II domenica di Avvento (B) – 7 dicembre
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Mc 1,1-8C’è una possibilità nuova
Letture: Is 40,1-5.9-11; 2Pt 3,8-14; Mc 1,1-8
File PDF - II domenica di Avvento (B)Inizio del Vangelo di Gesù Cristo: così è scritto nella prima pagina alla prima riga del vangelo di Marco. Inizio del Vangelo di Gesù Cristo… e noi subito nel rischio di spegnere la luce della parola “vangelo” pensando al “vangelo-libro”, inizio di un libro.
E invece no, più profondamente si vuol dire inizio dell’Evangelo, della buona notizia. E già la parola “inizio” -lasciatemelo dire – è ricca di fascino, e che ci sia un inizio, la possibilità di un inizio, capite. Quando tutto sembra finire o quando tutto sembra una ripetizione, ripetizione di un copione ampiamente usato, abusato.
Se tu apri il libro -il racconto di Marco – trovi questa prima parola inizio: c’è la possibilità di un inizio, di una cosa nuova. Inizio del Vangelo, cioè della buona notizia. Con la predicazione del Battista ha inizio una notizia buona.
Come a dire “partiamo da una buona notizia…”. È una ingenuità ed è una cattiva operazione quella di partire dalle cattive notizie, partire da visioni apocalittiche, dalle analisi crude e spietate della realtà. Certo teniamone conto. Ma guai se la partenza fosse la cattiva notizia, partiremmo con il piede sbagliato.
Il Vangelo dunque, come dice la parola, è buona notizia, è un messaggio gioioso, in sintonia, sintonia perfetta con il messaggio gioioso che percorre tutto il Primo Testamento. Abbiamo sentito: “Consolate, consolate il mio popolo – dice il Vostro Dio -. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù”.C’è una possibilità nuova. Come il Primo Testamento, anche il secondo inizia con una buona notizia con un annuncio che deve dare speranza ai cuori, che deve suscitare gioia.
Inizio -scrive Marco – della buona notizia di Gesù. Dove “di Gesù” significa che la buona notizia è Gesù, è Lui l’ Evangelo, la novità è Lui, la sua presenza.
E’ come dire: da dove iniziamo? Iniziamo da Gesù: da questa presenza che rassicuri i cuori.
In un intervento su Gesù di Nazaret, Lidia Maggi, pastora battista, ci diceva che proprio questo l’aveva sempre affascinata e ammaliata di Gesù e cioè la sua capacità, quando tutte le porte sembrano chiudersi, di aprire una via nuova, di aprire una possibilità nuova; tu puoi emergere, c’è una “chance” nuova per te.
Puoi emergere con Gesù, se inizi con Lui e da Lui. E anche questo tema della possibilità nuova – voi lo sapete – si inserisce nel messaggio più vivo dell’Antico Testamento: Dio apre possibilità nuove, proprio quando tutto sembra sommergerti. Le acque del Mar Rosso sono quasi un simbolo sfolgorante: un popolo in modo inatteso, e gratuito, è emerso quando era immerso.
E di tutto questo è eco anche la predicazione del Battista. Giovanni Battista predica una immersione, un battesimo di conversione per la remissione dei peccati, immersi, per essere tirati fuori; in una novità di vita. Come a dire che per noi peccatori c’è una possibilità nuova, che si chiama remissione dei peccati: possiamo riemergere.
Il Dio dell’Antico Testamento è un Dio che porta il peccato, che perdona il peccato cioè fa misericordia, ma è anche un Dio -dobbiamo ricordarcelo – che cancella il peccato. Azione questa, quella di cancellare che non è predicata sufficientemente da noi cristiani: noi diciamo sovente che Dio perdona il peccato ma non insegniamo alla gente che Dio cancella il peccato. Che lo cancella significa che Dio non ricorda più che noi abbiamo peccato. è estremamente forte questo. Noi magari nemmeno lo immaginiamo, ma Dio cancella il nostro peccato, dunque non lo ricorda più.
Potremmo dire che noi siamo messi in una situazione originaria come se non avessimo peccato. Una cosa questa che può far solo Dio; ciascuno di noi può perdonare a un altro ma nessuno di noi può dimenticare che un altro ci ha fatto del male. Dio nella sua onnipotenza cancella il peccato, non ricorda più. Sei messo in una situazione nuova, sei all’inizio. Dio apre per te una possibilità nuova.
