Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

martedì 9 giugno 2015

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato?

Martedì della X settimana del Tempo Ordinario






αποφθεγμα Apoftegma


Il nuovo modo, che da Lui ci viene, 
di guardare al mondo e alle persone 
ci fa penetrare più profondamente nel mistero della fede, 
che non è solo un insieme di enunciati teorici 
da accogliere e ratificare con l'intelligenza, 
ma un'esperienza da assimilare, 
una verità da vivere, 
il sale e la luce di tutta la realtà.
Come il sale dà sapore al cibo e la luce illumina le tenebre, 
così la santità dà senso pieno alla vita, 
rendendola riflesso della gloria di Dio.

Giovanni Paolo, II Messaggio per la XVII Giornata mondiale della gioventù


Sulla collina che si erge dolce dalle sponde del Mare di Galilea, dopo averci annunciato di essere “beati”, Gesù ci spiega che ciò fa di noi "il sale della terra e la luce del mondo"; ed è un invio a tutte le Nazioni per annunciare il Vangelo: “andate dunque”, ci dice, e “insegnate alle nazioni tutto ciò che vi ho comandato”, perché il “sale” che è in voi dia sapore alla vita senza senso del mondo, e la “luce” del mio amore che vi innalza con me sul “monte” della Croce, “risplenda davanti a tutti gli uomini”. Non a caso Gesù annuncia queste parole in Galilea; nella tradizione esegetica, infatti, essa è sempre stata vista come immagine della terra di missione; inoltre, sullo stesso “monte” avrebbe dato appuntamento ai suoi discepoli dopo la resurrezione, proprio per inviarli ad annunciare il Vangelo. Siamo dunque “beati” perché “Cristo ci ha resuscitati con Lui” e ci ha introdotti, già da ora, “nei Cieli”. Per questo oggi ci dice “siete il sale, siete la luce”. Non parla al futuro, annunciandoci quello che saremo o dovremmo diventare. La sua Parola ci raggiunge e crea oggi quello che annuncia. Per prima cosa ci costituisce in comunità: "voi". E in questo "voi" comincia ad apparire il "sale": nella Chiesa, infatti, l' “io” è accompagnato dall’ascolto della Parola e dai sacramenti a sciogliersi nel "noi". E proprio mentre ciò avviene, mentre cioè Cristo risorto abbatte le barriere del peccato e dona alla comunità la comunione nel suo Spirito, la "luce" comincia a risplendere nel "voi". Ce lo dice anche la scienza, secondo le cui ipotesi (vi sono ancora molti aspetti sconosciuti) la luce si comporta come delle particelle, “i fotoni”, ma si espande come delle “onde elettromagnetiche”. La distanza fra le due creste definite dal procedere dell'onda elettromagnetica si chiama “lunghezza d’onda”. Dunque, un universo senza il "voi" dei “fotoni” e la “comunione” delle diverse “lunghezze d'onda” sarebbe buio e incolore. E' la luce, infatti, che rende visibili gli oggetti e ne determina il colore che possiamo vedere. Così, ogni persona, per esprimere la propria autentica bellezza, ha bisogno del "voi" della Chiesa, di ogni suo “fotone” e di ciascuna sua “onda elettromagnetica” che la rende "luce del mondo".Senza lo Spirito Santo che dimora nei cristiani, infatti, la “terra” di cui è fatto ogni uomo è arida e per questo preda del serpente; mentre il “mondo”, senza la “luce” della loro testimonianza è schiavo del suo principe, superbo ed egoista fin dal principio. La terra senza il Cielo è nera, come il mondo senza amore, perché il nero è il colore dell'egoismo; non a caso è il colore dominante nei vestiti, perfino nello smalto per le unghie, dei giovani rapiti dal branco, dalla musica che insinua morte e violenza. Per questo il mondo ha bisogno del candore della risurrezione, del bianco di cui risplendono le tuniche dei battezzati, immagine della loro vita che, attraverso i sacramenti, è immersa nel sangue purificatore dell'Agnello che li trasfigura. Fratelli, camminiamo allora fedelmente nella Chiesa, dove la predicazione e l’annuncio della Parola, con la guida dei pastori e la correzione fraterna, ci aiutano a "non perdere il sapore" e a non "mettere la lucerna sotto il moggio". In Palestina, ancora oggi, i fornai mettono nei forni delle piastre di sale atte ad innescare la combustione. Con il passare del tempo, queste piastre diventano inservibili, e vengono gettate per strada. E’ un’immagine per ammonirci sul il pericolo che il tempo e la routine, o le sofferenze, "consumino" in noi la chiamata, spingendoci a trascurare la Grazia. Allora, "perduto il sapore, “non serviremo ad altro che ad essere gettati per strada e calpestati dagli uomini", irrilevanti per la moglie e il marito, per i figli, per tutti. Invece fratelli, proprio le difficoltà e le sofferenze sono per noi il "sale" che impedisce la corruzione dei rapporti e dell'amore. Ancora oggi nella Città santa di Gerusalemme, non a caso posta su un monte, il sindaco è solito ricevere un capo di stato offrendogli pane e sale: "è un'usanza che ha radici bibliche. Mangiare il sale di qualcuno significa far parte della sua casa. Anzi, mangiare il sale con qualcuno, significa fare un patto con lui. Il patto del sale è un patto indissolubile" (F. Manns). Sulla Croce Cristo ci offre ogni giorno il sale che Lui stesso ha mangiato, il suo sale, accogliendoci così nella sua stessa casa, che è immagine della sua vita di entrare nella storia. Mangiando con Lui il sale aspro della Croce stipuliamo un patto eterno e diveniamo partecipi del suo Mistero Pasquale. Così, potremo offrire questo stesso sale a chiunque incontreremo: un matrimonio è "conservato" e "purificato" dal sale della Croce! Ami tua moglie? Le offrirai il "sale" in ogni circostanza, in ogni dialogo; ciò significa che le consegnerai te stesso crocifisso, e in te Cristo vivo e il suo amore. Ti sacrificherai per lei, come per tuo figlio, il tuo collega, il nemico. Ogni evento e ogni persona costituiscono, infatti, “il lucerniere” sul quale il Signore ci pone perché attraverso di noi il mondo sia illuminato dalla “luce” della Pasqua che viviamo con Lui e "rendano gloria a Dio", quella gloria che la morte e il peccato strappano dal loro cuore. Non a caso la liturgia cristiana usa il sale per il battesimo: "Ci ha creati sale, affinché non tocchiamo più la morte. Voi siete il sale della terra. A causa di ciò l'uomo non è più terra ma sale. Il serpente non ha il potere di mangiare il sale, perché la morte non ha più potere su di noi. Avendo rivestito il battesimo, la morte non regna più su di noi" (Discorso di Bersabeo). Mangiamo allora anche oggi il sale che ci offre il Signore, restiamo crocifissi con Lui, perché così il demonio non avrà potere su di noi, e potremo scioglierci nell'amore e scomparire nell'altro, affinché riceva la vita. 

L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Matteo 5,13-16
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

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