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martedì 6 agosto 2013

Rio de Janeiro ... 55Mila Giovani in Cammino "Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue, essi verranno e vedranno la mia gloria” (Is. 66, 18 ss.) Kiko Arguello e la Chiesa che canta

Kiko Arguello e la Chiesa che canta

 Kiko Argüello pittore, musicista, architetto

A  FONDO PAGINA di Sandro Magister

Circa 55 mila giovani all’incontro vocazionale del Cammino neocatecumenale a Rio




da Radio Vaticana – di Debora Donnini
Circa 55 mila giovani del Cammino neocatecumenale, che hanno partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù, si sono riuniti ieri nel Centro Congressi di Rio per partecipare all’incontro vocazionale con gli iniziatori del Cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernandez, e padre Mario Pezzi. A presiedere l’incontro, mons. João Orani Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro. Erano presenti sei cardinali e circa 70 vescovi. Al termine del momento di preghiera, circa tremila ragazzi hanno manifestato la disponibilità a iniziare un itinerario per diventare sacerdoti e oltre mille ragazze per la vita consacrata. Il servizio di Debora Donnini:
“Io continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: per mezzo loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo. Io ho visto i primi risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto!”. Con queste parole Papa Francesco aveva salutato il Brasile alla cerimonia di congedo all’aeroporto di Rio, domenica scorsa. Parole che prenderanno corpo in mille modi nei ragazzi venuti a Rio e che in qualche modo sembrano già essersi rese evidenti nell’incontro vocazionale che il Cammino netocatecumenale ha fatto ieri al Centro Congressi di Rio, quando circa tremila ragazzi hanno manifestato la loro disponibilità a diventare sacerdoti e più di mille ragazze alla vita consacrata. Concretamente, lo hanno reso evidente salendo sul palco allestito all’interno del Padiglione 5 del Centro Congressi, al momento delle chiamate vocazionali. Prima, Kiko Argüello aveva annunciato il kerygma, invitando con forza i giovani presenti e quelli che seguivano fuori, dai maxischermi, per motivi di spazio, ad ascoltare e a credere all’annuncio dell’amore di Dio per loro:
“El pecado original nos obliga…

Il peccato originale ci obbliga a vivere la vita in una cosmogonia il cui asse centrale è la mia felicità: tutto lo vivo per la mia felicità. Si potrebbe dire: vivere per se stessi è normale, tutti gli uomini vivono così. Vivere così, solo per te stesso, cercando solo la tua felicità è invece una condanna così grande, così grande, che Cristo ha dato la sua vita affinché l’uomo non viva più per se stesso, ma viva per Cristo, che è morto e risuscitato per lui. Perché? Perché questo è il kerygma, questa è la notizia che ci salva, perché sappiamo che Dio, risuscitando Cristo dalla morte, ci ha mostrato la verità! E qual è la verità? Cristo crocifisso, questo amore che è apparso nella Croce. In questo amore è stato creato l’universo intero… Dio ha mostrato in Cristo la sua essenza e la sua essenza è quella di “Amarti!”. Amarti, amarci… ma amarci in una forma nuova, non di un amore sentimentale, ma un amore fino a dare la vita”.
Questi 55 mila giovani, provenienti da circa 70 paesi come Argentina, Italia, Spagna, Cina, anche Israele, prima di arrivare a Rio per l’incontro con il Papa hanno annunciato il Vangelo dando la loro testimonianza, pregando, cantando e ballando per le strade e le piazze del Brasile, sono entrati perfino nelle favelas, hanno commosso la gente incontrata. E a loro volta sono stati accolti nelle case delle famiglie brasiliane o hanno ricevuto i pasti da loro. Hanno dormito in scuole, palestre o alberghi e sono giunti pieni di gioia. A presiedere l’incontro, l’arcivescovo di Rio, mons. João Orani Tempesta, che dopo il Vangelo, nell’omelia, ha ricordato che Papa Francesco ha chiesto ai giovani di essere rivoluzionari e andare controcorrente:
“O convite do Senaor a todos nós…

