lectio 2015 Tobia
[lectio] Martedì 20 gennaio, Tobia 11, 1-19
11 1 Quando furono nei pressi di Kaserìn, di fronte a Ninive, Raffaele disse: 2 «Tu sai in quale condizione abbiamo lasciato tuo padre. 3 Corriamo avanti, prima di tua moglie, e prepariamo la casa, mentre gli altri vengono». 4 E s'incamminarono tutti e due insieme. Poi Raffaele gli disse: «Prendi in mano il fiele». Il cane, che aveva accompagnato lui e Tobia, li seguiva. 5 Anna intanto sedeva scrutando la strada per la quale era partito il figlio. 6 Quando si accorse che stava arrivando, disse al padre di lui: «Ecco, sta tornando tuo figlio con l'uomo che l'accompagnava». 7 Raffaele disse a Tobia, prima che si avvicinasse al padre: «Io so che i suoi occhi si apriranno. 8 Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi; il farmaco intaccherà e asporterà come scaglie le macchie bianche dai suoi occhi. Così tuo padre riavrà la vista e vedrà la luce». 9 Anna corse avanti e si gettò al collo di suo figlio dicendogli: «Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!». E si mise a piangere.
10 Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla porta del cortile. 11 Tobia gli andò incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino, dicendo: «Coraggio, padre!». Gli applicò il farmaco e lo lasciò agire, 12 poi distaccò con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi. 13 Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!». 14 E aggiunse: «Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Sia il suo santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobia». 15 Tobia entrò in casa lieto, benedicendo Dio con tutta la voce che aveva. Poi Tobia informò suo padre del viaggio che aveva compiuto felicemente, del denaro che aveva riportato, di Sara, figlia di Raguele, che aveva preso in moglie e che stava venendo e si trovava ormai vicina alla porta di Ninive.
16 Allora Tobi uscì verso la porta di Ninive incontro alla sposa di lui, lieto e benedicendo Dio. La gente di Ninive, vedendolo passare e camminare con tutto il vigore di un tempo, senza che alcuno lo conducesse per mano, fu presa da meraviglia. Tobi proclamava davanti a loro che Dio aveva avuto pietà di lui e che gli aveva aperto gli occhi. 17 Tobi si avvicinò poi a Sara, la sposa di suo figlio Tobia, e la benedisse dicendole: «Sii la benvenuta, figlia! Benedetto sia il tuo Dio, che ti ha condotto da noi, figlia! Benedetto sia tuo padre, benedetto mio figlio Tobia e benedetta tu, o figlia! Entra nella casa, che è tua, sana e salva, nella benedizione e nella gioia; entra, o figlia!». 18 Quel giorno fu grande festa per tutti i Giudei di Ninive. 19 Anche Achikàr e Nadab, suoi cugini, vennero a congratularsi con Tobi.
Commento di GiovanniPenso di potere accogliere oggi il dono di questa Parola come luminosa profezia di quel ritorno del Figlio di Dio alla fine dei tempi che è il cuore della nostra fede! Il cristiano è infatti chiamato a vivere "già" quel "non ancora" della pienezza e del compimento del dono di Dio. L'attendiamo insieme ad Anna "scrutando la strada di suo Figlio" (così, alla lettera, al ver.5). Il tempo che ci è dato viene interpretato efficacemente dal suggerimento dell'Angelo: "corriamo avanti...e prepariamo la casa" (ver.3).E noi, come Tobi che "si alzò ...e uscì", magari anche noi, con tutti i nostri limiti e le nostre infermità, "incespicando" (ver.10), gli andiamo incontro: "Anna corse avanti e si gettò al collo di suo Figlio dicendogli: "Ti vedo (così, alla lettera, e non"ti rivedo"), Figlio. Ora posso morire!"( ver.9). Ma anche Tobi gli va incontro, e il Figlio gli dice: "Coraggio, padre!", e lo guarisce. E Tobi dice: "Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi! " (ver.13). Mi piace ricordare il Salmo 35, 10: "Alla tua luce vediamo la luce". Pure tra le bufere della storia, ci è chiesto di "anticipare", nell'umile testimonianza della nostra vita personale e comunitaria, la fine luminosa, e il fine, della creazione e della storia.Per questo mi affascina il ver.15 che, sempre in Tobia, profetizza la gioia finale del Signore: "Tobia entrò in casa lieto, benedicendo..." (ver.15). E l'arrivo della sposa è l'apice della festa nuziale dell'amore di Dio e dell'umanità. Il significato profondo e lo scopo della nostra umile vita è proprio questa gioiosa celebrazione d'amore in ogni atto e in ogni evento della nostra piccola esistenza.Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Lunedì 19 gennaio, Tobia 10, 8-14
8 Compiuti i quattordici giorni delle feste nuziali, quelli che Raguele con giuramento aveva stabilito di organizzare per la propria figlia, Tobia andò da lui e gli disse: «Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia madre non hanno più speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di volermi congedare, perché possa tornare da mio padre. Già ti ho spiegato in quale condizione l’ho lasciato». 9 Rispose Raguele a Tobia: «Resta, figlio, resta con me. Manderò messaggeri a tuo padre Tobi, perché gli portino tue notizie». Ma egli disse: «No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre». 10 Allora Raguele, alzatosi, consegnò a Tobia la sposa Sara con metà dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti, denaro e suppellettili.
