Commento al Vangelo della settimana.
XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Lunedì 23 Novembre > (Feria – Verde) | Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Dn 1,1-6.8-20 Salmo da Dn 3 Lc 21,1-4: Vide una vedova povera, che gettava due monetine. |
Martedì 24 Novembre > (Rosso) | Memoria – Santi Andrea Dung-Lac e compagni Dn 2,31-45 Dn 3 Lc 21,5-11: Non sarà lasciata pietra su pietra. |
Mercoledì 25 Novembre > (Feria – Verde) | Mercoledì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 Dn 3 Lc 21,12-19: Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. |
Giovedì 26 Novembre > (Feria – Verde) | Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Dn 6,12-28 Dn 3 Lc 21,20-28: Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. |
Venerdì 27 Novembre > (Feria – Verde) | Venerdì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Dn 7,2-14 Dn 3 Lc 21,29-33: Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. |
Sabato 28 Novembre > (Feria – Verde) | Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari) Dn 7,15-27 Dn 3 Lc 21,34-36: Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere. |
Domenica 29 Novembre (Viola) | I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C) Ger 33,14-16 Sal 24 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36: La vostra liberazione è vicina. |
Commento di Paolo Curraz
Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dn 1,1-6.8-20 Salmo da Dn 3 Lc 21,1-4: Vide una vedova povera, che gettava due monetine.
L’abitudine di praticare l’elemosina facendosi ben vedere è molto antica, evidentemente. Soccorrere i poveri è qualcosa che ci rende onore, che ci rende più uomini. Purtroppo, però, molti non hanno letto tutto il vangelo e pretendono di vedere il proprio nome pubblicato in qualche bell’elenco pubblico con tanti di sentiti ringraziamenti. In tutta assoluta e cattolica umiltà. Così doveva accadere al tempo di Gesù quando l’offerta al tempio, una tassa imposta a tutti gli ebrei per il mantenimento del ricostruito edificio sacro, confluiva in un grande contenitore e dava l’occasione ai benestanti di Gerusalemme di manifestare pubblicamente e rumorosamente la loro generosa offerta. Generosi benefattori che, probabilmente, nemmeno hanno notato la povera vecchina che stava gettando uno spicciolo, qualche centesimo, nell’immenso contenitore. Gesù, invece, la nota e la indica come esempio di discepolato. Perché il gesto che compie ha una caratteristica eccezionale: è autentico. Ciò che questa donna offre è donato a Dio, non alla crescita della sua fama. Imitiamola nel donare a Dio ciò che abbiamo di necessario per vivere, non di superfluo.
Martedì 24 Novembre (Memoria – Rosso) Santi Andrea Dung-Lac e compagni
Dn 2,31-45 Dn 3 Lc 21,5-11: Non sarà lasciata pietra su pietra.
Se solo ascoltassimo quanto ci dice il Signore! Tutte le cose sono destinate a scomparire, anche il magnifico tempio che ha ridato lustro e gloria alla decadente Gerusalemme. Erode il grande, con grande intuito politico, aveva dato il via ai lavori di ampliamento nel 19 a.C. e sarà finito solo nel 62 d.C.: ottant’anni per costruire uno spazio capace di accogliere quasi centocinquantamila persone. E ne durerà solo dieci prima di essere raso al suolo da Tito e dall’esercito romano giunto nella capitale per sedare la rivolta. Quante opere d’arte, frutto dell’ingegno umano vengono distrutte dall’idiozia umana e dalla violenza! Quante volte nella storia la cultura e la bellezza sono spazzate via dalla bramosia di potere degli uomini! Ma, ci ammonisce il Signore, gli sconvolgimenti non sono il segno della fine dei tempi. Nessuno sa quando sarà tale fine, nemmeno il Figlio dell’uomo; ciò che possiamo fare è non scoraggiarci e continuare a costruire il Regno di Dio là dove viviamo, con fede e semplicità. Davanti agli eventi drammatici degli uomini siamo invitati a proclamare la salvezza che proviene da Dio e a vivere da salvati.
Mercoledì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 Dn 3 Lc 21,12-19: Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Una cosa negativa e brutale, essere condotti davanti ai tribunali, essere perseguitati, diventa l’occasione per manifestare la potenza di Dio, per parlare del vangelo, per annunciare l’inatteso volto di Dio. Gesù è davvero straordinario nel suo ottimismo! Ma ciò che dice è assolutamente vero: senza essere degli eroi, senza essere particolarmente preparati o bravi, senza avere lauree e dottorati in teologia possiamo dare testimonianza al Signore con la nostra fede e le nostre parole anche in contesti di disagio e di persecuzione. E tale testimonianza, da sempre, porta a nuove conversioni, a nuove scoperte, a nuovi cristiani. Stiamo vivendo un momento in cui l’odio verso i cristiani cresce esponenzialmente e non solo nei paesi musulmani ma anche nella nostra Europa tollerante con tutti eccetto con gli insopportabili cristiani! Forse succederà di dover rendere testimonianza al Signore con la vita, Dio non voglia. E non sappiamo se saremo in grado di mettere la sua Parola al centro e di essere capaci di rendergli onore con le nostre parole e i nostri gesti. Certamente lo saremo se fin da ora spalanchiamo il nostro cuore all’accoglienza ardente della sua presenza…
Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dn 6,12-28 Dn 3 Lc 21,20-28: Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Ci avviciniamo agli ultimi giorni dell’anno liturgico e nelle letture che ci vengono proposte prevalgono le pagine apocalittiche del vangelo di Luca. Il linguaggio apocalittico, che conosciamo perché ampiamente usato dall’evangelista Giovanni, era molto in voga al tempo di Gesù: attraverso una serie di immagini iperboliche e fantasiose gli autori volevano richiamare l’attenzione del lettore per aprirla ad una particolare visione della realtà. Così Luca si serve di questo linguaggio per parlare degli ultimi tempi, della pienezza che sta per arrivare. È straordinaria la sua visione: davanti al caos di eventi catastrofici, di guerre, di carestie, di instabilità politica, Luca invita i suoi fratelli ad alzare lo sguardo. La fine del mondo non è una tragedia somigliante ai filmetti catastrofici del cinema americano, ma la manifestazione definitiva della tenerezza di Dio sugli uomini. Il mondo non sta precipitando nel caos ma nella braccia di un Padre che tutti vuole accogliere e salvare. Con questa certezza viviamo operativamente e fattivamente in questo mondo senza aspettare rassegnati ma senza farci prendere da inutili ansie. Sappiamo bene come andranno a finire le cose!