L’invito del Signore a tutti noi è che davanti a tutto il mondo dobbiamo guardare i cristiani in quest’ora così importante in cui il Santo Padre ci invia a evangelizzare, ad andare per le strade a proclamare Gesù Cristo e ancor di più rispondendo alla chiamata del Santo Padre per fare questa esperienza di accoglienza, di camminare nel Signore e di accogliere Gesù risorto ed annunciarlo ai nostri fratelli e sorelle. Dire al mondo che coloro che sono morti risorgono in Cristo, coloro che sono senza vita passano ad avere la loro vita illuminata e a camminare con il Signore. Ciascuno di noi è chiamato a essere testimone di quello che il Signore ha fatto nella nostra vita, ha fatto qui, e ad annunciare ai suoi fratelli e sorelle con molta allegria l’apertura e la generosità”.
fonte: http://it.radiovaticana.va/news/2013/07/30/circa_55_mila_giovani_allincontro_vocazionale_del_cammino/it1-715478

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Questo post è stato pubblicato da: Davide 

Kiko Argüello e i 5.000 giovani pronti ad "andare e fare discepoli"    By ZENIT

Dei 45.000 presenti all'incontro di Rio, 3.000 ragazzi e 2.000 ragazze hanno risposto "sì" alla chiamata per la vita consacrata e l'evangelizzazione in Asia, alla presenza di cinque cardinali e oltre 70 vescovi


