Santa Maria,

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lunedì 29 aprile 2013

KIKO: A SUA IMMAGINE - 28 APRILE 2013 & incontro di Catanzaro:comunità neocatecumenali di Calabria, Campania e Sicilia.



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KIKO: A SUA IMMAGINE - 28 APRILE 2013 1/3





KIKO: A SUA IMMAGINE - 28 APRILE 2013 PARTE 3/3




 "La "Notizia" che cambia la vita"


TGR Calabria – Servizio sull’incontro di Kiko a Catanzaro

 

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KIKO ARGUELLO A CATANZARO "COMPLETO"





15.000 persone da Calabria, Campania e Sicilia ieri a Catanzaro per l’incontro del Cammino Neocatecumenale voluto dal vescovo Bertolone e presieduto dal cardinale di Palermo, Paolo Romeo


Sole cocente, rimandi di orari, una leggera disorganizzazione nella disposizione dei posti. L’incontro di Kiko Argüello con le comunità neocatecumenali di Calabria, Campania e Sicilia, svoltosi ieri pomeriggio a Catanzaro Lido – voluto fortemente dall’Arcivescovo Vincenzo Bertolone, e presieduto dal cardinale di Palermo Paolo Romeo – presentava diverse e impreviste difficoltà (tra cui il ritardo dell’aereo di Kiko) che hanno messo a dura prova il programma e il lavoro di organizzazione delle comunità locali.

Eppure c’è sempre qualcosa in più in questi incontri, uno spirito che aleggia e che dona serenità, che soffia quando all’ombra ci sono 30° gradi, che fa stare comodi anche se si è sdraiati sul terriccio, e che nonostante si grondi di sudore, dona la forza di ballare, cantare e suonare la chitarra per dodici ore di fila.

Questo Spirito non viene dal “fomento” tipico di qualsiasi incontro giovanile, né dalla “kikolatria” denunciata dai detrattori del Cammino Neocatecumenale. Ma dalla Parola, dall’Annuncio, dalla notizia che “Cristo è morto e risorto, si è preso sulle spalle tutti i nostri peccati, siede ora alla destra del Padre e vuole donarci una vita nuova”.

