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giovedì 9 aprile 2015

70 anni fa veniva ucciso il #teologo antinazista " Dietrich Bonhoeffer "

BONHOEFFER 9 aprile 1945-2015. Il cristiano che sfidò Hitler
L'anniversario. 
70 anni fa l'impiccagione del teologo luterano

Da >>> Avvenire

Davanti al mistero del male

Le “Opere di Dietrich Bonhoeffer” sono tradotte in Italia da Queriniana, che ospita nel suo catalogo anche la fondamentale biografia di Eberhard Bethge:“Dietrich Bonhoeffer, teologo cristiano contemporaneo” (pagine 1076, euro 75). A un pubblico più vasto si rivolge il profilo di Fulvio Ferrario, “Bonhoeffer” (Carocci, pagine 264, euro 18). Arriva ora in libreria il volume di inediti “La fragilità del male” (Piemme, pagine 180, euro 17,50), dal quale anticipiamo un brano. In questa nuova antologia bonhoefferiana appunti, meditazioni, omelie, frammenti testimoniano come il problema del male sia stato un fulcro della ricerca intellettuale del teologo.

Dietrich Bonhoeffer
Durante la nostra vita non parliamo volentieri di vittoria: per noi è una parola troppo grande. Nel corso degli anni abbiamo subito troppe sconfitte. Troppi momenti di debolezza e colpe troppo gravi ce l’hanno preclusa. Tuttavia lo spirito che è dentro di noi vi anela, desidera il successo finale contro il male, contro il timore della morte. Nemmeno la parola di Dio ci promette che vinceremo il peccato e la morte, ma afferma con tutta la sua forza che qualcuno ha ottenuto questo risultato. Se lo considereremo nostro Signore, Egli vincerà anche noi. Non siamo noi a trionfare, ma Gesù. Noi oggi annunciamo e crediamo queste cose in contrasto con tutto quello che vediamo intorno, contro le tombe del nostro amore, contro la natura morente, contro tutto il dolore che la guerra ci sta portando.
Constatiamo che la morte si afferma, ma crediamo che il Messia l’abbia superata e lo testimoniamo. «La morte è stata inghiottita nella vittoria» (1Cor 15, 54). Egli è il vincitore. Resurrezione dei morti e vita eterna. La Sacra Scrittura riporta una sorta di canzone satirica dal tono trionfalistico: «Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» (1Cor 15, 55). Si vantano la morte e il peccato, incutendo timore all’uomo, come se fossero loro i signori del mondo, ma è solo apparenza. È da tempo che hanno perduto il loro potere: è il Salvatore che glielo ha sottratto. Da allora nessun essere umano che rimanga accanto a Lui deve temere questi oscuri padroni. Il pungiglione con cui la morte ci colpisce non ha più nessun potere. Ma allora, ci chiediamo, perché nella nostra vita non sembra che sia davvero così, perché vediamo così pochi segni di questa vittoria? Perché il peccato e la morte incombono su di noi? È la stessa domanda che Dio ci pone: io ho fatto tutto questo per voi e voi vivete come se non fosse accaduto! Vi sottomettete alla paura, come se poteste ancora farlo! Perché la vittoria non è visibile nella vostra esistenza? Perché non volete credere che Cristo è il vero e unico vincitore. La mancanza di fede è causa della vostra sconfitta.
26 novembre 1939




La copertina del libro


La fragilità del male 

Un'antologia di scritti (inediti in Italia) composti dal 1925 al 1945 

dal teologo tedesco Dietrich Bonhoeffer ucciso in un lager nazista


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DA  LaCroce#quotidiano

70 anni fa veniva ucciso
il #teologo antinazista

di Luca Zacchi

La corda del patibolo hitleriano dovette limitarsi a fermargli ilrespiro, perché il collo duro di Dietrich Bonhoeffer non si piegò in vita enon si spezzò in morte: la sequela di Cristo lo rendeva indistruttibile


