Claudia Koll: "Il mio musical per padre Kolbe"
Al centro c’è l’idea del dono. Quello che padre Massimiliano Kolbe fece della propria vita a Dio e agli uomini. E – anche se più modestamente, come tiene a precisare lei stessa – quello che Claudia Koll vuole fare ai giovani, raccontando nel suo nuovo spettacolo (che debutta stasera, ore 21, al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno) la vita e la morte del martire di Auschwitz. «Giovanni Paolo II lo definì "patrono particolare dei nostri tempi difficili" – afferma l’attrice che dello spettacolo è anche regista –. E davvero penso sia una figura di grande attualità, che ha tanto da insegnare ai ragazzi di oggi. Questo musical è dedicato proprio a loro».
In effetti l’insegnamento principale che emerge dal lavoro, e che la Koll ha voluto esplicitare fin dal titolo (Kolbe, fare della vita un dono), è che «la vita va vissuta con responsabilità». Come un dono, appunto. E in quanto tale la mostra la vicenda umana e religiosa del martire.
Lo spettacolo, infatti, racconta attraverso una dozzina di quadri tutte le fasi della vita di padre Kolbe. In particolare il suo consacrarsi all’Immacolata e poi la parte finale nel campo di concentramento in cui il religioso avrebbe trovato la morte. Claudia Koll ha preso come filo conduttore il musical di Daniele Ricci, edito dalle Paoline, ma alle canzoni ha aggiunto le coreografie (curate da Alexandre Stepkine, suor Anna Nobili e Theodor Rawyler), una serie di filmati e anche alcuni testi originali che hanno lo scopo di far risaltare la lotta tra il bene e il male, al fondo di tutta la vicenda.
«Mentre preparavo il musical – spiega l’attrice e regista, che con la sua voce recitante collegherà i diversi quadri canori – mi capitò di leggere una lettera scritta dal comandante di Auschwitz alla moglie. Un documento accorato in cui questo militare ammette: "È tragico accorgersi di aver sbagliato tutto nella vita". E allora lo abbiamo inserito anche nella rappresentazione, per far meglio comprendere agli spettatori che seguire il proprio io può portare al disastro, mentre si possono fare cose meravigliose quando ci si lascia permeare da Dio. Padre Kolbe lo comprende e nel momento della grande battaglia si schiera dalla parte del Signore. Anche a costo della vita».
Il musical ha una durata di 90 minuti ed è interpretato dagli allievi della Star Rose Academy, la scuola per giovani artisti fondata qualche anno fa dalla Koll. Padre Kolbe sarà portato sulla scena da Francesco Marcolini, già interprete di Vacanze Romane, l’altro spettacolo dell’Accademia, ispirato al noto film con Gregory Peck e Audrey Hepburn. Claudia tiene molto ai suoi ragazzi e all’esperienza che stanno via via maturando: «Giovanni Paolo II – dice – ci ha insegnato a credere nelle potenzialità dei ragazzi. Quindi noi adulti dobbiamo fare di tutto per permettere loro di esprimersi. Questo musical, dunque, è un lavoro interpretato dai giovani e diretto ai giovani, per trasmettere i valori del Vangelo. Mi sembra sia un messaggio importante in questo anno dedicato proprio alla fede». (M. Muolo per Avvenire)
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