Santa Maria,

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...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

domenica 1 settembre 2013

Preghiamo per la PACE ... 7 settembre 2013 Giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero

Cammino.info: 7 settembre: giorno di digiuno e preghiera per la pace in Siria

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Milioni di bambini indiani in preghiera col papa per la Siria

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Terzo tweet di Papa Francesco oggi: "Quanta sofferenza, quanta devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi " (2 settembre 2013)
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Una lettera ai vescovi italiani per rilanciare l’appello del Papa in occasione della Giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero, indetta per il 7 settembre. L’ha inviata oggi monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ricordando che con questa iniziativa s’intende “invocare da Dio” il “grande dono” della pace “per l’amata Nazione siriana e per tutte le situazioni di conflitto e di violenza nel mondo”. Nella lettera “raccogliendo l’appello accorato del Papa e, in particolare, la richiesta che ‘tutte le Chiese particolari (...) organizzino qualche atto liturgico secondo questa intenzione’”, vengono allegati “alcuni suggerimenti e proposte per la suddetta Giornata, rinviando al sito internet dell’Ufficio liturgico nazionale per ulteriori indicazioni”. Tra le proposte: “Una Veglia di preghiera strutturata come Liturgia della Parola”; la “celebrazione dei Primi Vespri con la possibilità di sostituire la lettura breve con altra lettura biblica (non evangelica) attinta dal Lezionario”. Soprattutto nei Santuari mariani viene suggerita “la preghiera del Santo Rosario; in mattinata è possibile celebrare una Santa Messa utilizzando il formulario ‘Maria Vergine Regina della Pace’”. (segue)

“Sarà possibile proporre un’Adorazione eucaristica prolungata”, è un altro suggerimento dell’Ufficio liturgico della Cei per la Giornata di digiuno e preghiera del 7 settembre, indetta da Papa Francesco per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel mondo intero. Per uno schema di Liturgia penitenziale, l’Ufficio Cei rimanda al “Rito della Penitenza (Appendice II, Celebrazioni penitenziali, nel capitolo Celebrazioni penitenziali comuni, III. Le beatitudini evangeliche, pp. 136-140)”. Nelle Messe festive di domenica 8 settembre, l’Ufficio propone d’“inserire una particolare intenzione nella Preghiera universale o dei fedeli”. Infine, “per presentare il valore del digiuno si può ricorrere alla Nota pastorale della Cei: ‘Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza’ (4 ottobre 1994)”.

Sir

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Mumbai (AsiaNews) - La Chiesa dell'India raccoglie l'appello di papa Francesco e il prossimo 7 settembre osserverà una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel mondo intero. Ad annunciarlo ad AsiaNews è il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Quel giorno, vigilia della Natività di Maria regina della pace, "i bambini, le bambine e tutti i giovani dell'India pregheranno per i loro fratelli e sorelle siriani", affinché "con l'intercessione della Madonna possano trovare la forza di avere fede e di non perdere la speranza". Di seguito, la riflessione completa.
Mi rivolgo a tutti i vescovi dell'India, per chiedere loro di prendere parte alla giornata di digiuno e preghiera - in solidarietà con il Santo Padre - per la pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero, così come nel nostro stesso Paese.
Il prossimo 7 settembre i quasi 2 milioni di cattolici dell'India saranno con papa Francesco, e la Chiesa universale pregherà e digiunerà per le sofferenze del popolo siriano. Quella gente sta attraversando una situazione di grande pericolo, che potrebbe avere conseguenze devastanti. In qualunque luogo e momento, la guerra e violenza non sono mai una risposta. La violenza genera solo violenza e tutti noi sappiamo che a fare le spese di queste catastrofi causate dall'uomo sono gli innocenti, i poveri e gli emarginati. Il dialogo è l'unica via e i negoziati di pace sono l'unica speranza per evitare una crisi umanitaria ben peggiore di quella attuale.
Anche i nostri amati milioni di bambini indiani offriranno preghiere per i bambini della Siria. Oggi è il quarto giorno di novena in preparazione alla festa per la Natività di Maria, e i nostri piccoli cattolici portano fiori e candele da offrire alla beata Vergine Maria, cantandole dolci canzoni di lode. Quest'anno, alla vigilia, canteranno speciali preghiere, rosari e inni di pace per i bambini siriani, che vivono in costante paura e incertezza e hanno perso speranza per il futuro.
Questi [bambini siriani] sono vittime innocenti, sono orfani, o hanno perso le loro case e sono costretti a cercare rifugio in altri Paesi. Questi piccoli saranno quelli che dovranno ricostruire le loro vite e il loro Paese... diamo loro l'amore e le preghiere dei bambini indiani, che invocano la Madre Maria, cantando il Magnificat. I bambini dell'India pregheranno per loro.
Per decenni, la Chiesa di Mumbai ha celebrato la Giornata della bambina. Quest'anno alla vigilia della festa pregheremo per le bambine, le donne e le madri della Siria, e per le migliaia di loro che sono state strappate dalle loro case e scuole, abbandonate con dolorosi ricordi di violenze e confusione per quello che hanno perduto.
La festa della Natività di Maria è una giornata molto speciale per la Chiesa indiana e per le persone di buona volontà. Una novena precede questa grande festa e persone di ogni casta e credo vi partecipano, pregando la Madre di tutti noi: la beata Vergine. Ogni chiesa, cappella, monastero, seminario, noviziato e istituto religioso pregherà il 7 settembre per [fermare] l'instabilità della Siria, come chiesto da papa Francesco.
In India la devozione mariana è travolgente. Maria è venerata, amata e pregata da persone di ogni generazione. Tutti cercano la protezione materna della Madonna. Tutti noi apparteniamo al corpo mistico di Cristo e la Chiesa in India soffre immensamente [dinanzi] alle gravi sofferenze dei nostri fratelli siriani. Siamo testimoni della crisi e della tragedia che si sta aprendo in Siria, ma che avrà anche disastrose conseguenze per l'umanità intera.
L'India ha un volto giovane e i nostri ragazzi [più grandi] provano dolore per le sofferenze dei loro coetanei siriani. Lì i giovani stanno perdendo le loro case, le loro famiglie e il loro futuro... I giovani cattolici indiani pregheranno per i loro fratelli in Siria, affinché possano non perdere la speranza e, attraverso la potente intercessione di Maria, possano trovare la forza di avere fede.