È il kerygma, la buona notizia che Kiko Argüello non smette di rimarcare ogni qualvolta apre bocca, anche quando è ospite, come ieri mattina, al programma Rai A Sua Immagine e il giornalista gli chiede vagamente come siano strutturate le Missioni nelle 100 piazze.
Perché “questa notizia ti cambia la vita” e “quando si annunzia si compie” ha sottolineato con vigore l’iniziatore dell’itinerario neocatecumenale. Questo spiega perché quasi 15.000 persone – tra cui numerosi anziani e bambini – siano rimaste immobili dalle 7.30 del mattino fino alle 20 sotto il palco montato di fronte al mare. Perché quasi 100 maschi e una cinquantina di donne si siano “alzati”, pronunciando nel cuore il sì per entrare in seminario o abbracciare la vita consacrata. E perché circa 150 ragazzi abbiano voluto ricevere il rosario per pregare ogni giorno davanti al Santissimo in sostegno delle missio ad gentes di Manchester e Stoccolma.
“L’urgenza di annunciare l’amore di Cristo” – come recitava la II Lettera di Paolo ai Corinzi letta ieri – è al centro poi delle Missioni nelle piazze cittadine che le comunità di tutto il mondo hanno intrapreso da domenica 7 aprile. Un’iniziativa per l’Anno della Fede che finora “ha portato grandi frutti” ha riferito Kiko. Come a Manila, dove – ha raccontato – durante una missione passava un feretro e tutti i fratelli si sono acquetati. Poco dopo una donna esce dalla Chiesa e chiede di dire qualcosa al microfono: “Sono la moglie del defunto – dice – mio marito domenica scorsa era presente alla vostra missione. Non parlava con me e i suoi figli da due anni, ma dopo le vostre parole, ci ha chiesto perdono. Tre giorni fa, poi, è morto”. O come la ragazza di Brasilia intenzionata ad uccidere sé stessa e il bambino che portava in grembo per vendicarsi del fidanzato che l’aveva abbandonata. “Questa donna – ha detto Kiko – è scoppiata a piangere nel sentire l’annuncio ed è stata aiutata dai giovani delle comunità”.
“Non c’è cosa più immensa nel mondo di annunziare il Vangelo a tutti gli uomini, a tutte le nazioni” ha ribadito più volte Argüello impugnando la croce astile. E se già Benedetto XVI aveva approvato questa iniziativa che sta coinvolgendo 10.000 piazze di 120 nazioni, papa Francesco ha dato una conferma con la costante esortazione ad una Chiesa “che deve uscire e andare nelle periferie dell’esistenza”. Non a caso, il Santo Padre – ha raccontato Kiko – “incontrando una sorella del Cammino a Santa Marta, chiedendole come andassero le Missioni, ha esclamato ‘bravi, continuate ad andare nelle piazze!’”.
“E’ il fuoco dello Spirito Santo” a mettere in moto questo lío (in spagnolo: macello) come lo ha simpaticamente definito il Pontefice. Un fuoco, ha detto Kiko, che “come quello apparso a Mosè, è in mezzo ai rovi, alle difficoltà”, ma che continua a brillare acceso.
A fare “gli onori di casa”, Salvatore Morfino, catechista itinerante responsabile di Calabria e Sicilia. Insieme a lui sul palco mons. Luigi Cantafora, vescovo di Reggio Calabria; le altre equipe itineranti; il rettore del Redemptoris Mater di Cosenza, don Alessandro Giglio; sacerdoti e autorità politiche regionali. Nel pubblico anche rappresentanti dei Focolari e del Rinnovamento nello Spirito che Morfino ha ringraziato per “la comunione e la partecipazione”. Assenti invece padre Mario Pezzi e Carmen Hernandez per problemi di salute.
Il pomeriggio è stato scandito dai momenti tradizionali: i canti, la processione dei presbiteri che accompagnavano l’immagine della Madonna sul palco (in questo caso la Vergine delle Grazie, patrona della diocesi catanzarese), la proclamazione del Vangelo, l’annuncio delkerygma e le chiamate vocazionali.
Lungo e sentito l’intervento del cardinale Romeo. Commentando il Vangelo di Giovanni, il porporato si è soffermato sul “comandamento dell’amore” di cui Cristo è “la misura alta” e che trova compimento nella la liturgia eucaristica, sacramento in cui il Figlio di Dio “ci dona la vita”. In virtù di questo amore, Dio ci ha eletti come suoi figli. Ciò si evidenzia negli itinerari, dove – al contrario delle parrocchie in cui “ci si trova” – “si riconosce di essere scelti da Cristo”,ha chiosato l’Arcivescovo di Palermo.
“La vita di tutti è una risposta ad una vocazione, perché Dio ha un disegnao su ciascuno di noi è attende che mettiamo a frutto i doni che ci ha donato” ha poi aggiunto il cardinale, quasi ad incoraggiare le successive chiamate vocazionali.
Il discorso introduttivo di mons. Bertolone è stato invece un personale elogio delle comunità neocatecumenali. “Siete una concreta novità della Chiesa post Concilio – ha detto l’Arcivescovo – un’espressione della fantasia dello Spirito Santo per recuperare chi si è autoescluso dall’amore di Cristo, e che ricorda che tutti sono invitati alle nozze dell’Agnello”.
Incontrato da ZENIT al termine dell’incontro, il presule alla domanda su come fosse andato questo appuntamento da lui tanto desiderato ha risposto sorridendo: “È stato un momento ricchissimo: un popolo che manifesta amore e fraternità proprio nel giorno in cui, nel Vangelo della Liturgia odierna, San Giovanni ci ricorda che il distintivo del cristiano è l’amore, l’amore sull’esempio di Cristo, ai fratelli, ma anche ai nemici”. “Mi auguro – ha soggiunto – che la manifestazione di fede di oggi possa essere contagiosa per tutti i fratelli che ora si trovano ai margini”.
D’accordo anche mons. Cantafora che ha affermato: “Certamente è stato un incontro dove è passato il Signore”. Soprattutto nelle alzate dei giovani, ha osservato, perché “in un mondo superficiale dove si pensa che il giovane non abbia nessuna tempra, nessun senso dell’impegno, della consegna di sé, vedere invece questa apertura, è un segnale della potenza del Vangelo”. (S. Cernuzio)

