Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 8 giugno 2013

«Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo»...«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».









SABATO DOPO
LA SOLENNITà DEL SACRO CUORE DI GESÙ 
CUORE IMMACOLATO
DELLA BEATA VERGINE MARIA 
Memoria


LETTURE: Is 61, 10-11; 1 Sam 2,1.4-8; Lc 2, 41-51

Il giorno che segue la solennità del Cuore di Gesù il nuovo Calendario pone la memoria facoltativa del Cuore di Maria, ritornando così all’origine storica di questa devozione. San Giovanni Eudes, nel secolo XVII nei suoi scritti non separava i due cuori nei progetti liturgici. Alla estensione di questa devozione contribuirono specialmente le apparizioni di Fatima. Nel 1942 Pio XII consacrò tutta l’umanità al Cuore di Maria e ne aveva fissato la celebrazione al giorno 22 Agosto, ottava dell’Assunta, per invocare la pace.
«Tutte le generazioni mi chiameranno beata», aveva predetto di sé la Vergine nel Magnificat. Ogni apertura d’orizzonte sui tesori infiniti di amore e di grazia racchiusi nel Cuore di Gesù è un richiamo anche a Maria. Per nove mesi la vita dei Figlio di Dio fatto carne pulsò ritmicamente con quella di Maria: un legame che non si è mai interrotto; anzi si è rafforzato da quando Maria è in cielo in anima e corpo.
In ogni Messa il celebrante ci rivolge il saluto dell’Angelo a Maria: «Il Signore è con te!». Alla comunione il nostro cuore diviene come quello di Maria: come lei e con lei siamo «annunciatori di Cristo» ai fratelli. Perciò «non temiamo», perché il Signore è in mezzo a noi, e con «Cristo, nostra Pace» anche noi diveniamo «operatori di pace,... figli di Dio» (Ef 2,14-22;Mt 5,9). Il problema della pace è sempre urgente e sempre nuovo. La pace vera non è solo non-belligeranza, è essenzialmente convergenza positiva di atteggiamenti, di comportamenti, di opere, fra le classi sociali e fra i popoli. Bisogna credere nella pace come necessità vitale, operare per la pace, costruire la pace (cf GS 77-93).


















Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore
Dai «Sermoni» di san Lorenzo Giustiniani, vescovo
(Sermone 8, nella festa della Purificazione della B.V. Maria: Opera, 2, Venezia 1751, 38-39)Maria meditava nel suo cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l'udito, e che crescita grande realizzava nella fede, che acquisto faceva in meriti, di quanta saggezza veniva illuminata e di quale incendio di carità andava sempre più avvampando! Schiudeva verso di sé la porta dei misteri celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava nella sua profonda umiltà. L'opera del dono divino ha questo di caratteristico, che eleva dagli abissi al vertice e porta di gloria in gloria.
Beato il cuore della Vergine Maria che, avendo in sé lo Spirito e godendo del suo insegnamento, rimaneva docile alla volontà del Verbo di Dio! Maria non era mossa da un suo sentimento o da proprie voglie, ma seguiva esternamente le vie della fede che la sapienza le suggeriva interiormente. E veramente si addiceva a quella Sapienza divina, che si costruisce a propria abitazione la casa della Chiesa, di servirsi di Maria santissima per inculcare l'osservanza della legge, la norma dell'unità e l'esigenza dell'offerta spirituale.
O anima fedele, imita la Vergine Maria. Entra nel tempio del tuo cuore per essere spiritualmente rinnovata ed ottenere il perdono dei tuoi peccati. Ricordati che Dio ricerca piuttosto l'intenzione, con la quale compiamo le nostre azioni, che l'opera medesima che noi facciamo. Perciò sia che ci rivolgiamo con l'anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedichiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamo assiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo in modo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l'offerta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non é tanto l'opera delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che si immola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiacimento di Cristo Signor nostro.


MESSALE
Antifona d'Ingresso Sal 12,6
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza:
canti al Signore che mi ha beneficato.



Colletta
O Dio, che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo nel cuore della beata Vergine Maria, per sua intercessione concedi anche a noi, tuoi fedeli, di essere tempio vivo della tua gloria. Per il nostro Signore...



LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Is 61, 10-11
Gioisco pienamente nel Signore.

Dal libro del profeta Isaia
Sarà famosa tra le genti la loro stirpe,
la loro discendenza in mezzo ai popoli.
Coloro che li vedranno riconosceranno
che essi sono la stirpe benedetta dal Signore.
Io gioisco pienamente nel Signore,
la mia anima esulta nel mio Dio,
perché mi ha rivestito delle vesti della salvezza,
mi ha avvolto con il mantello della giustizia,
come uno sposo si mette il diadema
e come una sposa si adorna di gioielli.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così il Signore Dio farà germogliare la giustizia
e la lode davanti a tutte le genti. 

Salmo Responsoriale 1 Sam 2,1.4-8
Il mio cuore esulta nel Signore, mio salvatore.
Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia forza s’innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io gioisco per la tua salvezza.

L’arco dei forti s’è spezzato,
ma i deboli si sono rivestiti di vigore.
I sazi si sono venduti per un pane,
hanno smesso di farlo gli affamati.
La sterile ha partorito sette volte
e la ricca di figli è sfiorita.

Il Signore fa morire e fa vivere,
scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce,
abbassa ed esalta.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farli sedere con i nobili
e assegnare loro un trono di gloria.

Canto al Vangelo Lc 2,19
Alleluia, alleluia.
Beata la Vergine Maria:
custodiva la parola di Dio,
meditandola nel suo cuore.
Alleluia.


