Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 13 settembre 2013

Può forse un cieco guidare un altro cieco?




Questo comando è necessario 
in modo speciale a quelli 
che hanno la missione di insegnare agli altri. 
Se infatti saranno buoni e solerti, 
dando con la propria condotta 
una testimonianza autentica della vita evangelica, 
allora potranno più liberamente rimproverare 
chi rifiuta di comportarsi allo stesso modo.


San Cirillo d'Alessandria



Dal Vangelo Luca 6,39-42. 

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?
Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?
Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. 



Il commento


Nessun “cieco può guidare un altro cieco”. Eppure anche oggi ci accingeremo a prendere per mano moglie e figli per accompagnarli a “cadere nelle buca”, immagine nelle trappole del demonio. Esse, infatti, non si vedono a occhio nudo, quello di chi crede di vedere perfettamente e invece non è capace di riconoscere “la trave” infilata nella pupilla. La carne, il mondo e il suo principe, il demonio, impediscono il discernimento, che è la vista chiara di cui parla il Signore. Come Sansone al quale sono stati cavati gli occhi, anche noi siamo incapaci di vedere l’amore di Dio nella nostra vita e per questo non possiamo guardare con amore il prossimo.


Siamo ciechi perché abbiamo dimenticato lo sguardo d’amore con il quale Gesù ci ha trovati mentre giacevamo morti nel sepolcro. Siamo ciechi perché i nostri occhi hanno lasciato di contemplare il volto di Cristo e hanno cercato di saziarsi con immagini avvelenate. La concupiscenza ci ha spinto a desiderare l’irreale, l’impossibile, la felicità macabra della carne. Un gas fatale ha infiammato gli occhi, e ora non possiamo guardare nulla senza sentire dolore. I contorni sono sfumati, nulla più ci appare per quello che è. La moglie e il marito, i figli e i parenti, gli amici e i colleghi, il lavoro, la scuola, i fatti di ogni giorno sono solo pagliuzze che ci pungono gli occhi, imprevisti dolorosi, carattere e parole che ci tolgono gioia e pace.


Non vediamo più la “trave” della Croce sulla quale abbiamo crocifisso il Signore perché abbiamo dimenticato i nostri peccati. Il demonio ci ha ingannato, e ora non sappiamo più credere all’impossibile dell’amore di Dio che perdona senza giudicare. Se non crediamo all'amore di Dio per noi, se abbiamo cancellato dalla memoria la nostra realtà e rimosso i nostri peccati, non potremo che essere esigenti, legalisti e moralisti con gli altri.


Per questo il Signore dice che un "discepolo non è da più del maestro". Se Lui non ci ha giudicato, come puoi giudicare tu? Se Lui ha lasciato libero tuo figlio, chi credi di essere tu? Più di Dio? Ebbene, proprio questo è il problema, ci crediamo più di Gesù Cristo: noi si che sappiamo come si deve fare. Noi si che abbiamo capito tutto. A casa, in famiglia, al lavoro, ovunque... Sappiamo tutto così bene da guidare ogni giorno le persone nelle buche: quante giornate rovinate a chi ci sta intorno, quante menzogne inculcate... 


Il Signore ci chiama oggi ad essere "ben preparati" per diventare come Lui, misericordiosi sempre. La "preparazione" di cui Gesù parla è il catecumenato con il quale la Chiesa primitiva preparava le persone a ricevere il battesimo. Ma è anche il cammino di purificazione e conversione che Dio ha preparato per noi, suoi "discepoli". Ogni giorno, attraverso i fatti e le persone della nostra vita, illuminati con la predicazione e la Parola di Dio, alimentati dai sacramenti, ci possiamo "preparare" per "togliere" dagli occhi degli uomini la "pagliuzza" che impedisce loro di vedere l'amore di Dio. Sì, proprio perché chiamati ad essere "discepoli" siamo i peggiori, i più poveri e deboli. Noi abbiamo la "trave" negli occhi, mentre gli altri hanno solo una pagliuzza! Fino a che non avremo la consapevolezza di questo non saremo "discepoli ben preparati come il Maestro". Il cammino di conversione ci illuminerà sulla trave per poter poi illuminare gli altri sulla pagliuzza. Un padre potrà aiutare con amore suo figlio solo se è consapevole della trave che ha chiuso i suoi occhi; così un marito o una moglie, così con chiunque è accanto a noi. 


