Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

giovedì 19 settembre 2013

Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.





Ligozzi Jacopo, Cena in casa di Simone il Fariseo, 1590 - c. 1595


Chi non potrebbe essere raggiunto dalla misericordia di Cristo, 
se lui, per salvare una peccatrice, accettò l'invito di un fariseo? 
A causa di quella donna affamata di perdono, 
vuole in prima persona avere fame della mensa di Simone il fariseo, 
mentre sotto le apparenze di una mensa di pane, 
aveva preparato, per la peccatrice, la mensa del pentimento.


Omelie anonime sulla peccatrice












Dal Vangelo secondo Luca 7,36-50.

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va in pace!». 



Il commento


Come al fariseo Simone il Signore oggi "ha qualcosa da dirci". Ci vuol parlare dell'amore. E, invece di dissertare e proporre slogan, racconta fatti, gesti e atteggiamenti che i suoi occhi hanno appena visto. Soprattutto ci mostra le lacrime. L'amore è bagnato dalle lacrime. L'amore si manifesta nelle lacrime. Il Signore di nessun altro ha mostrato l'amore ponendolo come esempio se non quello della donna del Vangelo di oggi.


I fatti con i quali oggi il Signore ci parla dimostrano inequivocabilmente le due possibili relazioni con Lui. Una supponente, che lo cerca sì, e lo invita a pranzo, addirittura pregandolo di condividere la mensa, ma con il cuore lontano. L'atteggiamento di Simone, che si ferma sulla soglia dell'intimità, che resta imprigionato nella sua pretesa giustizia di fariseo, in quella sottile e subdola certezza che la visita in fondo gli sia dovuta, quasi un tributo. Il suo cuore non si stacca dal suo io, nessuna lacrima solca il suo viso, crede di conoscersi ed invece è prigioniero della menzogna. E giudica, appoggiandosi sulla propria conoscenza delle Scritture, guidato solo dai propri criteri, quelli fondati su regole e "precetti di uomini" buoni solo ad ingrassare l'uomo vecchio, accecato nell'orgoglio. Simone è con Gesù a mensa, ma è puro formalismo, ed il suo ego lo catapulta in una posizione di superiorità e sufficienza che gli fa dimenticare anche le regole elementari dell'accoglienza. Crede di compiere la Legge e i precetti, ma tralascia l'essenziale. Parla con parole carnali, pensa con pensieri mondani, e il suo rapporto con Cristo rimane superficiale.


E vi sono le lacrime di questa donna, una peccatrice. Immonda e indegna, che il solo toccarla infetta e rende impuri. Lei lo sa, conosce la propria assoluta indegnità, i peccati sono lì, tra le sue mani, evidenti. Ed un dolore acuto a percuoterle il petto, un'angoscia mortale. Questa donna ha toccato la morte. Cinquecento denari di debito, non basterebbe una vita a restituirli. Non basterebbero lavoro e fatica, neanche sfiancarsi tutti i giorni che le rimangono sarebbe sufficiente a rifondere il debito. 

Ma ha visto il Signore, qualcosa ne cuore le ha sussurrato che quell'uomo era Dio stesso, dal fondo del dolore e del pentimento la spinge ad inginocchiarsi dinnanzi a Gesù, e non si chiede chi sia, lei sa che Lui può perdonarla e ridonarle la vita. Gli occhi della sua anima guardano Gesù, e lo vedono adagiato a mensa e ne intuiscono il destino, il sepolcro nel quale sarebbe adagiato, la tomba nella quale ella stessa giace a causa dei propri peccati. Gli occhi di questa donna vedono oltre, e, come la Maddalena al mattino di Pasqua, contemplano la vittoria sulla morte di Gesù, la pietra rovesciata e il suo sorgere dal sepolcro. Lei conosce quel sepolcro, per questo, con l'audacia figlia dell'amore, cerca Colui che, solo, può spalancare la sua tomba e ridonarle la libertà. E, ai piedi di Gesù, sperimenterà il perdono, la pace, che è il frutto squisito del Regno dei Cieli. Le sue lacrime hanno toccato il cuore di Gesù di un amore puro, e, scese sui suoi piedi, li hanno mossi ad entrare nel suo sepolcro e a dischiuderle le porte alla libertà e alla vita.


