Liturgia delle Ore
Ufficio delle Letture del 20/4/2015
Prima Lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni, apostolo 7, 1-17La moltitudine dei segnati con il sigillo di DioIo, Giovanni, vidi quattro angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti, perché non soffiassero sulla terra, né sul mare, né su alcuna pianta. Vidi poi un altro angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi». Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele:dalla tribù di Giuda dodicimila;dalla tribù di Ruben dodicimila;dalla tribù di Gad dodicimila;dalla tribù di Aser dodicimila;dalla tribù di Nèftali dodicimila;dalla tribù di Manàsse dodicimila;dalla tribù di Simeone dodicimila;dalla tribù di Levi dodicimila;dalla tribù di Issacar dodicimila;dalla tribù di Zàbulon dodicimila;dalla tribù di Giuseppe dodicimila;dalla tribù di Beniamino dodicimila.Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce:«La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello». Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo:«Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: «Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.Non avranno più fame,né avranno più sete,né li colpirà il sole,né arsura di sorta (Sal 120, 6; Is 49, 10),perché l'Agnello che sta in mezzo al tronosarà il loro pastoree li guiderà alle fonti delle acque della vita.E Dio tergerà ogni lacrimadai loro occhi» (Sal 22, 2; Ez 34, 23; Is 25, 8).
Responsorio Breve Cfr. Ap 7, 13. 14; 6, 9R. Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono? Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione: * hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello, alleluia.V. Vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza:R. hanno lavato le loro vesti nel sangue dell'Agnello, alleluia.
Seconda Lettura
Dal «Commento sulla prima lettera di Pietro» di san Beda Venerabile, sacerdote (Cap. 2; Pl 93, 50-51)
Stirpe eletta, sacerdozio regale
"Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale" (1Pt.2,9) Questa testimonianza di lode una volta fu data all'antico popolo di Dio per mezzo di Mosè. Ora ben a ragione l'apostolo Pietro la dà ai pagani perché hanno creduto in Cristo, il quale come pietra angolare ha accolto le genti in quella salvezza che Israele aveva avuto in sé.
Chiama i cristiani «stirpe eletta» per la fede, per distinguerli da coloro che col rigettare la pietra viva, sono diventati rèprobi.Poi «sacerdozio regale» perché sono uniti al corpo di colui che è re sommo e vero sacerdote, il quale, in quanto re, dona ai suoi il regno e, in quanto pontefice, purifica i loro peccati col sacrificio del suo sangue. Li chiama «sacerdozio regale» perché si ricordino di sperare un regno senza fine e di offrire sempre a Dio i sacrifici di una condotta senza macchia.Sono chiamati anche «gente santa e popolo, che Dio si è acquistato» secondo quello che dice l'apostolo Paolo, esponendo il detto del profeta: Il mio giusto poi vive di fede; se invece indietreggia, non si compiace di lui l'anima mia; ma noi, dice, non siamo di quelli che si sottraggono per loro perdizione, ma gente che sta salda nella fede per salvare l'anima propria (cfr. Eb 10, 38). E negli Atti degli Apostoli: «Lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue» (At 20, 28).Perciò siamo diventati «popolo che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9) con il sangue del nostro Redentore, cosa che era una volta il popolo di Israele redento dal sangue dell'agnello in Egitto.Perciò nel versetto seguente, dopo di avere ricordato misticamente l'antica storia, insegna che questa deve essere compiuta anche in senso spirituale dal nuovo popolo di Dio dicendo: Perché abbiate ad annunziare i suoi prodigi (cfr. 1 Pt 2, 9). Come infatti coloro che da Mosè furono liberati dalla schiavitù egizia intonarono un canto trionfale al Signore, dopo il passaggio del Mar Rosso e l'annegamento dell'esercito del faraone, così bisogna che anche noi, dopo aver ricevuto la remissione dei peccati nel battesimo, ringraziamo degnamente per i benefici celesti.Infatti gli Egizi, che angariavano il popolo di Dio, e che significano anche «tenebre» e «tribolazione», simboleggiano bene i peccati che ci perseguitano, ma che sono stati distrutti nel battesimo.Anche la liberazione dei figli di Israele e il loro arrivo alla terra da tempo promessa, ben si addice al mistero della nostra redenzione, per mezzo della quale aspiriamo alla luce della celeste dimora, sotto l'illuminazione e la guida della grazia di Cristo; la luce di questa grazia la dimostrò anche quella nube e colonna di fuoco che per tutto quel viaggio li difese dall'oscurità della notte e, attraverso un cammino pieno di indescrivibili peripezie, li condusse alla promessa patria definitiva.
Buona giornata...
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