Vangelo Lc 2, 41-51
Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo.

Dal vangelo secondo Luca
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. 


*

L'umanità di Cristo ci ha ricondotti al Cielo

La Liturgia ripercorre e propone ai credenti, ogni anno, le tappe di una vicenda straordinaria: la storia dell’amore di Dio per noi, una corrente inarrestabile di carità, di attenzione, di “condiscendenza” e di tenerissima passione, che manifesta il desiderio del Cielo di dialogare con l’uomo, di entrare in comunione profonda con lui. Le tappe di questo cammino costituiscono il patrimonio della nostra Fede e ci introducono nel mistero della Salvezza, che in Cristo trova la sua pienezza e il suo compimento. Attraverso il racconto dei Vangeli, siamo condotti a conoscere Gesù, la sua vita e la sua predicazione, i suoi miracoli, la Croce e la Risurrezione. Entriamo nella “compagnia” dei suoi discepoli, chiamati dal Signore lungo le rive del mare di Genesaret o per le vie della Palestina, strappati dal loro mondo e dalle loro occupazioni per seguire quel “Rabbi”, che affascinava per i suoi gesti e per la sua parola. Attratti dalla sua persona, essi lasciarono ogni cosa, per consacrarsi totalmente a Lui e alla causa del Vangelo.


La riflessione teologica ha riassunto mirabilmente il mistero del Verbo in tre successivi “momenti”: la sua esistenza nella eternità (Deus solus); il mistero della Incarnazione, nella persona del Cristo, “vero Dio e vero Uomo” (Deus et homo”); e, infine, il “Christus totus”, il Risorto, il Capo, unito per sempre a noi, nel “Cristo totale”, nel Corpo Mistico.
Non si tratta di una teoria né di una astratta e arida sintesi ideologica, ma di una realtà viva, che ci riguarda da vicino, che interessa la nostra esistenza, che si intreccia con il nostro presente e rimanda al nostro destino. Gesù Risorto “...non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è Lui, capo e primogenito, saremo anche noi, uniti nella stessa gloria” (dal Prefazio dell’Ascensione del Signore I).
Percorrendo le settimane del “Tempo Pasquale”, abbiamo potuto riflettere, ancora una volta, su questo cammino di Grazia, che misticamente si rinnova ogni anno e che ci guida, di domenica in domenica, fino alla solennità della Pentecoste, per poi giungere -ormai nel cosiddetto “Tempo Ordinario”- alla celebrazione del Corpus Domini e del Sacratissimo Cuore di Gesù.
Una espressione, tratta dalla Liturgia, in particolare sorprende: “Egli -il Cristo- continua a offrirsi per noi e intercede come nostro avvocato: sacrificato sulla croce più non muore, e con i segni della passione vive immortale” (Prefazio Pasquale III). Cristo siede alla destra del Padre, ma portando in sé i segni della sua Passione, le stigmate sante della Croce, le ferite nelle quali un giorno invitò Tommaso, il discepolo incredulo, a porre il suo dito, perché fosse verificata e confermata definitivamente la sua “identità” di Risorto.
In quelle piaghe gloriose -che il Signore reca ormai per sempre, nella eternità- sono iscritte tutte le ferite della nostra umanità; in esse risplendono le nostre lacrime, le nostre pene, i passi incerti percorsi sotto la sferza della prova; le percosse che la vita non ci ha risparmiato. Nei “segni dei chiodi”, nella ferita del costato, trovano finalmente spazio tutti i dolori e le contraddizioni subite, che agli occhi del mondo risultano spesso incomprensibili castighi, irrazionali accanimenti di un “fato” crudele; mentre, sotto lo sguardo di Dio, rivelano tutta la loro luminosa bellezza, unite per sempre ai frutti della Passione di Cristo. In Lui siamo già risorti, per Lui la fatica di ogni giorno è già redenta; con Lui già regniamo vincitori in Cielo, anche se non è ancora concluso il tempo della prova, della tribolazione e dell’angoscia.
Solo il Cuore divino di Gesù sa accogliere e dare senso a ogni cosa, a ogni frammento smarrito del nostro tempo. Solo quel Cuore benedetto sa comprenderci, stimarci, amarci e perdonarci; solo in quel Cuore ritroviamo finalmente noi stessi, ci apriamo alla vita, riprendiamo a sperare e a lottare per il bene. Solo il Cuore di Cristo continua a confidare in noi, nonostante le tante delusioni subite, i ricorrenti peccati, le viltà e le infedeltà con le quali lo oltraggiamo e lo offendiamo.
Tutto passa, tutto scompare, sommerso dall’impietoso trascorrere del tempo: solo in quel Cuore nulla andrà perduto, perché la carità non avrà mai fine (1 Cor. 13,8).
La devozione al Cuore Immacolato di Maria, irradiatasi da Fatima, ci colloca in una speciale familiarità con il Signore: Maria Santissima ci fa sentire a casa nella casa di Dio, non più come estranei o servi, ma come figli, redenti e amati. Come Lei impariamo ad ascoltare la voce suadente del Buon Pastore; con Lei abbiamo libero accesso al Cuore di Cristo; grazie a Lei eleviamo al Cielo il nostro spirito, per affrontare i sentieri -sempre più insidiosi e infidi- del nostro tempo. (Mario Piatti)
Padre Mario Piatti icms è direttore del mensile “Maria di Fatima”
Tratto dalla rivista “Maria di Fatima”, mensile della Famiglia del Cuore Immacolato di Mariawww.icmf.it

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