ; nous avons besoin de ses caresses. Dieu est grand en amour, à Lui la louange et la gloire dans les siècles ! Dieu est paix : demandons-lui qu’il nous aide à la construire chaque jour, dans notre vie, dans nos familles, dans nos villes et dans nos nations, dans le monde entier. Laissons-nous toucher par la bonté de Dieu.
INGLESE
Glory to God in the highest heaven,
and on earth peace among those whom he favours (Lk 2:14)
Dear brothers and sisters in Rome and throughout the world, Happy Christmas! I take up the song of the angels who appeared to the shepherds in Bethlehem on the night when Jesus was born. It is a song which unites heaven and earth, giving praise and glory to heaven, and the promise of peace to earth and all its people.
I ask everyone to share in this song: it is a song for every man or woman who keeps watch through the night, who hopes for a better world, who cares for others while humbly seeking to do his or her duty.
Glory to God!
Above all else, this is what Christmas bids us to do: give glory to God, for he is good, he is faithful, he is merciful. Today I voice my hope that everyone will come to know the true face of God, the Father who has given us Jesus. My hope is that everyone will feel God’s closeness, live in his presence, love him and adore him.
May each of us give glory to God above all by our lives, by lives spent for love of him and of all our brothers and sisters.
Peace to mankind
True peace is not a balance of opposing forces. It is not a lovely “façade” which conceals conflicts and divisions. Peace calls for daily commitment, starting from God’s gift, from the grace which he has given us in Jesus Christ.
Looking at the Child in the manger, our thoughts turn to those children who are the most vulnerable victims of wars, but we think too of the elderly, to battered women, to the sick… Wars shatter and hurt so many lives!
Too many lives have been shattered in recent times by the conflict in Syria, fueling hatred and vengeance. Let us continue to ask the Lord to spare the beloved Syrian people further suffering, and to enable the parties in conflict to put an end to all violence and guarantee access to humanitarian aid. We have seen how powerful prayer is! And I am happy today too, that the followers of different religious confessions are joining us in our prayer for peace in Syria. Let us never lose the courage of prayer! The courage to say: Lord, grant your peace to Syria and to the whole world.
Grant peace to the Central African Republic, often forgotten and overlooked. Yet you, Lord, forget no one! And you also want to bring peace to that land, torn apart by a spiral of violence and poverty, where so many people are homeless, lacking water, food and the bare necessities of life. Foster social harmony in South Sudan, where current tensions have already caused numerous victims and are threatening peaceful coexistence in that young state.
Prince of Peace, in every place turn hearts aside from violence and inspire them to lay down arms and undertake the path of dialogue. Look upon Nigeria, rent by constant attacks which do not spare the innocent and defenseless. Bless the land where you chose to come into the world, and grant a favourable outcome to the peace talks between Israelis and Palestinians. Heal the wounds of the beloved country of Iraq, once more struck by frequent acts of violence.
Lord of life, protect all who are persecuted for your name. Grant hope and consolation to the displaced and refugees, especially in the Horn of Africa and in the eastern part of the Democratic Republic of the Congo. Grant that migrants in search of a dignified life may find acceptance and assistance. May tragedies like those we have witnessed this year, with so many deaths at Lampedusa, never occur again!
Child of Bethlehem, touch the hearts of all those engaged in human trafficking, that they may realize the gravity of this crime against humanity. Look upon the many children who are kidnapped, wounded and killed in armed conflicts, and all those who are robbed of their childhood and forced to become soldiers.
Lord of heaven and earth, look upon our planet, frequently exploited by human greed and rapacity. Help and protect all the victims of natural disasters, especially the beloved people of the Philippines, gravely affected by the recent typhoon. Dear brothers and sisters, today, in this world, in this humanity, is born the Saviour, who is Christ the Lord. Let us pause before the Child of Bethlehem. Let us allow our hearts to be touched, let us allow ourselves to be warmed by the tenderness of God; we need his caress. God is full of love: to him be praise and glory forever! God is peace: let us ask him to help us to be peacemakers each day, in our life, in our families, in our cities and nations, in the whole world. Let us allow ourselves to be moved by God’s goodness.
SPAGNOLO
«Gloria a Dios en el cielo,
y en la tierra paz a los hombres que Dios ama » (Lc 2,14).
