Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 20 marzo 2014

Una triste storia ...“C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente...

da un vecchio post!  I PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO: 

Una triste storia  da www.donbosco-torino.it/ita/
    LA PRESUNZIONE 
     DI SALVARSI SENZA MERITO

Dalle sue piaghe
siete stati guariti (1 Pt 2,25)
Davvero tu presumi di salvarti senza merito? 

Davanti a un regalo così grande – perché si tratta di regalo –, tu pretendi, tu esigi? Sei certo che Dio sia un Dio di infinita bontà e che non gli costi nulla a dare il perdono e il premio? Come puoi dire che non gli costa?
Da una parte della bilancia ci stanno i nostri peccati e dall’altra i meriti del Figlio suo che è morto in croce per noi. Dio è Amore, egli è il nostro Padre che non ci vuole servi ma figli, e figli che sanno amare, ad immagine del suo Figlio Gesù.

Dunque tu presumi di salvarti perché pensi di farcela con le tue forze senza aver bisogno di Gesù Cristo: così tu neghi lo Spirito Santo, luce vera che illumina ogni uomo: egli che afferma, per mezzo degli Apostoli, che solo Gesù è l’unico Salvatore del mondo.
Bestemmia imperdonabile contro lo Spirito Santo, afferma Gesù. Infatti “Dio è luce e in lui non ci sono

 tenebre. Se camminiamo nella luce il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato” (1 Gv 1,5-7).
Presumere di salvarsi senza fare nulla pensando e sperando di ottenere il perdono e il premio senza bisogno di chiedere scusa a nessuno è proprio il modo con il quale si nega l’amore con cui lo Spirito Santo ha accompagnato e sostenuto il Figlio della Vergine Maria, Gesù, nei momenti più terribili della sua passione e morte, quando Lui ha avuto il coraggio di implorare il suo Dio così: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.

Bestemmia imperdonabile contro lo Spirito Santo.

Questo peccato è gravissimo perché non viene riconosciuta la divinità di Gesù Cristo e dello Spirito Santo. Sappiamo infatti che i Giudei avevano accusato Gesù di cacciare i demoni nel nome di Belzebul, come suo alleato. La volontà del Padre è chiara: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto” (Col 1,13-15). Per cui il Regno è un dono che riceviamo.
Fiducia disordinata
Grave peccato, bestemmia imperdonabile contro lo Spirito Santo è anche la fiducia disordinata in sé stessi, nelle proprie convinzioni, considerando Dio come un bonaccione da poco, che non la pensa come gli uomini di Chiesa, ma alla maniera di quei poveri preti che uniscono in matrimonio religioso i gay affermando che davanti a Dio l’amore vale più di qualsiasi regola della Chiesa. Costoro negano l’assistenza dello Spirito di Gesù sulle Scritture e sulla Chiesa.
Sappiamo che Dio è buono e che egli stesso ha detto di voler salvare tutti gli uomini (cf 1 Tm 2,4). Per fare questo non ha bisogno di prendere in prestito le ipotesi o le congetture umane, i nostri suggerimenti o le nostre idee, egli è l’Amore, e pertanto la salvezza dovrà essere opera del Divino Amore.
La salvezza è gratuita per tutti, è dono, perché Gesù ha pagato per amore. Vengono accolti quelli che si convertono a Dio, pentiti dei loro peccati, e quelli che esercitano con amore le opere di misericordia.

Ma non è per i superbi, gli arroganti, gli orgogliosi, tutti quelli cioè che rifiutano l’Amore. Costoro troveranno la porta del Paradiso chiusa e sbarrata.
Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo, il quale continua a proclamare che Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo.

Preghiamo con il Salmo 22
Rit.: Signore, guidami per il giusto cammino.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
su pascoli erbosi mi fa riposare
ad acque tranquille mi conduce. Rit.

Se dovessi camminare in una valle oscura,
non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza. Rit.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca. Rit.

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni. Rit.
Una triste storia

“C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,

 bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo.
Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli.
Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi” (Luca 16).
Preghiera
O mio buon Signore Gesù, quando io penso a te e a tutto quello che tu hai fatto per me, come potrei pretendere di seguirti, e quindi di salvarmi, e allo stesso tempo di stare con le mani in mano, senza far nulla? Quale premio potrei attendere dal Padre tuo?

È da insipienti pensare di potermi sedere davanti a una tavola ben imbandita senza darmi da fare, senza sudare, senza avere i calli alle mani.

Ho visto che gli agricoltori arano con arte i loro campi e preparano con cura i semi da gettare nei solchi. E poi attendono con pazienza e fiducia le piogge di autunno e di primavera, per poter quindi tornare, a suo tempo, gioiosi alle loro case con un carico abbondante di spighe dorate.
Mi rendo conto che se presumo di salvarmi senza far nulla, commetto un grave affronto contro lo Spirito Santo. Per questo ti prego, caro Gesù, effondi su di me il tuo Santo Spirito perché faccia di me una creatura nuova, capace di lavorare con buona volontà nella vigna del Padre. Tu stesso mi hai insegnato che l’opera delle opere è questa: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, e amare il mio prossimo come me stesso. Allora la salvezza sarà un regalo insuperabile.

Chiedo pertanto il tuo amore e il tuo aiuto, o mio buon Gesù, perché io possa essere sempre attento alla voce dello Spirito che mi fa conoscere la volontà del Padre e mi dà la forza di attuarla nelle parole e nelle opere. Amen.

                                                        D. Timoteo                                                                                                      ***
donbosco-torino.org



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Commento Sant'Agostino

Forse quel povero venne preso dagli angeli a causa della sua miseria, e quel ricco venne gettato ai supplizi per colpa delle sue ricchezze? Dobbiamo comprendere che in quel povero venne premiata l'umiltà, come in quel ricco venne condannata la superbia. Brevemente vi dimostro che non le ricchezze ma la superbia fu punita in quel ricco. Di quel povero si dice che fu sollevato nel seno di Abramo; ma Abramo, secondo la Scrittura, possedeva lui stesso grande quantità d'oro e d'argento ed era stato ricco in terra (Gen 13,2). Se chi è ricco viene gettato fra i tormenti, in qual modo Abramo poté precedere il povero, tanto da accoglierlo nel suo seno? Ma Abramo, pur in mezzo alle ricchezze, era povero, umile, ossequiente a ogni comandamento [divino] e obbediente. A tal segno disprezzava le ricchezze, da immolare, per ordine del Signore, anche il suo figlio, per il quale teneva in serbo le ricchezze (Gen 22,4). Imparate dunque ad essere poveri ed indigenti: sia che possediate qualcosa in questo mondo sia che non ne possediate. Puoi trovare, infatti, anche dei mendicanti superbi, come puoi trovare umile un uomo pieno di ricchezze. “Dio resiste ai superbi”, tanto se vestiti di seta quanto se coperti di stracci; “agli umili invece dà la sua grazia” (Gc 4,6), sia che posseggano ricchezze in questo secolo sia che non ne posseggano. Dio guarda nell'intimo; ivi pesa, ivi scruta.
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