(Ha collaborato Nirmala Carvalho )

SHALOM ALEIJEM



ReginaMundi
 “Con grande sofferenza e preoccupazione – afferma il Papa - continuo a seguire la situazione in Siria”. Nel Paese dopo quasi due anni e mezzo di guerra civile sono morte oltre 100 mila persone, di cui 7 mila sono bambini. Oltre 4 milioni tra profughi e sfollati, un quinto dell’intera popolazione siriana:
“L’aumento della violenza in una guerra tra fratelli, con il moltiplicarsi di stragi e atti atroci, che tutti abbiamo potuto vedere anche nelle terribili immagini di questi giorni, mi spinge ancora una volta a levare alta la voce perché si fermi il rumore delle armi. Non è lo scontro che offre prospettive di speranza per risolvere i problemi, ma è la capacità di incontro e di dialogo”.
“Dal profondo del mio cuore” il Papa manifesta la sua vicinanza “con la preghiera e la solidarietà a tutte le vittime di questo conflitto, a tutti coloro che soffrono, specialmente i bambini, e invitare a tenere sempre accesa la speranza di pace”:
“Faccio appello alla Comunità Internazionale perché si mostri più sensibile verso questa tragica situazione e metta tutto il suo impegno per aiutare la amata Nazione siriana a trovare una soluzione ad una guerra che semina distruzione e morte”.
Il Santo Padre invita tutti i presenti a pregare la Regina della Pace.
"Maria Regina della Pace prega per noi."

(Angelus 25 Agosto 2013)


