Niyer Shaat. No. Halim Nisher. No. Shalim Nasser. No. Come cavolo si chiama la via per cui ho lasciato il lago di Tiberiade e sono andata verso la città? Sto correndo e non mi ricordo più su che strada devo svoltare. Mi si mischiano in testa tutti i nomi e le lettere che ho letto in questi giorni. Sarà il movimento che mi shakera la testa. Tecnicamente si potrebbe anche dire che mi sono persa. Ho una scheda di una camera di albergo con su scritto solo il nome della catena, nessun indirizzo, e un telefonino italiano, ma non
ho un numero israeliano da chiamare (ammesso che voglia spendere sei euro al minuto).
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