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NATALE 2014 – novenaLa storia di Dio si fa strada nella storia degli uomini. Nel mistero della Incarnazione che ci accingiamo a vivere in questo tempo liturgico, Dio viene a dirci tutto di Sé, a rivelarci la sua vicinanza, viene a condividere in tutto la nostra condizione di uomini. E così si rinnova il senso e la forza della proposta cristiana, l’adesione a Dio che in Gesù si fa vicenda storica, si fa incontro di vita, si fa amore toccabile. Che questi giorni di Novena che precedono il Natale scandiscano il quotidiano frettoloso di ciascuno di noi con tempi brevi ma intensi di meditazione e preparazione del cuore. Ci aiuti anche l’indicazione giornaliera di un impegno concreto di conversione.
Gesù il Salvatore Mt 1, 20-21
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“Gesù il salvatore” (Matteo 1,20-21)
«O Sapienza,
che esci dalla bocca dell’Altissimo, ed arrivi ai confini della terra, e tutto disponi con dolcezza: vieni ad insegnarci la via della prudenza.
O Adonai,
e condottiero di Israele, che sei apparso a Mosè tra le fiamme, e sul Sinai gli donasti la legge: redimici col tuo braccio potente.
O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli, innanzi a te i re della terra non parlano, e le nazioni ti acclamano: vieni e liberaci, non fare tardi.
O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele, che apri e nessuno chiuse, chiudi e nessuno apre: vieni e libera lo schiavo dal carcere, che è nelle tenebre, e nell’ombra della morte.
O (astro) Sorgente,
splendore di luce eterna, e sole di giustizia: vieni ed illumina chi è nelle tenebre, e nell’ombra della morte.
O Re delle Genti,
da loro bramato, e pietra angolare, che riunisci tutti in uno: vieni, e salva l’uomo, che hai plasmato dal fango.
O Emmanuel,
nostro re e legislatore, speranza delle genti, e loro Salvatore: vieni e salvaci, Signore, nostro Dio.»
(Antifona maggiore dell’Avvento Liturgia della ore)
“Quando parliamo di santità, noi parliamo sempre di santità ordinaria e cioè di amore verso il Signore e di piena disponibilità alla sua volontà, quali troviamo appunto in Giuseppe. Questo noi vorremmo chiedere a San Giuseppe: che ci insegni questo senso vero della santità ordinaria, della santità affettuosa nei confronti del Signore e della Madonna, che ci aiuti perché possiamo seguire il suo esempio.” (Guglielmo Giaquinta fondatore del Movimento Pro Sanctitate)
Per fare la volontà di Gesù il salvatore:
I disegni di Dio sono imperscrutabili e a volte avvertiamo tutta la paura di rispondere alla sua chiamata. Giuseppe ci insegna che la fiducia nelle sue promesse può superare ogni timore e allargare il nostro cuore anche al mistero che portano con sé.
(Le riflessioni sono tratte da Aggancio http://www.aggancio.it/ rivista del movimento Pro Sanctitate)
PREGHIERA
“E’ nato Cristo, Dio per parte di Padre
Uomo per parte di Madre; dal Padre senza Madre; dalla madre senza Padre; dal Padre senza tempo, dalla Madre senza seme; dal padre principio di vita, dalla Madre fine di morte; dal padre ordinatore di ogni giorno; dalla Madre santificatore di questo giorno.”
(S Agostino d’Ippona, Sermo CXCIV)
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www.verbumweb.net/ebooks/NovenaNatale.pdf
NOVENA DI NATALE
Ogni giorno, dal 16 al 24 dicembre,
una storia per riflettere,
una breve meditazione
ed una preghiera
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Quarto giorno – 19 dicembre
C'era una volta una pecora diversa da tutte le altre. Le pecore, si sa, sono bianche;
lei invece era nera, nera come la pece. Quando passava per i campi tutti la
deridevano, perché in un gregge tutto bianco spiccava come una macchia di
inchiostro su un lenzuolo bianco: "Guarda una pecora nera! Che animale
originale; chi crede mai di essere?". Anche le compagne pecore le gridavano
dietro: "Pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte
avvolte di bianca lana?". La pecora nera non ne poteva più, quelle parole erano
come pietre e non riusciva a digerirle.
E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti, da sola: almeno là
avrebbe potuto brucare in pace e riposarsi all'ombra dei pini.
Ma nemmeno in montagna trovò pace. "Che vivere è questo? Sempre da sola!", si
diceva dopo che il sole tramontava e la notte arrivava.
Una sera, con la faccia tutta piena di lacrime, vide lontano una grotta illuminata
da una debole luce. "Dormirò là dentro", pensò, e si mise a correre. Correva come
se qualcuno la attirasse. "Chi sei?", le domandò una voce appena fu entrata.
"Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dei
gregge". "La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c'era posto con gli
altri nell'albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria.
Proprio qui ci è nato un bel bambino. Eccolo!".
La pecora nera era piena di gioia. Prima di tutte le altre poteva vedere il piccolo
Gesù. "Avrà freddo; lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!".
Maria e Giuseppe risposero con un sorriso. La pecora si avvicinò stretta stretta al
bambino e lo accarezzò con la sua lana. Gesù si svegliò e le bisbigliò nell'orecchio:
"Proprio per questo sono venuto: per le pecore smarrite!". La pecora si mise a
belare di felicità. Dal cielo gli angeli intonarono il "Gloria".
MEDITAZIONE
Della vita umile che comincio a fare Gesù fin da bambino
Tutti i segni che l'angelo diede ai pastori per ritrovare il Salvatore già nato, furono
segni di umiltà. Questo sia il segno, disse l'angelo, per rinvenire il nato Messia: lo
ritroverete bambino involto tra poveri pannicelli, dentro una stalla e posto sulla
paglia in una mangiatoia d'animali (cf. Lc 2, 72).
Cosi volle nascere il Re del cielo, il Figlio di Dio, mentre veniva a distruggere la
superbia che era stata causa di far perdere l'uomo.
Già predissero i Profeti che il nostro Redentore dovea esser trattato come l'uomo
più vile della terra e saziato d'obbrobri. Quanti disprezzi non ebbe a soffrire Gesù
dagli uomini! Fu trattato da ubbriaco, da mago, da bestemmiatore e da eretico.
Quante ignominie poi nella sua Passione! Fu abbandonato dagli stessi suoi
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