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Yerushalaim 2013


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Preghiere per la Siria



Di seguito la lettera che  quattro suore trappiste hanno inviato al sito oraprosiria. Le quattro religiose vivono in monastero cistercense appollaiato su una collina in un villaggio maronita al confine col Libano, fra Homs e Tartous. ( fonte: tempi.it )
Oggi non abbiamo parole, se non quelle dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni: «Minaccia la belva dei canneti, il branco dei tori con i vitelli dei popoli… o Dio disperdi i popoli che amano la guerra…». «Il Signore dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il gemito del prigioniero, per liberare i condannati a morte»… «ascolta o Dio la voce del mio lamento, dal terrore del nemico preserva la mia vita; proteggimi dalla congiura degli empi, dal tumulto dei malvagi. Affilano la loro lingua come spada, scagliano come frecce parole amare… Si ostinano nel fare il male, si accordano per nascondere tranelli, dicono: “Chi li potrà vedere? meditano iniquità, attuano le loro trame. Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso”. Lodate il mio Dio con i timpani, cantate al Signore con cembali, elevate a lui l’accordo del salmo e della lode, esaltate e invocate il suo nome. POICHE’ IL SIGNORE E’ IL DIO CHE STRONCA LE GUERRE. “Signore, grande sei tu e glorioso, mirabile nella tua potenza e invincibile”».
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Guardiamo la gente attorno a noi, i nostri operai che sono venuti a lavorare tutti come sospesi, attoniti: «Hanno deciso di attaccarci». Oggi siamo andate a Tartous… sentivamo la rabbia, l’impotenza, l’incapacità di formulare un senso a tutto questo: la gente cerca di lavorare, come può, di vivere normalmente. Vedi i contadini bagnare la loro campagna, i genitori comprare i quaderni per le scuole che stanno per iniziare, i bambini chiedere ignari un giocattolo o un gelato… vedi i poveri, tanti, che cercano di raggranellare qualche soldo, le strade piene dei rifugiati “interni” alla Siria, arrivati da tutte le parti nell’unica zona rimasta ancora relativamente vivibile… guardi la bellezza di queste colline, il sorriso della gente, lo sguardo buono di un ragazzo che sta per partire per militare, e ci regala le due o tre noccioline americane che ha in tasca, solo per “sentirsi insieme”… E pensi che domani hanno deciso di bombardarci… Così. Perché “è ora di fare qualcosa”, così si legge nelle dichiarazioni degli uomini importanti, che domani berranno il loro thé guardando alla televisione l’efficacia del loro intervento umanitario… Domani ci faranno respirare i gas tossici dei depositi colpiti, per punirci dei gas che già abbiamo respirato?
La gente qui è davanti alla televisione, con gli occhi e le orecchie tesi: «Si attende solo una parola di Obama»!!!! Una parola di Obama?? Il premio Nobel per la pace, farà cadere su di noi la sua sentenza di guerra? Aldilà di ogni giustizia, di ogni buon senso, di ogni misericordia, di ogni umiltà, di ogni saggezza?
Parla il Papa, parlano Patriarchi e vescovi, parlano innumerevoli testimoni, parlano analisti e persone di esperienza, parlano persino gli oppositori del regime… E tutti noi stiamo qui, aspettando una sola parola del grande Obama? E se non fosse lui, sarebbe un altro, non è questo il problema. Non si tratta di lui, non è lui “il grande”, ma il Maligno che in questi tempi si sta dando veramente da fare.
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Il problema è che è diventato troppo facile contrabbandare la menzogna come nobiltà, gli interessi più spregiudicati come una ricerca di giustizia, il bisogno di protagonismo e di potere come “la responsabilità morale di non chiudere gli occhi”… E a dispetto di tutte le nostre globalizzazioni e fonti di informazioni, sembra che nulla sia verificabile, che un minimo di verità oggettiva non esista… Cioè, non la si vuole far esistere; perché invece una verità c’è, e gli uomini onesti potrebbero trovarla, cercandola davvero insieme, se non fosse loro impedito da coloro che hanno altri interessi.
C’è qualcosa che non va, ed è qualcosa di grave… perché la conseguenza è la vita di un popolo. È il sangue che riempie le nostre strade, i nostri occhi, il nostro cuore.
Ma ormai, a cosa servono ancora le parole? Una nazione distrutta, generazioni di giovani sterminate, bambini che crescono con le armi in mano, donne rimaste sole, spesso oggetto di vari tipi di violenza… distrutte le famiglie, le tradizioni, le case, gli edifici religiosi, i monumenti che raccontano e conservano la storia e quindi le radici di un popolo…
Domani, dunque (o domenica ? bontà loro…) altro sangue.
Noi, come cristiani, possiamo almeno offrirlo alla misericordia di Dio, unirlo al sangue di Cristo che in tutti coloro che soffrono porta a compimento la redenzione del mondo. Cercano di uccidere la speranza, ma noi a questo dobbiamo resistere con tutte le nostre forze.
A chi ha un vero amore per la Siria (per l’uomo, per la verità…) chiediamo tanta preghiera… tanta, accorata, coraggiosa…
le sorelle trappiste
da ‘Azeir – Syria, 29 agosto 13

PREGHIERE DI PACE.


Padre Nostro in Aramaico 

La Preghiera del Signore 

(Sottotitoli in Italiano)




AVINU MALKEINU - NUESTRO PADRE NUESTRO REY - GAD ELBAZ

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