Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

mercoledì 3 giugno 2015

DA MAMMA E PAPA'...


di Robi Ronza
Nella sua catechesi sulla famiglia - che è stata anche al centro dell’udienza di ieri - Papa Francesco ha ribadito e riaffermato la  centralità della famiglia con tutta l’efficacia comunicativa che gli è propria, anche se poi è stato come al solito accuratamente censurato dai media più potenti e più diffusi. A parte infatti chi l’ha potuto ascoltare di persona, sono ben pochi i lettori e i telespettatori che sono venuti a saperlo.
Dopo l’esito del recente referendum irlandese l’arcivescovo di Dublino, mons. Martin, ha tra l’altro sconsolatamente affermato che il voto giovanile quasi del tutto a favore dello pseudo-matrimonio tra omosessuali proveniva da persone che per lo più avevano alle spalle dodici anni di frequenza in scuole cattoliche. In scuole di questo orientamento infatti studia la massima parte degli irlandesi. Dal punto di vista del sistema scolastico l’Irlanda sulla carta è un paradiso rispetto all’Italia, dove solo il 10% circa degli scolari e studenti accede a scuole non statali, per lo più di orientamento cattolico; e queste non godono di alcun consistente sostegno erariale, possono quindi venire frequentate solo a spese delle famiglie, molto spesso con grave sacrificio economico. In tanti casi per le famiglie si tratta di scegliere se mandare i figli alla scuola migliore per loro oppure se accumulare i risparmi  che poi consentiranno di aiutarli, al momento in cui si sposeranno, ad acquistare la casa dove andranno a vivere. La sconsolata affermazione dell’arcivescovo di Dublino ci aiuta tuttavia a capire quale disastroso buco nell’acqua può essere la conquista della libertà d’educazione  quando non è accompagnata da una capacità di educare in modo non succube all’ordine  costituito culturale dell’Occidente. La Chiesa d’Irlanda è chiamata ora a domandarsi che cosa avrebbe dovuto fare negli ultimi decenni per evitare quella che, come ha giustamente detto il cardinale Parolin, è una sconfitta per l’umanità prima che per la Chiesa.
Senza restare muta in attesa di un’analoga catastrofe anche la gente di fede in Italia farebbe bene a cominciare a interrogarsi e quindi a ricomparire a viso aperto sulla scena della vita pubblica italiana con presenze sociali forti e attraenti e con proposte politiche originali, tali da suscitare l’attenzione di tutti gli strati più sensibili e attivi della società italiana.
Se è vero come è vero che “se sparisce la famiglia viene giù tutto”, allora occorre da un lato difenderla da  chi la vuole snaturare e dall’altro  contemporaneamente premere per una politica attiva di sostegno allo sviluppo della famiglia come risorsa. Osservo per inciso che c’è al riguardo un interessante “piano per la famiglia” a suo elaborato per iniziativa del senatore Carlo Giovanardi quando era sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche familiari: un interessante documento che meriterebbe di venire riscoperto. Richiede degli ovvi aggiornamenti ma è un ottimo punto di partenza.
In tale prospettiva è urgente fare in primo luogo uno sforzo per ripensare alla famiglia come era in società meno atomizzate dell’attuale. Non basta insomma rivitalizzarla, ma solo entro l’esiguo perimetro cui oggi è stata ridotta. Va invece rimessa in grado di riesercitare funzioni di maggior rilievo e di più ampio raggio in ogni ambito, da quello economico a quello sociale, da quello culturale a quello scolastico. Riservandoci di soffermarci in future occasioni su altri ambiti facciamo qui accenno alla scuola, ovvero sull’educazione, la cui importanza è primaria. Sarebbe una colpa gravissima lasciare che le scuole pubbliche non statali - create con tanta fatica e scelte dalle famiglie spesso con grande sacrificio - si riducano a essere soltanto delle scuole di… buone maniere, magari bene ordinate, ma dove in fin dei conti si insegna in modo tributario alla cultura dominante nel segno di una malaugurata  reverenza per la “razza padrona” della scuola pubblica di Stato (ministeriale o sindacale che sia). In tale quadro, nella misura in cui si vincesse la battaglia per la libertà d’educazione (traguardo pur remoto al momento) si farebbe la fine dell’Irlanda. Ci sarebbe poi da parlare di che cosa significa il principio di sussidiarietà seriamente inteso nella sfera sia delle istituzioni che della società, ma sarà per un’altra volta.
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Fecondazione, aborto e gender: voilà la paritàdi Tommaso Scandroglio