11 Li congedò in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: «Sta’ sano, figlio, e fa’ buon viaggio! Il Signore del cielo vi assista, te e tua moglie Sara, e possa io vedere i vostri figli prima di morire». 12 Poi disse a Sara sua figlia: «Va’ dai tuoi suoceri, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita. Va’ in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo, finché sarò in vita». Dopo averli salutati, li congedò. 13 Edna disse a Tobia: «Figlio e fratello carissimo, il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di Sara, mia figlia, prima di morire. Davanti al Signore ti affido mia figlia in custodia. Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita. Figlio, va’ in pace. D’ora in avanti io sono tua madre e Sara è tua sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna per tutti i giorni della nostra vita». Li baciò tutti e due e li congedò sani e salvi. 14 Allora Tobia partì da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo il Signore del cielo e della terra, il re dell’universo, perché aveva dato buon esito al suo viaggio.Raguele gli disse: «Possa tu avere la fortuna di onorare i tuoi genitori tutti i giorni della loro vita».
Commento di Giovanni
Sento necessario oggi premettere a quello che tenterò ci comunicarvi un certo imbarazzo davanti alla Parola che riceviamo dalla bontà del Signore. Quello che di essa mi sembra più affascinante è la sua potenza, ma forse bisogna dire prepotenza, affettiva! Scrivendo queste righe in terra africana, non posso non domandarmi se su questa modalità delle relazioni famigliari e affettive non sia necessario tenere ben presenti le diversità culturali e di costume. Personalmente mi trovo del tutto coinvolto da questo testo, ma ho ben presente come oggi nel nostro mondo occidentale tutte queste "premure" posssano sembrare un po' ridicole, un po' assurde e addirittura inopportune. Però mi sembra giusto attenermi semplicemente al testo.Notiamo al ver.8 la presenza di due "padri" nelle parole di Tobia:"Sono certo che mio padre....Ti prego dunque, o padre.....lasciami andare da mio padre". E non è piccola la resistenza che Raguele gli oppone:"Resta, figlio, resta con me...Ma egli disse: "No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre". Così il ver.9. E di fatto Raguele lo concede. Ma notate: non solo lascia andare lui, ma "consegnò a Tobia la sposa Sara...." e : "Li congedò...". Il vincolo nuziale che unisce i due sposi è quello che esige una comunione con loro che ora richiede questo allontanamento! E al ver.11 Raguele si augura di poter vedere i loro figli prima di morire.Sara continuerà certamente ad essere loro figlia, ma non meno profonda sarà la sua relazione con i genitori del suo sposo: "Va' dai tuoi suoceri, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita" (ver.12)!! Penso che molti, leggendo queste parole, ne resteranno imbarazzati e anche contrariati. Personalmente io ne sono affascinato e commosso. Anche se nella vicenda concreta le cose possono essere meno semplici, penso sia un regalo ricevere oggi questa Parola come incoraggiamento e consolazione per tante fatiche che mi sembra di conoscere.E' bello che al ver.13 Edna chiami non solo figlio, ma anche "fratello carissimo" quest'uomo che le porta via la sua unica figlia, e aggiunga "Davanti al Signore ti affido mia figlia in custodia". E ancora: "D'ora in avanti io sono tua madre e Sara è tua sorella". E baci a tutti e due. Fino all'ultimo augurio di Raguele, a che Tobia possa avere la fortuna di onorare i suoi genitori "tutti i giorni della loro vita"(ver.14).Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
>>> Tobia 9,1-10,7
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