il cuore e la carne di Cristo dove perdonarci, accettarci, accoglierci, amarci. E' lo stesso che accadde nell'Eden. Mentendo, il serpente ha insinuato un dubbio su Dio e il suo amore, che, accolto, ha poi eroso la comunione tra i due progenitori. Dovevano essere due in una carne, si sono ritrovati nudi, soli, divisi, due carni esposte alla morte. Per abbattere il muro della divisione occorreva la stessa Parola che ha tratto l'ordine della creazione dal caos primordiale. Le Parole di Gesù. Mai, infatti, un uomo ha parlato come parla quest'uomo!": nessun filosofo o politico, nessuna madre e nessun padre, nessun fidanzato, nessun prete. Le parole di cui avevamo bisogno non potevano cadere da un Cielo troppo lontano, ma nemmeno potevano essere così umane come quelle di cui saremmo capaci anche noi. Le parole di Gesù, la cui divinità era celata nella debolezza di una carne come la nostra. Lui è la "Parola fatta carne" che "è venuta ad abitare in mezzo a noi". Nel seno di Maria ha udito le prime parole umane, nella Santa Famiglia di Nazaret ha appreso a ripeterle, nel cuore del suo popolo le ha sentite risuonare colme di angosce, speranze, gioie e dolori. Il Figlio di Dio "ha imparato dalle cose che ha patito" a coniugare la Parola del Padre in una parola umana: come ha assunto la nostra carne, così ha assunto il nostro linguaggio, per colmarlo del senso autentico. Solo chi ha dimestichezza con lo stringente bisogno di amore, può cogliere il mistero di Gesù. Solo coloro che i farisei consideravano "maledetti", gli impuri, i pubblicani, le prostitute, i ladri, i pastori, i peccatori, "il popolo", solo gli ultimi possono ascoltare e vedere rinnovata la propria vita. "Maledetti" perché non conoscevano la Legge, o meglio l'idea di Legge che si erano fatta i farisei; non avevano la forza per osservare i precetti della tradizione; per loro è già troppo il peso di ogni giorno. La storia li aveva umiliati, e questo, agli occhi dei capi e degli intelligenti, dei religiosi e dei moralisti, era il segno inequivocabile della maledizione divina. Ma proprio per loro Dio si è fatto maledizione. Ti senti maledetto, ovvero scontento e infelice perché ti stai giudicando e disprezzando? Tutti soffriamo perchè ci riteniamo impresentabili, vorremmo essere diversi, ed è quello che, di conseguenza, esigiamo dagli altri. Se ti senti maledetto allora avrai sicuramente giudicato qualcuno come maledetto, cioè incoerente, fallito, perduto. Sei schiavo di una concezione moralistica della Legge e del cristianesimo? Qualunque sia la tua situazione, anche se nella tua famiglia ci sono divisioni, incomprensioni perché hai posto a pretesto la Legge o Cristo per difenderti e affermarti. se sei qualcosa o tutto questo coraggio! Dio si è fatto uomo per te, Lui ti è accanto, nel fratello che stai giudicando, nella tua vita maledetta perché incostante nel bene, ipocrita e impaurita. Solo la semplicità del bisogno può accogliere il figlio di Giuseppe, il falegname venuto da Nazaret; solo chi è schiacciato dai peccati può abbandonarsi all'unico che si è fatto scandalosamente peccato. Gesù che "viene da Nazaret" è già carne offerta per prendere su di sé la nostra debolezza. "Da Nazaret" significa da Roma, da Reggio Emilia, da Tokyo o da Buenos Aires. Che hai da disprezzare ancora? Lui è nato nella tua mediocrità, nell'irilevanza del tuo lavoro, nel grigio della tua debolezza. Lui è vissuto a Nazaret, nella Galilea lontana da Gerusalemme, cioè è stato accanto a te nei tuoi compromessi pagani, nei tuoi traffici, nella tua vita spesa ben distante dal Tempio e dalla sua santità. Lui è venuto per te; si è fatto come te; Lui ama te, così come sei, per farti come Lui. Per dimostrare stolta la sapienza del mondo, e anche quella dei moralsti religiosi, che tanto "studiano" per non accorgersi che il Messia in persona, molto più che un profeta, "viene proprio dalla Galilea". Il Messia viene dalla povertà e dalla maledizione per fare di ogni vita una benedizione. Accogliamolo allora, perché ci doni la sapienza crocifissa che, in tutti quelli che pensiamo siano maledetti e senza speranza, possiamo anche noi rinvenire le sembianze di Gesù, che ha dato il suo sangue perchè risplendessero per l'eternità. A noi accostarci senza esigere nulla, con pazienza e misericordia, con le stesse uniche "parole" con cui Cristo ha salvato noi.
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