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L'immagine più bella dell'incontro del Cammino Neocatecumenale a Rio de Janeiro è Kiko Argüello che canta Una gran señal davanti a circa 45.000 persone che agitano le bandiere di tutto il mondo. Un fotogramma suggestivo che sembrava realizzare la profezia di Isaia (Is. 66, 18 ss.): "Io verrò a radunare tutti i popoli e tutte le lingue, essi verranno e vedranno la mia gloria”. Dei tre milioni di pellegrini venuti nella metropoli carioca per la Giornata mondiale della gioventù circa centomila appartenevano al Cammino Neocatecumenale. “La vostra presenza - ha detto Kiko -  è stato un segno per tutto il mondo che la Chiesa è viva e i giovani, con Cristo, sono una parola di speranza davanti a tutti i conflitti economici e sociali". 
Venuti da ogni parte del globo - 10.000 erano solo gli italiani - i giovani neocatecumenali si sono radunati nel pomeriggio di lunedì 29 luglio per l'immancabile appuntamento vocazionale.  A presiedere l’incontro, mons. Orani Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro. Insieme con lui ‘abbracciavano’ l’immensa folla di pellegrini i cardinali Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, George Pell, arcivescovo di Sidney e Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo. Presenti anche 27 vescovi del Brasile e una quarantina di presuli provenienti da Danimarca, Olanda, Belgio, Portogallo, Spagna, Italia, Israele, Libano e Stati Uniti. 
L’evento si è svolto secondo lo schema tradizionale: presentazioni, processione dei sacerdoti con la Madonna (questa volta era la Vergine del Santuario della Penha, patrona di Rio de Janeiro), Liturgia della Parola, annuncio del kerygma, chiamate vocazionali. Unica novità: la presentazione del canto "nuovo", ovvero un "alleluja" di acclamazione al Vangelo sulla base del Resurrexit della Sinfonia degli Innocenti. 
Il luogo scelto per l'appuntamento era il Rio Centro, la grande struttura multifunzionale alla periferia della città, che il giorno prima ha ospitato l’incontro di Papa Francesco con i volontari della Gmg. Per quanto l'organizzazione del Cammino avesse pensato a tutto nel minimo dettaglio, il centro presentava alcuni limiti, innanzitutto poter ospitare solo una cifra "contenuta" di gente; il che ha fatto sì che circa 35.000 persone seguissero l'incontro dall'esterno con i maxischermi. 
Probabilmente si era sottovalutata l'affluenza. Ormai però si dovrebbe sapere che quando Kiko si muove tutti i ragazzi e le ragazze appartenenti al Cammino lo seguono. In parte per gratitudine di aver permesso loro di incontrare Gesù Cristo attraverso l’ispirazione di un "itinerario di formazione cristiana valido per i tempi moderni", come lo ha definito Giovanni Paolo II. In parte per ascoltare il kerygma, la "buona notizia" che Argüello non smette mai di predicare fino a perdere il fiato. 
C’è poi la chiamata vocazionale ad attirare questi giovani, ovvero confermare quel "si" a Dio per abbracciare la vita consacrata o il seminario, diventando "generosi testimoni dell'amore di Cristo". All’incontro di Rio ce ne sono stati ben 5.000 di questi “sì”, 3.000 dei ragazzi e 2.000 delle donne, la maggior parte offertasi per partire in missione nell’Est del mondo.
Il Cammino ormai ci ha abituati ai grandi numeri: l’incontro di Rio ha replicato l’enorme flusso di “alzate” già visto tre anni fa a Plaza de Cibeles, a Madrid. Ma cos’è che spinge questi giovani a compiere un gesto per certi versi estremo? Davvero si può ridurre tutto ad una “prassi” Neocatecumenale, ad una euforia data dalla circostanza o addirittura ad un plagio psicologico?
I volti commossi, liberi, raggianti, della moltitudine di giovani in ginocchio davanti ai vescovi del mondo, in attesa di una benedizione, dichiaravano il contrario. Piuttosto volevano dire grazie a Cristo offrendosi a Lui e ricambiando quel dono totale che Egli ha fatto di sé “per salvarci e mostrarci l’amore e la misericordia di Dio” come ha detto Papa Francesco. E, come affermava il Santo Padre nella Messa a Copacabana del giorno prima, questi ragazzi e ragazze hanno dato così “ossigeno” alla “fiamma viva della fede”, vincendo la paura che gli impedisce “di andare e portare Cristo in ogni ambiente”.
Tutto ciò – ha commentato il cardinale Schönborn  - “è semplicemente il segno che il Signore è risorto, che è Lui che conduce la sua Chiesa con tanta misericordia e con una vitalità che ci sorprende sempre di più”. E questo "ci riempie di speranza", ha risposto il cardinale O'Malley, perché "ci mostra un futuro in cui ognuno di questi ragazzi sarà un testimone per il proprio paese".
Il “campo della fede che è in ognuno di noi” si è dunque lasciato fecondare grazie alla “stoltezza della predicazione” di un ex pittore spagnolo che, a più di 70 anni, gira il mondo per annunciare la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. Perché oggi, “in una società secolarizzata, dove le donne vengono uccise, i bambini bruciati”, dove l’uomo ha ascoltato “la catechesi del demonio che dice che il Signore non è buono perché ti limita e ti castra”, la notizia di un Dio crocifisso per la nostra salvezza può realmente cambiare l’esistenza.
Allora è urgente quella che i Papi hanno chiamato nuova evangelizzazione e che Francesco ha sintetizzato nella costante esortazione ad “uscire” per andare in quelle “periferie dell’esistenza” che vivono senza l’amore di Gesù Risorto. Come in Asia, ad esempio, dove "milioni di uomini, sotto il comunismo, la miseria, la povertà, sono condannati a non conoscere Dio" ha sottolineato Kiko.
“Molta gente è morta, senza vita” ha affermato invece mons. Orani Tempesta intervenendo dopo la lettura del Vangelo; “noi pertanto siamo chiamati ad annunciare la parola che porta le persone a Cristo Risuscitato”. Quando infatti “si accoglie Gesù nella propria vita accadono grandi segni” ha proseguito l’arcivescovo, e la Giornata mondiale della gioventù lo ha dimostrato, dando “l’opportunità di udire Cristo, di ascoltare seduti ai piedi di Cristo e professare la fede in Cristo resuscitato e resuscitare con Lui”.
“Il Signore – ha concluso - ci invita a questa esperienza di resurrezione di aprire sempre più i nostri cuori a Lui e allo stesso tempo ci manda ad annunciare, perché ha bisogno di persone che donino la propria vita per vivere pienamente il proprio battesimo, senza paura di andare controcorrente”.
Sostanzialmente il messaggio che anima il Cammino da quasi mezzo secolo. “Tutti gli uomini hanno diritto a ricevere gratuitamente l'amore di Cristo” ha ribadito infatti Kiko. Per questo l’itinerario Neocatecumenale si offre come fucina di evangelizzatori pronti a partire ovunque e in qualunque condizione. “Solo qualche settimana fa”, ha riferito l’iniziatore, “abbiamo inviato itineranti in Paraguay, Honduras, Seychelles” e più di sessanta famiglie sono partite in Cina come “frutto della grazia dello Spirito Santo”. Ma non finisce qua: “Dobbiamo obbedire alla Vergine che ci ha detto che bisogna inviare ventimila sacerdoti in Cina, Laos, Viêt Nam, Cambogia ecc” ha detto Kiko, aggiungendo che proprio di questo parlerà al Pontefice nell’udienza privata fissata in questi giorni in cui lui, Carmen Hernandez e Padre Mario Pezzi incontreranno il Successore di Pietro.
Vedendo e vivendo eventi del genere riecheggia la voce tonante del Beato Giovanni Paolo II quando parlò di un terzo millennio dedicato all’evangelizzazione dell’Asia o quando definì il Cammino Neocatecumenale - allora una realtà semisconosciuta ancora non approvata dalla Santa Sede - uno “strumento per la nuova evangelizzazione”, in un momento, come ha ricordato Kiko, in cui “non avevamo neanche idea di cosa fosse una nuova evangelizzazione”. Evidentemente lo sguardo del quasi Santo Wojtyla si sta rivelando sempre di più profetico.
S. Cernuzio