Il 9 aprile 1945, tra le 5 e le 6 mattino,

a Flossenburg, muore Dietrich Bonheffer,

teologo evangelico, arrestato ed imprigionato

dal regime nazista per aver partecipato
ad una congiura 


per eliminare 
Adolf 
Hitler.
Era uno tra i più noti esponenti della cosiddetta
Chiesa Confessante, dalla quale tuttavia
si era allontanato perchè questa non si
era opposta come doveva alle pretese dello
Stato, al quale anzi, nel 1938, quasi tutti i
pastori avevano prestato giuramento di fedeltà.
Per Bonhoeffer la fedeltà e l’obbedienza
erano dovute primariamente a Dio e le leggi
della Stato Nazista che prevedevano l’inferioriktà
della razza e quanto tutti sappiamo
o dovremmo sapere erano del tutto inaccettabili
per un cristiano. Da qui, la scelta
per l’opposizione militante al nazismo che
in questo stesso giorno di settanta anni fa
ebbe il suo tragico epilogo.
Personalmente, ho conosciuto Dietrich
Bonhoeffer sul finire degli anni di liceo,
mentre ero impegnato nella preghiera e nel
volontariato con i fratelli e le sorelle della
Comunità di Sant’Egidio, che lo aveva come
uno degli autori di riferimento per i suoi
membri.
In particolare ho conosciuto “La vita comune”
e “Sequela”, nella edizione della Queriniana,
me ne innamorai, facendone uno dei
miei autori di riferimento anche nel seguito
della mia formazione umana e cristiana.
“La vita comune”, che in realtà è scritto per
comunità particolari, di pastori o teologi, è
molto convincente riguardo al tema della
necessità della Chiesa, del camminare
assieme, del convertirsi continuamente al
Cristo ed al Suo Evangelo, l’uno con l’aiuto
dell’altro, del salvarsi assieme.
Come nel Vangelo il Cristo costruisce attorno
a se una comunità di discepoli, sceglie di
non farne a meno, a maggior ragione la vita
comune deve essere per noi una condizione
necessaria ed irrinunciabile, ad immagine
della prima comunità cristiana.
«“Oh quant’è bello e quanto è soave che i
fratelli abitino insieme nella concordia!”
(Sal 133,1). Nelle pagine seguenti rifletteremo
su alcune indicazioni e regole che ci
vengono date dalla sacra Scrittura per la
vita comune nell’ubbidienza alla Parola.
Non è affatto ovvio che al cristiano sia consentito
vivere in mezzo ad altri cristiani.
Gesù Cristo è vissuto in mezzo a gente a lui
ostile. Alla fine fu abbandonato da tutti i discepoli.
Sulla croce si ritrovò del tutto solo,
circondato da malfattori e da schernitori.
La sua venuta aveva lo scopo di portare la
pace ai nemici di Dio. Quindi anche il posto
del cristiano non è l’isolamento di una vita
claustrale, ma lo stare in mezzo ai nemici.
Lì si svolge il suo compito e il suo lavoro. “Il
Regno si compirà in mezzo ai tuoi nemici.
E chi non vuol sopportare questo, non vuol
appartenere al Regno di Cristo, ma preferisce
restare in mezzo ad amici, fra rose e gigli,
non vuol stare vicino ai malvagi, ma alla
gente pia. Oh, bestemmiatori di Dio e traditori
del Cristo! Se Cristo avesse fatto come
voi, chi mai si sarebbe salvato?” [Lutero]».
La comunità non è semplicemente finalizzata
ad un generico stare insieme, ma essa
si costruisce, si rafforza e si mantiene attraverso
la sequela, l’impegno costante, sia
personale sia comunitario a seguire Gesù, la
sua persona, i suoi gesti, le sue azioni».
Da qui l’assoluto dovere per il cristiano del
confronto quotidiano e costante con la Parola
di Dio, da amare, per Bonhoeffer, sopra
ogni altra cosa.
L’uomo deve fare silenzio, secondo Bonhoeffer,
di fronte alla Parola di Dio perché
questa contiene già tutta la verità sul suo
essere. L’uomo, con l’aiuto e l’assistenza
della grazia, dello Spirito, è chiamato a riscoprirla
ed a metterla in atto nella vita di
ogni giorno. Con coraggio, con la forza della
testimonianza, dello sperare contro ogni
speranza.
La stessa forza che ebbe lui, Dietrich Bonhoeffer,
che ebbero tanti suoi e nostri fratelli
in quegli anni, di opporsi al nazismo ed ai
suoi disumani progetti di sterminio e di odio
razziale, principalmente rivolti agli ebrei,
ma diceva Bonhoeffer, Gesù era ebreo, ed
eliminati questi si sarebbe passati ai cristiani.
Un insegnamento, quello di Bonhoeffer, valido
anche per l’oggi. Il potere del principe
di questo mondo, in quel momento storico
mirabilmente rappresentato dal nazismo,
non si ferma con generiche parole d’ordine
di impegno, ma solo con la confessione forte,
costante, comunitaria, giorno dopo giorno
della nostra ferma volontà di essere alla
sequela del Cristo e del Cristo solo. Perchè
in Lui, Verbo Incarnato, è contenuta tutta la
verità sull’uomo. n


Articolo pubblicato su 

 LaCroce#quotidiano  dell’9 Aprile 2015






Così fu ucciso Bonhoeffer teologo devoto a Dio e al mondo. Settant’anni fa fu giustiziato dai nazisti il grande studioso protestante. Che fece dell’amore per la vita il centro della sua fede 

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