NOVENA A SAN FRANCESCO SAVERIO
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Carissimi, vi invito a recitare da oggi 24 Novembre sino al 2 dicembre ogni giorno la Novena a San Francesco Saverio. E' un Santo a cui devo molto, anche molte Grazie... Sono certo che ne avrete da chiedere. Io vi consiglio la più importante, quella che ha condotto San Francesco Saverio a perdere la sua vita per il vangelo infiammato da un amore impressionante a Cristo: la fede! Buona Novena (e pregate anche per la missione in Giappone, evangelizzato da questo Santo eccezionale)
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O amabilissimo e amatissimo San Francesco Saverio,
con te adoro con riverenza la divina Maestà.
Mi compiaccio degli specialissimi doni di grazia
di cui Dio ti ha favorito durante la tua vita terrena
e di quelli di gloria di cui ti ha arricchito dopo la morte
e vivamente lo ringrazio.
Ti supplico con tutto l’affetto del mio cuore di chiedere per me,
con la tua efficacissima intercessione,
prima di tutto la grazia di vivere e morire santamente.
Ti supplico inoltre di ottenermi la grazia…
Ma se ciò che chiedo non fosse secondo la maggior gloria di Dio
ed il maggior bene dell’anima mia,
ti prego di supplicare il Signore
affinché mi conceda ciò che è più utile all’una e all’altra cosa.
Amen.
Pater, Ave, Gloria.
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αποφθεγμα Apoftegma
Consideravo con stupore gli effetti
che si sentono quando si è avvicinati da quel fuoco;
fuoco di vero amore di Dio che par venire dall'alto.
Benché tanto lo desideri, lo cerchi e mi consumi per averlo,
sento di non poterne conseguire neppure una scintilla,
a meno che non si degni di darmela Dio stesso.
Ma quando viene, il vecchio uomo ne va tutto consunto con i suoi difetti,
le sue miserie e le sue tiepidezze.
Al pari della fenice, che,
rinasce dalle sue ceneri dopo che il fuoco l’ha bruciata,
così si trasforma l’anima per uscirne con nuovi desideri
e con più grande coraggio:
non sembra più quella di prima,
ma comincia con nuova purezza a battere il cammino di Dio.
S.Teresa d’Avila, Vita cap. 39,22-23
L'ANNUNCIO |
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l’estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
La primavera in autunno
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. La nostra vita subisce costantemente l'attentato di milioni di parole che cercano di prendere possesso dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti, delle nostre azioni. Uno sterminato esercito di sentenze, di opinioni, di idee si spintona violentemente per entrare. Ma è proprio nell'estrema confusione che accompagna gli stravolgimenti del mondo, in noi e fuori di noi, che possiamo ritrovare un segno, un'ancora di salvezza. Tutto passa. Un sms cancella immediatamente il contenuto, la "verità" del precedente. Così nella nostra vita. Affetti, lavoro, svaghi, ideali, salute, ogni cosa è precaria. Eppure proprio dentro la transitorietà di quel che viviamo alberga una certezza, qualcosa che fonda, tra i marosi, la nostra esistenza. In ogni istante della nostra vita è nascosto il Mistero Pasquale del Signore, il suo passaggio dalla morte alla vita. "Il cielo e la terra passeranno, ma le Parole del Signore non passeranno". Mai. Mentre tutte le altre parole segnano il passo rivelandosi effimere e transitorie, la sua Parola d'amore, capace di ri-crearci nella misericordia, è l'unica eterna perché attraversa la morte senza esserne assorbita. Così, se nella nostra vita ogni cosa è destinata a passare, è per lasciar posto alla Parola fatta carne, al potere della predicazione, a Cristo vivo nell'annuncio del Vangelo del perdono. Un licenziamento o un taglio sullo stipendio, la depressione della moglie e il carattere del marito in peggioramento cronico. L'adolescenza inguaribile dei figli, il fidanzato che ti ha lasciato; la solitudine e il rifiuto, il dolore e l'angoscia, tutto contribuisce ad aprire a Cristo le porte del nostro cuore. Il passare di tutto riverbera il passaggio pasquale del Signore nella storia che è l'unica verità che non passerà mai: Lui ci ama così come siamo, sempre. Non si butta nulla della nostra vita, perché dove c'è il Signore vi sono frutti che rimangono. Le sofferenze, i problemi, le angosce, il fallire dei progetti, sono i germogli che spuntano sui rami della nostra croce, preannunciano l'estate, non la morte! La Croce purifica gli umori assorbiti dall'inverno degli inganni e dei peccati, e ci prepara ad accogliere l'estate, il Regno dei Cieli ormai vicino. Non a caso il Signore descrive il suo avvento come una mietitura: etimologicamente, in greco, therismós (mietitura) è collegato a theros (estate). Come scriveva San Gregorio di Nissa, la nostra vita è nella primavera, nel cuore della Pasqua: ci troviamo, ogni istante, "al confine tra i due tempi, cioè tra quello della mestizia invernale e quello del godimento dei frutti nell'estate"; ogni evento è un germoglio che ci ricorda anche l'elezione che ci ha presi dal mondo, perché il fico è immagine di Israele: "guardai ai vostri padri come ai primi frutti di un fico” (Os 9,10). Tutto di noi e in noi segna la "primo"-genitura, il senso stesso della nostra vita, che è essere i "primi" frutti dell'umanità. Il Signore ci chiama oggi ad aprire gli occhi alla luce della sua Parola riconoscendo in ogni evento la chiamata ad accogliere il suo amore; e, nella fede che ci appoggia saldamente al potere della sua Parola, ad amare e donarci, facendo così di ogni inverno di morte il seno che custodisce l'estate della vita eterna.
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