Il papa e la Madonna sbancano su TV 2000

Postato in General il 3 agosto, 2013
tv2000
TV 2000 
Con la trasferta brasiliana di papa Francesco TV 2000 ha stracciato ogni suo record precedente di ascolto. Ma negli stessi giorni anche la sua trasmissione quotidiana di maggior successo, il rosario in diretta dalla grotta di Lourdes, ha sbalordito. Giovedì 25 luglio, tra le 18 e le 18.30, il rosario ha avuto uno share del 7,37 per cento. In quella mezz’ora di pura preghiera TV 2000 era la seconda tv più vista d’Italia, dietro Rai 1.
Sono oltre 4 milioni gli italiani che sabato 27 luglio e domenica 28 si sono sintonizzati su TV 2000, con una media sull’arco dell’intera settimana di 3 milioni 835 mila telespettatori.
Il record è stato toccato con la veglia notturna sulla spiaggia di Copacabana, con uno share medio del 7,12 per cento e con un picco, in chiusura, del 9,61. In quelle due ore e mezza di diretta TV 2000 è risultata la tv più seguita d’Italia, davanti a Rai 1, Rai 2, Canale 5, Italia 1 e Rete 4.
Per tutti gli eventi della trasferta brasiliana del papa lo share è stato superiore al 3 per cento.
Ma anche il TG serale della tv di proprietà dei vescovi italiani è andato forte. Quello del 25 luglio, andato in onda come ogni giorno alle 18.30, ha avuto uno share del 3,53 per cento.



>>> Kiko Argüello pittore, musicista, architetto

Mentre alla Biennale di Venezia il Vaticano dialoga con l'arte contemporanea, in migliaia di parrocchie di tutto il mondo si è già installato un particolarissimo modello estetico, ideato dal fondatore del Cammino neocatecumenale 

di Sandro Magister 




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