Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

lunedì 23 settembre 2013

Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.





Chiamò lucerniere la santa Chiesa,
perché in essa risplende la parola di Dio
mediante la predicazione,
e così, con i bagliori della verità,
illumina quanti si trovano in questo mondo come in una casa.

San Massimo il Confessore









Lc 8, 16-18


In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».




Il commento


"Come ascoltiamo"? Non è una domanda da poco conto. C'è una misura nell'ascoltare, una capacità di ascolto che, nelle parole di Gesù, appare decisiva. Perché ciascuno ha quello che ascolta, e la quantità e la qualità sono legate e dipendono dal "come" si ascolta. Quindi, non tutti modi in cui si presta orecchio hanno lo stesso valore. Parole, musica, rumori, ci sfiorano senza lasciare tracce. Nulla riesce a penetrare la barriera che erigiamo per paura della morte, ovvero della verità che venga a scuotere il nostro torpore borghese. Anche la Parola di Dio resta confinata sulla soglia, sia essa la strada, la pietra o le spine. Il seme non scende, non ci feconda, e restiamo senza frutto, come il fico pieno solo di foglie, come una lampada coperta da un vaso e posta sotto un letto, come il talento nascosto nel fazzoletto o sotto terra. 


Così è buona parte della nostra vita, ed è ridicola oltre che stolta... "Nessuno" accende una lampada e la nasconde, eppure vi è qualcuno che fa esattamente così con la propria vita. Ascolta male, superficialmente e con arroganza, con la sicumera di chi la sa lunga su tutto. Chi può parlarti? C'è qualcuno che ha qualcosa da dirti? Forse un medico di fronte a dei sintomi che non sai di dove vengano. Ma così, repentinamente, nel bel mezzo del lavoro, o in famiglia o a scuola, qualcuno può parlarti? Chi c'è oggi nella tua vita che pensi abbia qualche parola da aggiungere alle tue, una profezia, una correzione, un annuncio.... Ne hai bisogno? Perché per ascoltare ci vuole tantissima umiltà, e riconoscere di avere molto da imparare e quindi molto da ascoltare. Che sino ad ora abbiamo vissuto nell'illusione di "avere qualcosa" e invece, immancabilmente, facciamo ogni giorno la triste esperienza di vederci portar via quello che "crediamo di avere". Ragione innanzi tutto e poi i criteri, i valori sono alle persone e agi affetti più cari. Ma guarda un po', tutto è legato all'ascolto... Perché la fede, il fondamento dell'esistenza, viene dall'ascolto del Kerygma, dell'annuncio. Allora, ascoltare bene per ricevere la fede che nessuno potrà toglierci, occorre riconoscere nelle parole che ci arrivano l'annuncio della Buona Notizia. Anche quelle irritate della moglie, o ribelli del figlio, o ingannevoli dei colleghi. Ogni parola contiene l'annuncio più importante, quello che dona e fa maturare la fede. Altrimenti, come stolti, siamo condannati a vivere follemente: abbiamo ricevuto in dono la vita colma di amore, e la strangoliamo nell'egoismo. Ascolta male chi ascolta il padre della menzogna e, come Adamo ed Eva, riempie i giorni di ipocrisie, falsità e fughe, schiavo del proprio io. Chi ascolta male si nasconde, e che fatica....


Allora, come ascoltiamo significa chi ascoltiamo? Perché per riconoscere una buona notizia in un responso medico che ti annuncia un cancro, beh, bisogna aver visto il Signore risorto e avere la certezza che sia Lui a parlarci, e Lui ascoltare; altrimenti ascolteremo il demonio, e lui di certo non ci presenterà la Croce come la salvezza e l'amore di Dio. Dunque, chi stiamo ascoltando? È facile rispondere: ascoltare in ebraico significa anche obbedire. Si tratta dell'obbedienza a ciò che fonda e dirige l'esistenza, alla parola a cui si è creduto. La Parola del demonio rende schiavi, quella di Gesù libera per amare. Chi è stato liberato vive liberamente. Chi è stato illuminato vive nella Luce. Chi è stato amato gratuitamente ama gratuitamente, perché in tutto ascolta la voce di Cristo. Per questo tutto diviene suo, e ogni giorno riceve qualcosa in più: la Croce si rinnova sempre infatti... Un insulto, un incomprensione, una difficoltà e un'umiliazione... Chi ha Cristo e la fede che lo riconosce in ogni circostanza e persona, vede moltiplicarsi l'intimità con Lui, e le consolazioni autentiche e non sentimentali, l'esperienza del suo amore. Chi scappa dalla Croce e difende la sua vita spegnendosi e occultando le grazie "sotto il letto", invece - rispondendo al male con il male ad esempio - perderà tutto, giorno dopo giorno. Chi si chiuderà all'ascolto di Dio che parla attraverso la sofferenza di un figlio, il suo disagio che ci urta e scomoda, perderà suo figlio!!! E così, se non ascolteranno, accadrà a un prete con i suoi parrocchiani, a un professore con i suoi alunni, a un fidanzato con la sua fidanzata.


Come è allora oggi oggi la nostra vita? Non possiamo dimenticare che nulla di quanto ci è stato dato, nessuna parola di vita che ci è stata predicata resterà nascosta: la predicazione che ci salva, ascoltata con "cuore buono e perfetto" e obbedita giorno dopo giorno, ci arricchisce ogni giorno di più, e fa della nostra vita qualcosa di bello, ma bello davvero; tanto bello da essere messo in vetrina, come il frutto più squisito e prezioso dell'amore di Cristo. L'ascolto umile e accogliente ci depone sul "lampadario", perché la nostra vita sia un riverbero della luce della Verità. Sul lampadario che è la Croce, da dove filtra, misteriosamente, la luce della Pasqua e della vita tra le piaghe della morte. Ecco a cosa oggi ci chiama il Signore: ad ascoltare e a lasciarci attirare sulla Croce con Lui. In essa può accedervi solo chi "ha" molto e molto e molto di più, l'amore infinito di Dio. Sulla Croce, che è la verità della storia e della nostra esistenza, può salire solo chi ascolta. Sì, l'ascolto è l'ascensore che, attraverso la Croce, ci conduce al Cielo, insieme a tutti quelli che "entrando" - nella famiglia, la comunità, la Chiesa, o la nostra vita ovunque essa giunga - possono contemplarvi la luce che annuncia e illumina il destino eterno di amore e misericordia preparato per ogni uomo. Una vita stupenda dunque è quella di ciascuno, tanto più bella quanto più orientata all'ascolto; tanto bella da essere, ogni giorno, esposta davanti al mondo, come uno spettacolo, identico a quello di Cristo sul Calvario: ogni giorno siamo infatti, con Lui, come condannati a morte, come pecore condotte al macello. Questa è la Chiesa, legata a Cristo crocifisso come i rami al tronco dell'albero. E così offriamo noi stessi perché innestati a Cristo grazie all'ascolto, fondati nella certezza che questo è l'amore autentico e primizia inconfondibile di un Cielo che la terra non conosce. Aspetta, infatti, il candelabro su cui vedere risplendere la nostra vita.





Dio vi benedica. 

 Giuliano.

Nessun commento:

Posta un commento