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martedì 28 aprile 2015

Madagascar, l’“oro verde” delle carmelitane.

Le monache coltivano un’alga per realizzare un integratore alimentare i cui effetti sono di grande aiuto ai malati, agli anziani e soprattutto ai bambini malnutriti

Madagascar, l’“oro verde” delle carmelitane.

L’alga che salva molte vite dalla malnutrizione.Bastano pochi millimetri per contenere una grande risorsa. Proteine, vitamine, lipidi si concentrano tra le volute di una semplice alga azzurra: la spirulina. Diffusa nelle acque salmastre del Madagascar, l’alga deriva il suo nome dalle spire del suo microscopico fusto.
Di colore scuro, dalla forma stretta e allungata, cresce spontaneamente tra spiagge candide e le mangrovie di questa terra aspra e arrabbiata. Un vero e proprio concentrato di elementi nutritivi che le monache contemplative carmelitane di Amborovy, vicino a Mahajanga, hanno scoperto nel 2010. Impossibilitate a coltivare il riso per le avverse condizioni ambientali, si sono dedicate all’alga preziosa, le cui proprietà erano già state sperimentate in altre diocesi malgasce.
«Conoscevamo già l’efficacia della spirulina – spiega la madre priora Suor Odette – i cui effetti sono di grande aiuto ai malati, agli anziani e soprattutto ai bambini malnutriti». L’estrema povertà della popolazione malgascia e il cattivo utilizzo delle risorse naturali a causa dell’instabilità politica e lo sfruttamento dei paesi esteri infatti generano una cronica denutrizione, soprattutto infantile. Infezioni, malaria o problemi ai polmoni poi, piagano ulteriormente gli abitanti.
Cosa può fare una microscopica alga in questo drammatico contesto? Scoperta casualmente in un villaggio nel sud dell’isola durante una visita di alcuni membri della fondazione pontificia nella diocesi malgascia di monsignor Roger Victor, vescovo di Mahajanga, si è aggiudicata ben presto il nome di “Oro verde”: «In questo piccolo centro del sud il tasso di mortalità infantile era nettamente inferiore alla media nazionale. In Madagascar purtroppo tantissimi bambini muoiono perché gravemente malnutriti. Qui qualcosa sembrava allentare la morsa» ricorda il prelato.
Dopo alcune ricerche è stato possibile attribuire la straordinarietà del villaggio alla presenza di un bacino ricco di spirulina. Così sono nati i primi laboratori nella diocesi di Morondava guidata da monsignor Fabien Raharilamboniana. Il vescovo è stato il primo nel 1999 a trovare un accordo con un’associazione francese per la coltivazione dell’alga. Poi, nel 2010, le suore carmelitane si sono impegnate anche loro nel proseguire questa coltura. «Sicure degli ottimi risultati – spiega Suor Odette – ci siamo lanciate in questo progetto che va ben aldilà del nostro sostentamento».
Non della produzione di candele, ricami o ostie vive la comunità di queste suore, ma della coltivazione e vendita di quest’alga per creazione di integratori alimentari. Dato il successo dell’esperimento però, le religiose hanno scelto di fare di più: donano la preziosa polvere di spirulina ai bambini e alle famiglie più povere dell’isola.
«Molti medici consigliano “l’oro verde” a chi non può permettersi di acquistare medicine. Ma purtroppo anche l’alga ha un costo, troppo spesso proibitivo per tanti malgasci. Così, grazie alla spirulina che noi doniamo – aggiunge la religiosa – i bambini aumentano di peso pur non mangiando abbastanza riso». In Madagascar, infatti, l’80% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno e solo il 15% della popolazione ha accesso alle cure mediche di base.
Nei villaggi i bambini muoiono ancora per malattie perfettamente curabili e l’isola è al 6° posto nel mondo per malnutrizione infantile. Molte famiglie non possono curare i propri figli per mancanza di denaro o per l’assenza di un ospedale nelle vicinanze e la Chiesa locale è tra le poche realtà al fianco della popolazione. La presenza dei dispensari cattolici, come quella della spirulina, è davvero essenziale per sopperire alle gravi mancanze della sanità pubblica.
Oggi, lo stabilimento di spirulina delle suore carmelitane è il più conosciuto del Madagascar: costituito da 21 grandi vasche di coltivazione, dà lavoro a decine di operai che permettono alle proprie famiglie di vivere in modo più agiato. Nonostante le carenze rimangano moltissime, oggi il Madagascar ha una marcia in più grazie alla spirulina, integratore alimentare sia per chi combatte la fame che per chi l’ha già vinta.
(articolo tratto da http://www.missionline.org

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