Venerdì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dn 7,2-14 Dn 3 Lc 21,29-33: Quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
Le parole del Signore non passano. Con questa certezza concludiamo l’anno liturgico, certi della promessa fattaci dal Maestro. E con questa certezza possiamo leggere gli eventi del mondo e della Chiesa, senza paura, senza dietrologie, senza visioni approssimative e piccine ma con lo sguardo ampio che solo la fede ci può donare. Il discepolo guarda al mondo con realismo ottimista: senza cedere alle lusinghe di chi periodicamente trova delle soluzioni definitive, sa che nel cuore portiamo un’ombra, il peccato originale e che tale ombra rode dall’interno ogni utopia, ogni progetto, ogni rivoluzione. Ma questo non significa che restiamo immobili senza far nulla, che ci rassegniamo ma che aspettiamo cieli nuovi e terra nuova in cui avrà stabile dimora la giustizia. Qui e ora costruiamo il Regno dove viviamo, con semplicità, con ostinazione, con gioia. Qui e ora realizziamo il sogno di Dio di un mondo in cui ci si accoglie nel rispetto delle diversità cercando insieme il senso ultimo della vita che Cristo ci ha rivelato. E l’attesa è colma della presenza e delle parole di Cristo che non passano e che diventano pane quotidiano.
Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Dn 7,15-27 Dn 3 Lc 21,34-36: Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
Può appesantirsi il cuore, diventare troppo lento, rallentare fino quasi a fermarsi. Ne è consapevole, il Maestro, e ammonisce noi, suoi discepoli, a contrastare la pesantezza della vita e delle emozioni. Chissà cosa direbbe oggi, vedendoci correre come dei pazzi tutto il giorno, cercando di sfangare la vita peggio dei nostri nonni! Certo, abbiamo molte più comodità, mangiamo meglio e possiamo dialogare in tempo reale con l’Australia, ma a che prezzo! Ci svegliamo all’alba e, assonnati, ci infiliamo in auto per metterci in coda e raggiungere gli uffici. Saltiamo pranzo, usciamo sudaticci e stanchi per passare ancora a fare la spesa e rientrare giusto in tempo per cenare e dormire! Che vita è? Sì, ha ragione il Signore, possiamo appesantire il cuore con le dissipazioni, cioè spendendo tutta l’energia che possiamo con le ubriachezze, cioè gli eccessi che ci concediamo per sopravvivere (il cibo, l’alcool, il fumo, il gioco d’azzardo…) e per stordirci, con gli affanni della vita. Reagiamo con forza allo stordimento generale, vegliamo con forza, strappando alla nostra giornata poco tempo per prendere consapevolezza di ciò che siamo.
Domenica 29 Novembre ( Viola) I DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)
Ger 33,14-16 Sal 24 1Ts 3,12-4,2 Lc 21,25-28.34-36: La vostra liberazione è vicina.
Per salvare il Natale dobbiamo riaprire i vangeli. Si tratta di passare dal Natale finto, festa di compleanno senza festeggiato, al Natale vero, attraverso quel gesto destabilizzante che i Vangeli chiamano conversione.
Non viviamo tempi facili, lo scoraggiamento è alle stelle, la violenza pure. Tra finanziarie, lavori saltuari e una dilagante povertà, tra affetti frantumati e paure di amare rischiamo di crollare e di arrenderci. La paura e l’apatia a volte inquinano le nostre vite e le nostre comunità: sembra prevalere il forte e l’arrogante, ci sentiamo come pesci fuor d’acqua. E Gesù (tenero!) ci dice: quando accade tutto questo, alzate lo sguardo. Le fatiche e le prove della vita, sembra dirci il Signore, sono lì apposta per farci crescere, possono diventare un trampolino di lancio, devono aiutarci a conoscere il senso segreto delle cose, il mistero nascosto nei secoli. Come il grano caduto in terra feconda la terra, così l’Avvento feconda la nostra vita per sbocciare a Natale in una festa di luce. Necessitiamo, urgentemente, di riappropriarci del Natale. E questo può avvenire soltanto con l’interiorità e la teologia, con la preghiera e la meditazione. Un mese è poco, lo so, ma possiamo farcela. La mission è una sola: vivere il Natale, finalmente, da cattolici. Convertirci, a partire da noi stessi, perché a Natale davvero possa ancora nascere Dio nei nostri cuori.
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