La certezza di San Francesco, l'umiltà che lo condusse a conoscersi e a conoscere il Signore. Per questo ha potuto aprire gli occhi a tante persone che lo seguivano: "frate Masseo disse a san Francesco: Perchè a te? perchè a te? perchè a te? san Francesco risponde: Che è quello che tu vuoi dire? Disse frate Masseo: Dico, perchè a te tutto il mondo viene dirieto, e ogni persona pare che desideri di vederti, ed udirti, ed ubbidirti? tu non se’ bello uomo del corpo, tu non se’ di grande scienza, tu non se’ nobile: donde dunque a te che tutto il mondo ti vegna dirieto? Udendo questo san Francesco, tutto rallegrato in ispirito, rizzando la faccia al cielo, per grande spazio istette colla mente levata in Dio; e poi ritornando in sè, s’inginocchiò e rendette laude e grazie a Dio; e poi con grande fervore di spirito, si rivolse a frate Masseo e disse: Vuoi sapere perchè a me? vuoi sapere perchè a me? vuoi sapere perchè a me? che tutto ’l mondo mi venga dirieto? Questo ho io da quelli occhi dello altissimo Iddio, gli quali in ogni luogo contemplano i buoni e i rei: imperocchè quelli occhi santissimi non hanno veduto fra li peccatori niuno più vile, nè più insufficiente, nè più grande peccatore di me: e però a fare quella operazione maravigliosa la quale egli intende di fare non ha trovato più vile creatura sopra la terra, e perciò ha eletto me, per confondere la nobiltà e la grandigia e la fortezza e la bellezza e sapienza del mondo: acciocchè si cognosca, ch’ogni virtù e ch’ogni bene è da lui, e non dalla creatura, e nessuna persona si possa gloriare nel cospetto suo; ma chi si glorierà, si glorii nel Signore, a cui è ogni onore e gloria in eterno" (Fioretti di San Francesco).


Quando avremo questa certezza saremo "ben preparati" e potremo vedere con occhi puri in ogni persona l'amore di Dio. E, a partire dalla nostra esperienza, potremo aiutare gli altri ad aprire gli occhi per contemplare il volto di Cristo.

Occhi aperti per guidare


La Liturgia di oggi Venerdi 13 Settembre 2013
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    San Giovanni Crisostomo
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Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco
Antifona d'ingresso
Il Signore gli ha aperto la bocca
in mezzo alla sua Chiesa;
lo ha colmato dello Spirito di sapienza e d'intelletto;
lo ha rivestito di un manto di gloria.
Colletta
O Dio, sostegno e forza di chi spera in te,
che ci hai dato in san Giovanni Crisostomo
un vescovo mirabile per l’eloquenza
e per l’invitta costanza nelle persecuzioni,
fa’ che il popolo cristiano,
illuminato dalla sua dottrina,
sappia imitare la sua fortezza evangelica.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
PRIMA LETTURA (1Tm 1,1-2.12-14)
Prima ero un bestemmiatore, ma mi è stata usata misericordia.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, vero figlio mio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.

Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 15)
Rit: Tu sei, Signore, mia parte di eredità.
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.
Canto al Vangelo (Gv 17,17)
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
Alleluia.
VANGELO (Lc 6,39-42)
Può forse un cieco guidare un altro cieco?
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Parola del Signore

*

Lettura
Gesù ci invita ad avere una guida, ma a saperla scegliere bene: un cieco, infatti, non può guidare un altro cieco. Gesù è stato maestro e guida; gli apostoli sono stati maestri e guida; Timoteo e gli altri “episcopi” sono stati maestri e guida; i santi, fra cui oggi Giovanni Crisostomo, lo sono stati. Guardiamo ad essi per non uscire fuori strada e raggiungere, così, il traguardo. 
Meditazione
Essere misericordiosi come Dio è misericordioso è l’unica “strada maestra” per la salvezza. Contro possibili e facili deviazioni, il Vangelo ci dice che chi insegna diversamente è una guida cieca e un falso maestro; che chi agisce diversamente, criticando il male e gli errori degli altri senza vedere i propri, è un ipocrita. Osservare il comandamento dell’amore misericordioso, l’unico nuovo, è l’unica via di salvezza perché ci fa diventare ciò che siamo: figli di Dio Amore. Chi abbassa il livello, chi restringe l’orizzonte è una guida cieca che porta sulla strada della perdizione e chi pensa di conoscere una strada migliore e più perfetta è un falso maestro che insegna cose tanto elevate quanto inutili: altre presunte vie di salvezza, religiose o psicologiche, economiche o politiche, in realtà, non fanno che danneggiare l’uomo. La misericordia è l’unica strada perché è la strada del custodire, del prendersi cura con tenerezza e del servire con amore. La misericordia ci impedisce la stoltezza e la presunzione della critica verso gli altri e ci ricorda che, al contrario, la critica va rivolta verso noi stessi per riconoscere la nostra fragilità e i nostri errori, da una parte, e l’immensità dell’amore e del perdono di Dio, dall’altra. Solo un cuore convertito alla misericordia può salvare dal male: l’uomo è nato per amare e fallisce perché non ama; solo la misericordia può liberarlo e salvarlo, perché volge il male in bene. 
Preghiera
Signore, guarda con bontà il mio istintivo bisogno di giudicare e catalogare le persone; abbi pietà della mia presunzione di essere guida per gli altri; infondi nel mio cuore la convinzione che tutto è grazia, che tutto è frutto della tua misericordia, che da solo non posso concludere nulla, che non posso vantarmi di nulla e che nulla so di quanto capita nel cuore degli altri. 
Agire
Ripeterò spesso: «Non giudicare, per non essere giudicato». 
Meditazione del giorno a cura di monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo di Lanciano-Ortona, tratta dal mensileMessa Meditazione, per gentile concessione diEdizioni ARTPer abbonamenti:info@edizioniart.it

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