La Commissione dei Diritti della donna e della Parità di genere del Parlamento europeo ha votato la Relazione Noichl sulla strategia dell'Ue per la parità tra donne e uomini post-2015. Il testo è ora pronto per essere votato dal Parlamento il 9 giugno prossimo. Come spesso accade, parlare di parità tra uomo e donna è il pretesto per far passare iniziative che con la parità tra i sessi non c’entrano per nulla. Ad esempio, questa Relazione «invita la Commissione a fornire aiuto agli Stati membri al fine di garantire in modo sicuro e legale ... l'aborto e la contraccezione; sottolinea il diritto di accedere ai servizi di pianificazione familiare volontaria, comprese le cure legate all'aborto sicuro e legale». Si chiede inoltre che possano accedere alla fecondazione artificiale anche i single e le coppie gay. 
Poi c’è il capitolo gender: «ribadisce la sua richiesta alla Commissione e all'OrganizzazioneMondiale della Sanità di depennare i disturbi dell'identità di genere dall'elenco dei disturbi mentali e comportamentali, … al fine di garantire che la diversità di genere nell'infanzia non venga qualificata come una patologia; invita la Commissione a supportare gli Stati membri nella istituzione di cattedre universitarie in studi di genere; invita la Commissione a promuovere l'uso del principio di genere, del bilancio di genere e della valutazione dell'impatto di genere in tutti i settori e per ogni proposta legislativa a tutti i livelli di governo, e quindi a garantire specifici obiettivi di parità di genere; chiede agli Stati membri in modo simile di introdurre la prospettiva di genere nei loro bilanci, al fine di analizzare i programmi di governo e politiche, il loro impatto sulla ripartizione delle risorse e il loro contributo alla parità tra uomini e donne».
Tralasciamo per motivi di spazio commenti sull’ennesimo tentativo made in Ue di diffondere ancor più la pratica dell’aborto e della fecondazione artificiale, come se in Europa bambini morti nella pancia della loro madre o in provetta non ce ne fossero abbastanza. Invece occupiamoci del tema gender. Banale a dirsi che ogni volta che si usa la parola talismano “genere” questa rimanda all’idea che una cosa è il sesso genetico (maschio e femmina) e un’altra cosa è l’identità sessuale, cioè il diritto di percepirsi come appartenente al mondo femminile seppur maschio e viceversa e di scegliere a proprio piacimento qualsiasi orientamento sessuale: dall’omosessualità alla bisessualità, dall’a-sessualità al credersi neutri sessualmente.  Particolarità di questo documento di Mr. Noichl il fatto che per costui il tema del gender non solo debba essere prioritario, ma quasi esclusivo. Da libertà pare che il gender sia diventata un’ossessione. A leggere, infatti, le raccomandazioni del report, il gender diventa la pietra filosofale capace di mutare in oro ogni ambito del vivere civile: l’economia, la politica, l’educazione. 
Il “genere” è il caleidoscopio attraverso cui guardare la realtà e renderla colorata, civile, ugualitaria e democratica, tanto che si chiede all’Europa, in termini espliciti, di adeguarsi e fare proprio il “gender mainstreaming”. Il termine “mainstream”, in questo contesto, rimanda a una corrente di pensiero che se non è ancora prevalente, lo deve diventare; ad un paradigma culturale a cui bisogna riferirsi in ogni scelta di governo; ad un plesso “valoriale” soggiacente la società civile da implementare. Per Noichl l’Europa dei popoli deve avere la sua stella polare nell’omosessualità e nell’identità di genere e deve svellere quel poco di radici cristiane che sopravvivono nel vecchio continente. 
Da notare infatti che il report offre più indicazioni di carattere culturale-ideologico che pratico-operativo. Altra prova che è questo ciò che sta a cuore ad alcuni burocrati di Strasburgo: il lavoro, l’educazione, la finanza, la sanità, i trasporti, la difesa del territorio, l’immigrazione, il commercio, non sono altro che campi vergini in cui seminare la mala pianta ora del gender, ora dell’aborto, ora della fecondazione artificiale, ora della persecuzione religiosa, ora del divorzio. Sono usati pretestuosamente come contenitori vuoti in cui sversare gli ingredienti di un mondo o di un’Europa nuova la cui cittadinanza sarà rilasciata solo a coloro che avranno prestato giuramento alla Bibbia relativista, i cui libri oggi sono composti da Relazioni, Raccomandazioni e Direttive dell’Unione europea.
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fonteRedazione notizieprovita.it

Alcuni dicono che vediamo il male dove non c’è e che vediamo questo “diavolo di gender” in attività ludiche e serene proposte a bambini e ragazzi per insegnar loro a vivere pacificamente nel rispetto e nell’armonia reciproca.Allora abbiamo raccolto in un dossier una serie di documenti, progetti, e iniziative di cui abbiamo avuto notizia e che in modo chiaro si ispirano alle teorie del gender e/o dell’omosessualismo.Potete leggere con i vostri occhi e valutare col vostro cervello.Se siamo visionari, continuate a mandare i vostri figli a scuola sereni e dormite tra due guanciali. Siamo contenti per voi.Se invece anche a voi sembra che queste iniziative siano intrise di ideologie anti umane e diseducative, se anche voi ritenete che in certi ambiti la scuola deve lasciare il primo posto alla famiglia(perché nei paesi veramente democratici la scuola non indottrina, ma informa e dà ai giovani quelle competenze specialistiche che la famiglia non può dare: trasmette certamente anche valori, ma soprattutto e principalmente nozioni, conoscenze, competenze, abilità), allora potete fare due cose:1) informarci se venite a conoscenza di altri casi, così che possiamo aggiornare costantemente il dossier (aggiungeremo solo casi chiaramente ispirati al gender e/o all’omosessualismo, ai quali possono essere attribuiti data, luogo, descrizione e fonte certa);2) venire in piazza con noi, a Roma, il 20 giugno, per tutelare la crescita serena ed equilibrata dei nostri bambini.
Redazionenotizieprovita.it

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