Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

sabato 5 ottobre 2013

Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.




Dovevano cambiare la loro idea sul potere, su Dio e sull’uomo 
e, facendo questo, dovevano anche cambiare sé stessi. 
Ora vedevano: il potere di Dio è diverso dal potere dei potenti del mondo. 
Il modo di agire di Dio è diverso da come noi lo immaginiamo 
e da come vorremmo imporlo anche a Lui. 
Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene del potere. 
Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni. 
A Gesù, nell’Orto degli ulivi, Dio non manda dodici legioni di angeli per aiutarlo. 
Egli contrappone al potere rumoroso e prepotente di questo mondo 
il potere inerme dell’amore, 
che sulla Croce – e poi sempre di nuovo nel corso della storia – soccombe, 
e tuttavia costituisce la cosa nuova, divina 
che poi si oppone all’ingiustizia e instaura il Regno di Dio. 
Dio è diverso – è questo che ora riconoscono. 
E ciò significa che ora essi stessi devono diventare diversi, 
devono imparare lo stile di Dio.


Benedetto XVI, Colonia, 2005





Dal Vangelo secondo Luca 10,17-24. 


I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 
Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». 
In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». 
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». 


Il commento

"I nomi scritti in Cielo" e la vita qui sulla terra, gli apostoli sono come gli angeli contemplati da Giacobbe, che salgono e scendono sulla scala della Croce per mostrare il volto di Cristo risorto; in loro si sprigiona il suo potere vittorioso su satana, sul peccato e sulla morte. "Camminano su serpenti e scorpioni senza che questi li possano danneggiare", ed è il segno che le porte del Paradiso, già sprangate e difese dai cherubini, sono state riaperte e tutti vi possono tornare. Dio, infatti, aveva creato l'uomo a sua immagine conferendogli il potere su ogni altra creatura. L'inganno di satana ha poi sospinto l'uomo a volersi fare come Dio, a dimenticare la sua identità originaria. L'uomo al quale era stato dato il potere di dominare sui serpenti e ogni rettile ha fatto la dura esperienza di essere da loro dominato: il serpente aveva vinto e l'uomo ha perduto il Paradiso. Si comprende allora perché i discepoli tornano dalla missione pieni di gioia: essa era stata come ritornare a casa, a quel paradiso perduto di cui, con ogni uomo, portavano dentro la struggente nostalgia. Avevano sperimentato il potere che Dio aveva dato ai progenitori, segno del progetto originario su ogni uomo; avevano vissuto nella volontà di Dio, nel compimento della vita cui ogni fibra dell'uomo tende irresistibilmente e che non può raggiungere. "Avevano visto quello che Profeti e Re hanno desiderato ardentemente", il giorno del Messia, quello in cui sarebbe stato ristabilito il Regno, l'Eden perduto. Nella missione i discepoli hanno sperimentato che il Maestro era stato con loro perchè il suo potere era divenuto il loro. Nel nome del Signore i demoni si erano sottomessi, il principe di questo mondo, il potere più grande che distrugge e getta nel dolore, era sconfitto dall'unico potere più grande, quello di Dio. Per questo il nome di Gesù nelle labbra degli apostoli sconfigge satana, lo precipita dal Cielo dove si era stabilito per usurpare il posto di Dio e degli uomini sua immagine; ha il potere di scacciare satana dal cuore e deporvi l'amore autentico, quello che conduce ad offrire la vita, anche per i nemici. 

Eppure non è per tutto questo che occorre rallegrarsi. Non è il potere sul mondo, il peccato, satana e la morte che colma la vita, che ne conferisce senso e gioia. Fermarsi all'opera dimenticando l'Autore è cadere nel peccato dei giudei che, saziati dei pani, cercano Gesù solo per essere di nuovo saziati. No, la gioia non è neanche nella missione! La gioia è autentica solo dalla certezza che nulla di noi andrà perduto; è gioia piena e incorruttibile solo nell'amore di Cristo, per il quale i nostri nomi scritti in Cielo. Il nome nella Scrittura rappresenta la persona, e tutto ciò che la costituisce, la sua storia, i suoi affetti, anche gli aspetti più piccoli, nulla escluso. Gesù ha scritto con il suo sangue ogni istante della nostra esistenza sul Libro della vita: nel suo amore ogni peccato è trasformato in luce di misericordia, ogni momento buttato è riscattato, come ogni angoscia, tradimento, menzogna, cupidigia, concupiscenza; tutto di noi, ma proprio tutto, lavato nel sangue del Signore, splende già ora nel Cielo.Tutto di noi è così registrato nel cuore di Dio, come nell'inventario delle sue cose più preziose, anche quello che stiamo vvendo ora e ci fa soffrire. Ed è così "perchè il Padre ha deciso", e resta un mistero. La sproporzione tra l'elezione e la grandezza della missione e la nostra totale inadeguatezza e indegnità ci atterrisce; spesso diviene scandalo in noi stessi, e fonte di dubbi e di crisi. Ma Dio è così, sceglie il peggio perché non esista nessuno da scartare. Al mondo, a quello che vale secondo gli uomini, sono nascoste "queste cose", i misteri del Regno, quelli che si possono captare solo dal basso della polvere, della miseria, della debolezza: la nostra, il segno offerto a tutti i deboli della terra come una speranza vera e credibile.


COMMENTO ESTESO 



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