Queridos hermanos y hermanas de Roma y del mundo entero, ¡feliz Navidad! Hago mías las palabras del cántico de los ángeles, que se aparecieron a los pastores de Belén la noche de la Navidad. Un cántico que une cielo y tierra, elevando al cielo la alabanza y la gloria y saludando a la tierra de los hombres con el deseo de la paz.
Les invito a todos a hacer suyo este cántico, que es el de cada hombre y mujer que vigila en la noche, que espera un mundo mejor, que se preocupa de los otros, intentado hacer humildemente su proprio deber.
Gloria a Dios.
A esto nos invita la Navidad en primer lugar: a dar gloria a Dios, porque es bueno, fiel, misericordioso. En este día mi deseo es que todos puedan conocer el verdadero rostro de Dios, el Padre que nos ha dado a Jesús. Me gustaría que todos pudieran sentir a Dios cerca, sentirse en su presencia, que lo amen, que lo adoren.
Y que todos nosotros demos gloria a Dios, sobre todo, con la vida, con una vida entregada por amor a Él y a los hermanos.
Paz a los hombres.
La verdadera paz no es un equilibrio de fuerzas opuestas. No es pura “fachada”, que esconde luchas y divisiones. La paz es un compromiso cotidiano, que se logra contando con el don de Dios, con la gracia que nos ha dado en Jesucristo.
Viendo al Niño en el Belén, pensemos en los niños que son las víctimas más vulnerables de las guerras, pero pensemos también en los ancianos, en las mujeres maltratadas, en los enfermos… ¡Las guerras destrozan tantas vidas y causan tanto sufrimiento!
Demasiadas ha destrozado en los últimos tiempos el conflicto de Siria, generando odios y venganzas. Sigamos rezando al Señor para que el amado pueblo sirio se vea libre de más sufrimientos y las partes en conflicto pongan fin a la violencia y garanticen el acceso a la ayuda humanitaria. Hemos podido comprobar la fuerza de la oración. Y me alegra que hoy se unan a nuestra oración por la paz en Siria creyentes de diversas confesiones religiosas. No perdamos nunca la fuerza de la oración. La fuerza para decir a Dios: Señor, concede tu paz a Siria y al mundo entero.
Concede la paz a la República Centroafricana, a menudo olvidada por los hombres. Pero tú, Señor, no te olvidas de nadie. Y quieres que reine la paz también en aquella tierra, atormentada por una espiral de violencia y de miseria, donde muchas personas carecen de techo, agua y alimento, sin lo mínimo indispensable para vivir. Que se afiance la concordia en Sudán del Sur, donde las tensiones actuales ya han provocado víctimas y amenazan la pacífica convivencia de este joven Estado.
Tú, Príncipe de la paz, convierte el corazón de los violentos, allá donde se encuentren, para que depongan las armas y emprendan el camino del diálogo. Vela por Nigeria, lacerada por continuas violencias que no respetan ni a los inocentes e indefensos. Bendice la tierra que elegiste para venir al mundo y haz que lleguen a feliz término las negociaciones de paz entre israelitas y palestinos. Sana las llagas de la querida tierra de Iraq, azotada todavía por frecuentes atentados.
Tú, Señor de la vida, protege a cuantos sufren persecución a causa de tu nombre. Alienta y conforta a los desplazados y refugiados, especialmente en el Cuerno de África y en el este de la República Democrática del Congo. Haz que los emigrantes, que buscan una vida digna, encuentren acogida y ayuda. Que no asistamos de nuevo a tragedias como las que hemos visto este año, con los numerosos muertos en Lampedusa.
Niño de Belén, toca el corazón de cuantos están involucrados en la trata de seres humanos, para que se den cuenta de la gravedad de este delito contra la humanidad. Dirige tu mirada sobre los niños secuestrados, heridos y asesinados en los conflictos armados, y sobre los que se ven obligados a convertirse en soldados, robándoles su infancia.
Señor, del cielo y de la tierra, mira a nuestro planeta, que a menudo la codicia y el egoísmo de los hombres explota indiscriminadamente. Asiste y protege a cuantos son víctimas de los desastres naturales, sobre todo al querido pueblo filipino, gravemente afectado por el reciente tifón.
