QUI IL COMMENTO ALLA PAROLA DELLA IV DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA.ANNO B (26 APRILE 2015)
25 aprile. San Marco Evangelista
Con Cristo non subiamo la vita, la affrontiamo da protagonisti |
Gesu' e' risorto e dal Cielo accompagna i discepoli "dappertutto" agendo con loro, autenticando la loro parola con i segni celesti che svelano la presenza di Dio. Sono segni soprannaturali, opere, prodigi, miracoli che l'uomo, per quanto onesto, buono, rispettoso non può compiere. Su di essi vi è, inconfondibile, il copyright di Dio. Opere di Dio nella carne debole degli uomini, che svelano la loro natura celeste. Di conseguenza, naturalmente, chi crede al Vangelo opera quanto esso annuncia; e' passato dalla morte alla vita e ogni sua opera ha il sapore del Cielo, come un aereo che supera la barriera del suono, essa oltrepassa la barriera della carne e della corruzione. Il veleno che uccide, la condanna di chi non crede, non reca danno a chi ha oltrepassato la soglia del sepolcro. Il veleno dell'invidia, del rancore, del giudizio, del male, non puo' nulla in chi crede. Gli apostoli passano indenni nelle fiamme delle persecuzioni, la loro fede vince il mondo. Attraverso di essa giunge agli uomini la stoltezza della predicazione, e coloro che accolgono l'annuncio degli apostoli ricevono gratuitamente la loro stessa fede. Parlano la nuova lingua del Vangelo, radice incorruttibile dell'amore e vincolo dell'unita', i segni offerti al mondo perche' possa credere. Cosi', la stessa fede che muove gli araldi del Vangelo, irrora la vita di chi lo accoglie, ed essa si fa visibile come un sigillo nei segni che l'accompagnano. Esattamente gli stessi segni accompagnano la fede di chi annuncia e di chi crede: quello che gli apostoli predicano e mostrano appare in coloro che accolgono e credono.
I segni di cui ci parla il Signore non si possono pianificare in un consiglio pastorale, preparare nelle riunioni delle Conferenze Episcopali. Non si studiano. Sono miracoli, saette che trafiggono il banale grigiore che si abitua a tutto. Gesù non ha frequentato un corso su Dio, non lo ha conosciuto all'universita', fosse anche la Gregoriana; Gesu' era, semplicemente, suo Figlio. Cosi' e' di ogni figlio nel Figlio, di ogni cristiano. Cosi' e' per la Chiesa che attraversa i secoli con lo zelo appassionato che freme di compassione, e la spinge ad andare dappertutto, nella consapevolezza che ogni evento che la riguarda, ogni persecuzione, ciascun istante della vicenda concreta dei suoi apostoli, e' legato ed e' favorevole e contribuisce al bene delle anime e alla missione di annunciare il Vangelo. Nulla della nostra vita è fine a se stesso, perche' tutto è in funzione della missione alla quale siamo chiamati. Il veleno che oggi ciascuno di noi dovra' bere - l'incomprensione del marito, la ribellione del figlio, la malattia, la precarieta' economica - e' il segno con il quale il Signore accompagna e sostiene e certifica la nostra fede e quella di coloro ai quali siamo inviati. Anche oggi prenderemo in mano il serpente antico, il seduttore di tutta la terra, la menzogna che che avvelena la vita di ogni uomo, e lo renderemo innocuo in virtu' della fede, per noi e per chi ci e' accanto. Parleremo lingue nuove, la lingua dell'amore che solo in Cielo si parla, quella che supera le grammatica della carne con i suoi limiti per distendersi sulle declinazioni che raggiungono le debolezze, le sofferenze, le ansie e le speranze di chi ci e' posto accanto senza il filtro dei nostri criteri, senza le correzioni che l'affettivita' vorrebbe apporre alle parole che descrivono la loro vita. Guariremo i malati, sì, in virtu' della fede toccheremo il cuore ferito di chi ci è vicino deponendovi la misericordia di Dio.
La Chiesa annuncia il Vangelo con i segni della Croce, gli stessi compiuti da Mose' con il suo bastone dinanzi al Faraone; non ve ne sono altri, perche' il Vangelo e' la buona notizia che rivela la sapienza della Croce. La nostra storia concreta, infatti, è un segno materno per i figli, i coniugi, i fidanzati, gli amici, i colleghi. Tutto e' segno di un amore che vince la morte e il peccato, e che trasforma la condanna in Grazia. Anche oggi siamo mandati dappertutto, in ogni istante della nostra giornata, e nulla ci e' indifferente, da nessuna situazione dobbiamo scappare. Niente ci cade addosso improvviso, perche' è il Signore che ci invia a vivere ogni evento da risorti con Cristo; non subiamo la vita, la affrontiamo da protagonisti, come la missione più importante: liberare i prigionieri, cancellare la condanna che pesa su ogni uomo, spalancare per tutti le porte del Cielo, il destino di felicità eterna che il Vangelo annuncia: "il mondo, che nonostante innumerevoli segni di rifiuto di Dio, paradossalmente lo cerca attraverso vie inaspettate e ne sente dolorosamente il bisogno, reclama evangelizzatori che gli parlino di un Dio, che essi conoscano e che sia a loro familiare, come se vedessero l'Invisibile" (Paolo VI).
QUI IL COMMENTO COMPLETO
L'ANNUNCIO |
Il Signore Gesu', dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
(Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20)
FONTE: Il Vangelo del giorno
www.reginamundi.info
Don Fabio Rosini
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