Ecco, vorrei che ciascuno di noi custodisse nel suo cuore questa parola di speranza e di consolazione in sintonia perfetta con quello che leggiamo al capitolo 43 del libro del profeta Isaia, dove Dio parla così: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche. Ecco, faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada e immetterò fiumi nella steppa”.Don Angelo – http://www.sullasoglia.it
Lectio della Domenica
II DOMENICA DI AVVENTO – Anno B
7 dicembre 2014
Marco 1, 1-8
1 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2 Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: Egli preparerà la tua via. 3Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, 4 vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7 E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
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1 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Le origini della Buona Notizia, sono nella persona, nel messaggio e nell’attività di Gesù. Mentre il titolo “Messia/Cristo” apparteneva esclusivamente alla tradizione di Israele (titolo giudaico cfr. 8,29; 14,61: Il Figlio del Benedetto, attributo che sostituisce il nome di YHWH, che i Giudei evitavano di pronunciare), quello di “Figlio di Dio” (titolo universale, cfr. 3,11; 5,7; 14,61; 15,39) era comune a giudei e pagani. Marco oppone il “Messia Figlio di Dio”, la cui missione salvifica si estende a tutti, uomini e popoli, al “Messia figlio di Davide” (12,35-37), figura che, nella teologia del giudaismo, aveva la missione di restaurare la gloria della nazione giudaica. Continua a leggere
Méditation du Dimanche (II de l’Avent)
04/12/2014 in FRANÇAIS, Lectio, Liturgie et Spiritualité, Méditation du Dimanche - A and tagged AventMéditation du Dimanche (II de l’Avent)
II dimanche de l’Avent – Année B
Face à la frénésie suscitée par l’approche de la fin-d’année, il est bon d’entendre à nouveau la réflexion de saint Pierre qui nous disait au début de la première lecture: “Bien-aimés, il y a une chose que vous ne devez pas oublier :pour le Seigneur, un seul jour est comme mille ans, et mille ans sont comme un seul jour.” Pour Dieu nous en sommes donc à l’aube du troisième jour de l’ère chrétienne. Il n’y a donc pas de quoi s’émouvoir outre mesure!
Pierre, cependant, nous exhorte à attendre avec impatience la venue du jour de Dieu, où les éléments en feu se désagrégeront, alors que nous attendons, selon la promesse, un ciel nouveau et une terre nouvelle. Et que devons-nous faire durant cette attente? “Faites tout, dit Pierre, pour que le Christ vous trouve nets et irréprochables, dans la paix”.La paix! Elle est bien loin de notre humanité. On ne compte plus les foyers de guerre à travers le monde. Il y a celles autour de laquelle on fait beaucoup de bruit et celles que Jean-Paul II appelait récemment les “guerres oubliées”, c’est-à-dire celles qui durent depuis des années et dont on ne parle plus.Meurtrie par tant de guerres et par toutes les misères qui s’ensuivent, notre humanité a grand besoin de consolation. Aussi, viennent tout à fait à propose les paroles du Livre de la Consolation en Isaïe (1ère lecture): “Consolez, consolez mon peuple, dit Dieu. Parlez au coeur de Jérusalem et proclamez que… son crime est pardonné.” Le Seigneur, dit encore Isaïe “vient avec puissance et son bras est victorieux”. Que veut dire que “son bras est victorieux” ? Viendrait-il comme un guerrier puissant? — Non, la suite du texte nous dit au contraire qu’il vient comme un berger et que “son bras rassemble les agneaux, il les porte sur son coeur, et il prend soin des brebis qui allaitent leurs petits”.Encore faut-il que cette venue du Seigneur qui vient consoler son peuple soit préparée. Une voix, dit encore le prophète, proclame: “Préparez à travers le désert le chemin du Seigneur. Tracez dans les terres arides une route aplanie pour notre Dieu. Tout ravin sera comblé, toute montagne et toute colline seront abaissées, les passages tortueux deviendront droites et les escarpements seront changées en plaine. Alors la droite du Seigneur se révélera…”Les montagnes à abaisser et les ravins à combler à l’approche (du Seigneur), ce sont les montagnes de richesses des pays développés et les ravins de pauvreté des autres pays qui ne sont même plus “en voie de développement”. Tant que ces écarts qui ne cessent de s’accroître n’auront pas été comblés, tant que les chemins tortueux que suivent les tractations entre l’un et l’autre groupe n’auront pas été redressés, Dieu restera absent de notre monde, même s’Il continuera toujours d’habiter les coeurs pauvres et pacifiques. Des confrontations, comme celles qui se produisent aujourd’hui entre les intérêts et les philosophies des blocs de nations, ne pourront que progresser dans la voie de la “terre brûlée” et de la “destruction”, dont parlait déjà Isaïe s’il n’y a pas une conversion des coeurs et des habitudes de vie.Conversion: C’est le premier mot du message de Jean-Baptiste, comme ce sera le premier mot du message de Jésus. Jean “proclamait un baptême de conversion pour le pardon des péchés” nous dit Marc. Et nous savons par le texte parallèle de Luc ce que Jean entendait par “conversion”. Aux foules qui lui demandaient: “Que nous faut-il donc faire?” il répondait: “Si quelqu’un a deux tuniques, qu’il partage avec celui qui n’en a pas; si quelqu’un a de quoi manger, qu’il fasse de même.” Aux collecteurs d’impôts il disait: “N’exigez rien de plus que ce qui vous a été fixé” et aux militaires: “Ne faites ni violence ni tort à personne”. Nous avons là tout un programme pour l’Année Jubilaire.Espérons que les nations riches sauront aplanir les montagnes et combler les ravins en répondant à l’appel venu de tant de côtés d’abolir la dette des pays pauvres. Mais combien de dettes chacun de nous n’a-t-il pas à abolir en son coeur?Les chemins droits que nous construirons entre nous seront ceux que l’Emmanuel prendra pour venir à nous.Armand Veilleux
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