La compunzione, quella trafittura che prende il cuore e lo lacera nel pentimento è la fonte dell'amore. La verità che si fa umiltà e mendicanza di misericordia schiude il cuore all'intimità. E' paradossale ma è così. L'amore vero sorge sempre da un cuore che mendica misericordia nella consapevolezza della propria indegnità. Un cuore umile incapace di esigere, chinato a ricevere le briciole come la Cananea, certa che un solo frammento di quell'amore è capace di colmare ogni fame. E' il cuore che sa di non avere altra possibilità, che riconosce in Cristo l'unico che non si scandalizza, Dio fatto carne perché la carne più corrotta possa essere trasformata in Dio. "Ama di più" chi ha più bisogno d'amore, e per questo piange e si fa audace e spende tutto se stesso e ogni suo bene pur di conoscerlo e riceverlo. "Ama di più" chi ha compreso di non avere neanche un frammento d'amore e si inginocchia piangendo per supplicare dall'Amore fatto carne quel frammento con cui potrebbe amare. 

Cosa ci manca per avere questo cuore? Perché siamo ancora così stolti da ritenerci giusti? Ancora non abbiamo compreso che, in molti, forse in tutti i casi, sono le lacrime ad avere partite vinta. Lacrime di moglie a scorrere sui piedi del marito, e lacrime di marito a scorrere sui piedi della moglie. Oggi, nel bel mezzo di una lite che si protrae da settimane, prender su e inginocchiarsi, senza parole, di fronte al fratello, coniuge, genitore o figlio che sia, e cominciare a piangere nel ricordo struggente dei nostri peccati. Solo la memoria che non fa sconti sulla verità sul nostro passato e sulla debolezza del nostro cuore può far sgorgare lacrime di pentimento autentico. Saranno queste lacrime a cancellare il ricordo dei peccati del prossimo, e a purificare ogni relazione. E accanto alle lacrime l'olio prezioso e profumato, i nostri beni, tutti perché no?, offerti al fratello. La conversione, infatti, spazza via idolatria e avarizia, e ci conduce a consegnarci all'altro gratuitamente e senza misura. 

Non dimentichiamolo mai, di fronte a noi vi è Cristo, adagiato nella carne e nella vita del fratello. Anche quando l'altro ci è nemico, in lui vi è Cristo fatto peccato nei suoi peccati, così come nei nostri. Allora, come la "peccatrice di quella città", anche noi peccatori delle nostre città possiamo con fiducia prostrarci ai piedi di Cristo che viene a visitarci attraverso il fratello, nel luogo e nel momento che non ci aspetteremo. Non temiamo nulla se non la superbia, e gettiamoci ai piedi del fratello: incontreremo lo sguardo d'amore e di perdono di Gesù. Impareremo così che la comunione autentica tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli, nasce solo dalla comune debolezza accolta e amata da Cristo. 


Siamo alle fonti del cristianesimo. Non esiste vita spirituale laddove non è scoccata la scintilla di un incontro tra le lacrime e il perdono. La coscienza del proprio peccato e la consapevolezza dell'indegnità ha condotto, misteriosamente, questa donna ad inginocchiarsi dinanzi a Gesù. L'inganno della superbia di Simone invece, lo allontana e lo fa precipitare in un abisso ben più grave dei peccati commessi da questa peccatrice. L'orgoglio infatti getta nell'abisso del non-amore, dell'ipocrisia che sbarra la strada alla misericordia, e dove non c'è amore a Cristo regna la morte. Tra Dio e l'uomo, tra Gesù e ciascuno di noi vi è una sola relazione possibile: l'amore. Amore che si fa lacrime di compunzione nell'uomo e Parole di perdono in Dio.

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