Fonte: Zenit





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da Arealocale.com
Arrivati in 20 mila da tutte le Regioni del Sud Italia e dalla Repubblica di Malta per ascoltare la Parola di Dio, indegnamente annunciata da Kiko Argüello fondatore del Cammino Neocatecumenale.
Un evento celebrativo presieduto da S. Em.za il Cardinale di Palermo Mons. Paolo Romeo che, insieme ai Vescovi della Calabria, Mons. Bertolone, Mons. Cantafora e Mons. Bonanno, ha condotto i lavori dell’assemblea conclusa con una chiamata a vocazione per 100 giovani ragazzi e 50 ragazze che abbracceranno la vita consacrata nei Seminari “Redentoris Mater” e nei Conventi di Clausura sparsi in tutto il mondo.
Ventimila persone non si muovono a caso e senza senso ma perché hanno creduto nella Parola, hanno formato piccole Comunità per l’ascolto vivendo un itinerario di fede e riscoprendo il proprio Battesimo.
Arrivati al Parco Giovino di Catanzaro Lido in Calabria, fin dal mattino presto con chitarre, striscioni, passeggini e tanti bambini, i fratelli del Cammino Neocatecumenale si sono ordinatamente piazzati nelle zone dedicate e, fino al pomeriggio, hanno atteso in preghiera meditando il Santo Rosario. Kiko Argüello arrivato sul palco, addobbato con i segni ecclesiali e liturgici, ha subito iniziato la catechesi leggendo una Epistola di S. Paolo evidenziando che “Dio ha salvato il mondo attraverso la stoltezza della predicazione”.
Forte dall’abbraccio della moltitudine dei fedeli presenti e dalle autorità istituzionali venuti per ascoltarlo, Kiko ha cantato l’invocazione allo Spirito Santo, quasi come se fosse una sola voce, testimoniando la sua pochezza di uomo debole e peccatore. Ha testimoniato tanti fatti accaduti durante l’esperienza meravigliosa che si sta vivendo in queste domeniche dopo la Pasqua di Risurrezione. Infatti, il Cammino Neocatecumenale, in occasione dell’Anno della Fede, ha pensato e vissuto, uscendo fuori dai luoghi di preghiera, portando il Vangelo all’uomo di oggi in tutte le Piazze delle Città nel mondo.
Molto importante è stato il pensiero di Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo metropolita di Catanzaro – Squillace, che ha voluto comunicare ai fedeli presenti lo straordinario momento di fede quale regalo originale dello Spirito Santo, richiamando la speranza e l’amore quale fondamento della comunità cristiana. L’Arcivescovo ha ringraziato Kiko per aver accettato l’invito a presenziare una celebrazione importante per la vita dei cittadini di Catanzaro e dell’intera Calabria ed ha benedetto questo popolo in cammino quale espressione della fantasia dello Spirito. Dopo un forte respiro, Kiko ha preso la croce a stilo, dicendo che non si può testimoniare senza avere Cristo nella propria vita, nella sofferenza e nella povertà. Proprio di ciò scriverà Paolo ai Corinzi, ha detto Kiko: «Mentre i Giudei chiedono i segni e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.
Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (Cor. 1,22-25). Abbiamo pensato, con l’aiuto della Madonna, ha testimoniato Kiko, che uscire nelle piazze ha significato e significa per noi credenti dare una grande testimonianza di tanti giovani che con la propria esperienza attirano la gente che passa, magari solo per curiosità, colpita soprattutto dai canti, ad ascoltare la Buona Notizia di Cristo Risorto. Stiamo viviamo un tempo forte di tribolazione – ha continuato Kiko – e, il Cammino Neocatecumenale con le “missio ad gentes”, sta vedendo tante conversioni di gente atea o lontana dalla Chiesa. Tanta gente, ha detto Kiko, stupita, attratta dai canti, dalla cordialità tra i fratelli, dalle esperienze e dall’ascolto del “Kerigma”, che tocca profondamente lo spirito dell’uomo, dal momento che, dice San Paolo, “è lo spirito di Cristo che dà testimonianza al nostro spirito”. Perché i lontani ci guardano? Da questa affermazione Kiko ha richiamato i fratelli del Cammino Neocatecumenale ad essere coerenti con la fede: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. E’ il comandamento nuovo di Gesù per la sua comunità, che trova la sua identità proprio per questa qualità nuova di amare: “Da questo sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”.
La Chiesa primitiva “era un cuore solo e un’anima sola.. e tutti godevano di grande favore”. “Guarda come si vogliono bene!”, dicevano i pagani meravigliati di tanta solidarietà, fino alla comunione dei beni. “La via più sublime” di santità è quella carità che sta al di sopra di ogni pur prodigioso carisma: parlare in lingue, la profezia, una fede che trasporta le montagne e ogni forma di dedizione non disinteressata. Paolo ne elenca le caratteristiche, tra le altre, la benignità, il rispetto, il perdono e la gioia per la verità.
Infine, verso l’imbrunire, dopo una giornata bellissima piena di sole e di gioia, Kiko Argüello ha annunciato il Kerigma: “Gesù di Nazaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete – , dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere”….., proprio come Pietro (Atti 2,22) nel discorso alla folla il giorno di Pentecoste subito dopo la discesa dello Spirito Santo.
Aiutati a comprendere la “chiamata vocazionale” con l’annuncio  del Kerigma, Kiko ha ringraziato e benedetto il Signore che ci guida e ci sprona a testimoniare Cristo morto e Risorto, nonostante le dure prove e le sofferenze quotidiane che non ci fermano. 100 ragazzi e 50 ragazze si sono alzati per intraprendere un tempo di verifica e comprendere la volontà di Dio per abbracciare il Ministero della consacrazione al sacerdozio.
L’ultimo atto di questa celebrazione è stata la consegna del Rosario, fatto a mano in corda dalle Suore di Clausura, a tanti giovani e coppie che pregheranno tutti i giorni per le famiglie delle tante missioni che hanno formato migliaia di Comunità nelle Parrocchie in tutte le parti del mondo.
[Salvatore Barresi]

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