Queridos hermanos y hermanas, en este mundo, en esta humanidad hoy ha nacido el Salvador, Cristo el Señor. No pasemos de largo ante el Niño de Belén. Dejemos que nuestro corazón se conmueva, se enardezca con la ternura de Dios; necesitamos sus caricias. El amor de Dios es grande; a Él la gloria por los siglos. Dios es nuestra paz: pidámosle que nos ayude a construirla cada día, en nuestra vida, en nuestras familias, en nuestras ciudades y naciones, en el mundo entero. Dejémonos conmover por la bondad de Dios.
PORTOGHESE
«Glória a Deus nas alturas
e paz na terra aos homens do seu agrado» (Lc 2, 14).
Queridos irmãos e irmãs de Roma e do mundo inteiro, feliz Natal!
Faço meu o cântico dos anjos que apareceram aos pastores de Belém, na noite em que nasceu Jesus. Um cântico que une céu e terra, dirigindo ao céu o louvor e a glória e, à terra dos homens, votos de paz.
Convido todos a unirem-se a este cântico: este cântico é para todo o homem e mulher que vela na noite, que tem esperança num mundo melhor, que cuida dos outros procurando humildemente cumprir o seu dever.
Glória a Deus.
A primeira coisa que o Natal nos chama a fazer é isto: dar glória a Deus, porque Ele é bom, é fiel, é misericordioso. Neste dia, desejo a todos que possam reconhecer o verdadeiro rosto de Deus, o Pai que nos deu Jesus. Desejo a todos que possam sentir que Deus está perto, possam estar na sua presença, amá-Lo, adorá-Lo.
Possa cada um de nós dar glória a Deus sobretudo com a vida, com uma vida gasta por amor d’Ele e dos irmãos.
Paz aos homens.
A verdadeira paz não é um equilíbrio entre forças contrárias; não é uma bela «fachada», por trás da qual há contrastes e divisões. A paz é um compromisso de todos os dias, que se realiza a partir do dom de Deus, da graça que Ele nos deu em Jesus Cristo. Vendo o Menino no presépio, pensamos nas crianças que são as vítimas mais frágeis das guerras, mas pensamos também nos idosos, nas mulheres maltratadas, nos doentes... As guerras dilaceram e ferem tantas vidas!
Muitas dilacerou, nos últimos tempos, o conflito na Síria, fomentando ódio e vingança. Continuemos a pedir ao Senhor que poupe novos sofrimentos ao amado povo sírio, e as partes em conflito ponham fim a toda a violência e assegurem o acesso à ajuda humanitária. Vimos como é poderosa a oração! E fico contente sabendo que hoje também se unem a esta nossa súplica pela paz na Síria crentes de diversas confissões religiosas. Nunca percamos a coragem da oração! A coragem de dizer: Senhor, dai a vossa paz à Síria e ao mundo inteiro. Dai paz à República Centro-Africana, frequentemente esquecida dos homens. Mas Vós, Senhor, não esqueceis ninguém e quereis levar a paz também àquela terra, dilacerada por uma espiral de violência e miséria, onde muitas pessoas estão sem casa, sem água nem comida, sem o mínimo para viver. Favorecei a concórdia no Sudão do Sul, onde as tensões actuais já provocaram diversas vítimas e ameaçam a convivência pacífica naquele jovem Estado. Vós, ó Príncipe da Paz, convertei por todo o lado o coração dos violentos, para que deponham as armas e se empreenda o caminho do diálogo. Olhai a Nigéria, dilacerada por contínuos ataques que não poupam inocentes nem indefesos. Abençoai a Terra que escolhestes para vir ao mundo e fazei chegar a um desfecho feliz as negociações de paz entre Israelitas e Palestinianos. Curai as chagas do amado Iraque, ferido ainda frequentemente por atentados. Vós, Senhor da vida, protegei todos aqueles que são perseguidos por causa do vosso nome. Dai esperança e conforto aos deslocados e refugiados, especialmente no Corno de África e no leste da República Democrática do Congo. Fazei que os emigrantes em busca duma vida digna encontrem acolhimento e ajuda. Que nunca mais aconteçam tragédias como aquelas a que assistimos este ano, com numerosos mortos em Lampedusa.
Ó Menino de Belém, tocai o coração de todos os que estão envolvidos no tráfico de seres humanos, para que se dêem conta da gravidade deste crime contra a humanidade. Voltai o vosso olhar para as inúmeras crianças que são raptadas, feridas e mortas nos conflitos armados e para quantas são transformadas em soldados, privadas da sua infância.
