Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 26 giugno 2015

Venerdì della XII settimana del Tempo Ordinario

Venerdì della XII settimana del Tempo Ordinario


    


L'ANNUNCIO
Dal Vangelo secondo Matteo, 8,1-4

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. 
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. 
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

Nel Vangelo di oggi risplende la grande misericordia di Dio. Gesù era appena sceso dalla Montagna dove aveva annunciato che la Vita Celeste avrebbe preso dimora nei figli del Popolo della Nuova Alleanza. Abbiamo visto in questi ultimi giorni la bellezza, la ricchezza, la pienezza di chi vive già qui sulla terra come cittadino del Cielo. Ebbene oggi Gesù "scende dal monte" dove il Padre ha collocato la sua Chiesa per andare a cercare tutti coloro che, chiamati ad esserne cittadini, si sono persi a causa delle loro debolezze. Anche oggi Gesù "scende" dal Cielo per venire verso di te che forse ti sei accorto di aver "ascoltato" le sue Parole ma non le hai accolte con cuore docile e sincero, e oggi stai sperimentando l'angoscia di aver "costruito sulla sabbia". Sapevi quale fosse la verità, ma, indurito nell'orgoglio, non ha perdonato il fratello e ti sei chiuso nel giudizio. Oppure, pur avendo sperimentato che non si può servire Dio e mammona, di fronte al licenziamento di tuo figlio appena sposato hai ceduto all'incredulità e ti sei messo a fare compromessi disonesti pur di tirarlo fuori dai guai. Forse tua figlia è rimasta incinta ad appena vent'anni e, ingannato dai sofismi mondani del demonio, dopo averle trasmesso la fede per tanti anni, stai perdendo il sapore e per questo la inganni benedicendo la sua decisione di andare a convivere con il padre di suo figlio. Insomma, la menzogna del demonio si è infilata di nuovo nel tuo cuore e ti vedi incapace di vivere sinceramente nella comunità. Ti senti scomodo perché nascondi nel cuore un virus che sta avvelenando i tuoi gesti, le te parole, i tuoi sguardi. Non ce la fai a partecipare alle liturgie e stai scivolando lontano dalla comunione. Di sicuro stai soffrendo perché in te risuonano le parole del discorso della montagna, ma ti trovi così indebolito che neanche una si può compiere in te. Sì, sei un "lebbroso". Le relazioni si stanno corrompendo, ovunque spargi l'odore acido dei giudizi incancreniti da moltissimo tempo. E' così? Ti senti lontano anni luce dal Discorso della Montagna? Come Israele aveva accolto la Torah consegnata da Dio sul Sinai, lo hai abbracciato come la sposa della tua anima, ma lo hai tradito allontanandoti dal Signore. E ora stai vagando come tutti gli adulteri, lebbrosi dell'anima che si devono nascondere perché il disprezzo che hanno di se stessi è così forte che non possono neanche guardarsi allo specchio.


Se ti senti così, esule dalla Città nella quale sei stato chiamato, coraggio, il Vangelo di oggi è una Buona Notizia per te. Gesù ci conosce, e sa bene che il Discorso della Montagna non è una Legge ma una Grazia. E' il frutto del perdono che cancella il morbo del peccato per rigenerare nella vita nuova di Cristo. Per questo anche oggi Gesù "scende" dal Cielo che le sue Parole hanno annunciato per venire a cercare la "terra" da dissodare e bonificare perché le possa accogliere e dare il frutto del loro compimento. Per questo viene a cercare il lebbroso che non può avvicinarsi alla Città, all'impuro che non può partecipare al culto della comunità. Gesù scende oggi da te e da me per far discendere dal Cielo la Città che abbiamo abbandonato, come una Sposa che ci accoglie nella sua santità senza alta condizione che quella di umiliarci e prostrarci dinanzi a Lui. E' inutile continuare a scappare dalla Verità: siamo stati scelti dal mondo per far parte della Chiesa, e ciò significa vivere sulla terra nell'anticipo della Gerusalemme Celeste. Ma è chiaro, nessun peccatore che ha scelto liberamente di farsi schiavo del demonio può entrarvi, come nessun lebbroso poteva avvicinarsi ai luoghi abitati. Così come siamo oggi non possiamo partecipare autenticamente alle liturgie del Popolo Santo, perché la nostra vita contesta quello che esse annunciano e celebrano. Non possiamo compiere la nostra missione, e per questo soffriamo. Ma Cristo Scende a noi, come già nel cenacolo dell'ultima cena, e, inginocchiato dinanzi ai nostri piedi per lavarli nella sua misericordia, ci spinge a prostrarci nella verità e chiedergli: "Signore, se vuoi puoi purificare il mio cuore". Se Lui non fosse disceso dal monte quel lebbroso non avrebbe potuto prostrarsi e guarire. Per questo Cristo "scende" oggi nella tua lebbra, nella solitudine dove ti hanno condotto i peccati, per "toccarti", per unire alla sua vita la tua carne malata e così sanarti nel profondo. Coraggio fratelli, possiamo convertirci perché Gesù viene oggi nella situazione dalla quale non riusciamo ad uscire; viene per farsi una carne con noi, superando la giustizia della Legge con la sua misericordia infinita, per compiere in noi ogni precetto che abbiamo trasgredito a causa del peccato. Coraggio, non restate nella paura e nella sfiducia, Gesù è già di fronte a voi per aprirvi di nuovo le porte del Regno dei Cieli. Non vi scandalizzate della lebbra che vi impedisce di compiere le parole del Discorso della Montagna: Cristo viene a noi per consegnarcele compiute nel suo amore più forte del peccato. Prostriamoci allora, camminiamo cioè nell'umiltà il nostro catecumenato che ci fa fa discendere alle acque del battesimo. Percorriamolo oggi difronte al fratello che abbiamo giudicato, e ricominciamolo nella Chiesa obbedendo di cuore ai suoi insegnamenti. Possiamo farlo perché ora siamo dinanzi a Cristo perché Lui ci ha cercato! Lasciamoci amare e rigenerare! Allora, potremo rientrare nella comunione della comunità "presentando l'offerta ai sacerdoti", ovvero la nostra vita rinnovata e perdonata offerta con Cristo nella liturgia "come testimonianza" della sua vittoria sulla morte.

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