Senhor do céu e da terra, olhai para este nosso planeta, que a ganância e a ambição dos homens exploram muitas vezes indiscriminadamente. Assisti e protegei quantos são vítimas de calamidades naturais, especialmente o querido povo filipino, gravemente atingido pelo recente tufão.

Queridos irmãos e irmãs, hoje, neste mundo, nesta humanidade, nasceu o Salvador, que é Cristo Senhor. Detenhamo-nos diante do Menino de Belém. Deixemos que o nosso coração se comova, deixemo-lo abrasar-se pela ternura de Deus; precisamos das suas carícias. Deus é grande no amor; a Ele, o louvor e a glória pelos séculos! Deus é paz: peçamos-Lhe que nos ajude a construí-la cada dia na nossa vida, nas nossas famílias, nas nossas cidades e nações, no mundo inteiro. Deixemo-nos comover pela bondade de Deus.

*

Gli auguri di Buon Natale di Papa Francesco a tutti popoli: “Invoco il dono natalizio della gioia e della pace per tutti” 
[Text: Italiano, Français, English, Español, Português] 
Testo in lingua italiana
A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione, rivolgo il mio augurio: buon Natale!
In questo giorno illuminato dalla speranza evangelica che proviene dall’umile grotta di Betlemme, invoco il dono natalizio della gioia e della pace per tutti: per i bambini e gli anziani, per i giovani e le famiglie, per i poveri e gli emarginati. Gesù, nato per noi, conforti quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza; sostenga coloro che si dedicano al servizio dei fratelli più bisognosi. Buon Natale a tutti!
Traduzione in lingua francese
À vous tous, chers frères et soeurs, venus de partout dans le monde sur cette place, et à vous tous de divers pays qui êtes reliés par les moyens de communication, j’adresse mes voeux : joyeux Noël !
En ce jour illuminé par l’espérance évangélique qui vient de l’humble grotte de Bethléem, j’invoque le don propre à Noël de la joie et de la paix pour tous : pour les enfants et les personnes âgées, pour les jeunes et les familles, pour les pauvres et les exclus. Que Jésus, qui est né pour nous, réconforte tous ceux qui sont éprouvés par la maladie et par la souffrance ; qu’il soutienne ceux qui se consacrent au service de leurs frères qui en ont le plus besoin. Joyeux Noël !
Traduzione in lingua inglese
To you, dear brothers and sisters, gathered from throughout the world in this Square, and to all those from different countries who join us through the communications media, I offer my cordial best wishes for a merry Christmas!
On this day illumined by the Gospel hope which springs from the humble stable of Bethlehem, I invoke the Christmas gift of joy and peace upon all: upon children and the elderly, upon young people and families, the poor and the marginalized. May Jesus, who was born for us, console all those afflicted by illness and suffering; may he sustain those who devote themselves to serving our brothers and sisters who are most in need. Happy Christmas!
Traduzione in lingua spagnola
A todos ustedes, queridos hermanos y hermanas, venidos de todas partes del mundo a esta Plaza, y a cuantos desde distintos países se unen a nosotros a través de los medios de comunicación social, les deseo Feliz Navidad.
En este día, iluminado por la esperanza evangélica que proviene de la humilde gruta de Belén, pido para todos ustedes el don navideño de la alegría y de la paz: para los niños y los ancianos, para los jóvenes y las familias, para los pobres y marginados. Que Jesús, que vino a este mundo por nosotros, consuele a los que pasan por la prueba de la enfermedad y el sufrimiento y sostenga a los que se dedican al servicio de los hermanos más necesitados. ¡Feliz Navidad!
Traduzione in lingua portoghese
A vós, queridos irmãos e irmãs, vindos de todo o mundo e reunidos nesta Praça, e a quantos estão em ligação connosco nos diversos países através dos meios de comunicação, dirijo os meus votos de um Natal Feliz!
Neste dia, iluminado pela esperança evangélica que provém da gruta humilde de Belém, invoco os dons natalícios da alegria e da paz para todos: para as crianças e os idosos, para os jovens e as famílias, para os pobres e os marginalizados. Nascido para nós, Jesus conforte quantos suportam a prova da doença e da tribulação; sustente aqueles que se dedicam ao serviço dos irmãos mais necessitados. Feliz Natal!

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