Santa Maria,

Santa Maria,
...donna del primo sguardo, donaci la grazia dello stupore.

venerdì 9 gennaio 2015

Servo di Dio Giorgio La Pira

Evangelium Vitae: 

perché la Verità rende liberi.

Conoscerete la Verità, e la Verità vi renderà liberi. E' una frase tratta dal 
Vangelo di S. Giovanni (8, 32).

educazione è l’ora dei testimoni Avvenire

"Ciò che affascina ci espropria e ci rapisce.
La verità incontrata in questo modo ci rende liberi."
                                                          Papa Francesco

Giorgio La Pira - La fantasia al potere

Nella vita di Giorgio La Pira, spicca l'eccezionale personalità di un uomo ispirato dalla vocazione, votato alla pace e alla fratellanza, che seppe coniugare gli ideali del cattolicesimo con il valore di realizzazioni tangibili."Il pane, e quindi il lavoro, è sacro; la casa è sacra, non si tocca impunemente né l'uno né l'altra: questo non è marxismo, è Vangelo".
Nato nel 1904 a Pozzallo (RG), Giorgio La Pira vive un'autentica esperienza di conversione e nel 1926 si trasferisce a Firenze al seguito del professor Betti, per terminare i propri studi in giurisprudenza. Nel 1934 è nominato professore ordinario, e nel 1939 fonda la rivista "Principi" di ispirazione antifascista, che gli vale l'ostilità del regime fino al termine della Seconda Guerra Mondiale.Con la nascita della Repubblica, La Pira è chiamato a prendere parte all'Assemblea Costituente, ed eletto deputato nel 1948 diviene sottosegretario al Ministero del Lavoro di Fanfani.Il 6 luglio 1951 la città di Firenze lo sceglie come nuovo sindaco, e qui La Pira mette in opera il suo personalissimo, innovativo programma politico.Nel 1953 la fabbrica del Pignone, una importantissima realtà industriale nella Firenze postbellica, rischia la chiusura per il disimpegno del proprietario e della destra vicina a Confindustria.Giorgio La Pira si schiera nella protesta a fianco dei lavoratori e dei sindacati, e convince il presidente dell'ENI Enrico Mattei ad acquistare l'azienda: il Pignone è salvo.Giorgio La Pira sembra conciliare i suoi ideali cristiani con la politica concreta, dedicandosi senza pregiudizi alla sfera sociale, tradizionalmente appannaggio della sinistra, cercando il dialogo con gli avversari politici. Per questo è considerato come un democristiano atipico, o addirittura viene deriso come un "pesce rosso nell'acquasantiera", ma la sua amministrazione illuminata ottiene importanti risultati, come la costruzione del quartiere popolare dell'Isolotto.Il progetto di pace universale di La Pira trova attuazioni concrete nel "Convegno dei sindaci di tutto il mondo" organizzato a Firenze nel 1955, nel viaggio del 1959 a Mosca, dove parla davanti al Soviet supremo, nei negoziati pieni di speranze intrapresi per pacificare arabi ed israeliani, per convincere Stati Uniti e Vietnam del Nord all'armistizio.Il 5 novembre 1977, Giorgio La Pira muore a Firenze e la sua gente lo saluta con affetto e una straordinaria partecipazione che mobilita tutta la città.Nel 2005 si conclude la prima fase del processo di beatificazione, ma già da tempo La Pira viene ricordato come il "sindaco santo"
da  www.lastoriasiamonoi.rai.it



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www.fondazionelapira.org.

Servo di Dio Giorgio La Pira 
Laico, politico, operatore di pace


La città - Giorgio La Pira

Amate la vostra città come parte integrante, per così dire, della vostra personalità.
Voi siete piantati in essa, in essa saranno piantate le generazioni future che avranno da voi radice: è un patrimonio prezioso che voi siete tenuti a tramandare intatto, anzi migliorato ed accresciuto, alle generazioni che verranno.
Ogni città racchiude in sé una vocazione e un mistero.
Voi lo sapete: ognuna di esse è da Dio protetta da un angelo custode, come avviene per ciascuna persona umana.
Amatela come si ama la casa comune destinata a noi ed ai nostri figli.
Custoditene le piazze, i giardini, le strade, le scuole: fate che il volto di questa vostra città sia sempre sereno e pulito.
Sentitevi, attraverso di essa, membri di una stessa famiglia. Non vi siano fra voi divisioni essenziali che turbino la pace e l'amicizia: ma la pace, l'amicizia, la cristiana fraternità, fioriscano in questa città vostra. Ogni vostra casa sia come un giardino che ha terreno buono e che produce fiori e frutti; sono i fiori e i frutti delle virtù familiari, religiose e civili.
Un vivaio di grazia, di purezza, di affetto e di pace amorevole dove i germogli nuovi – i bambini – saranno custoditi come la pupilla dei vostri occhi e come la ricchezza suprema della città intera! E dove gli anziani trovino conforto sereno, amoroso tramonto!

(Giorgio La Pira)

 6 novembre 1954, Discorso ai fiorentini

9 gennaio 1904 Pozzallo (Ragusa)-5 novembre 1977 Firenze



Professore universitario, si consacra divenendo terziario domenicano. Critica il fascismo e condanna l’invasione della Polonia; ricercato dovrà fuggire e trovare rifugio in diverse città italiana. Tornerà a Firenze solo nel 1945, anno in cui diviene deputato dell’Assemblea Costituente. Per tre volte viene eletto sindaco di Firenze. Forte il suo impegno nella lotta contro gli sfrattati, per creare un’edilizia popolare pubblica, contro la disoccupazione e i licenziamenti. Anche in campo internazionale si fa riconoscere per il suo impegno per la pace. Nel 1959 invitato a Mosca, parla al Soviet Supremo in difesa della distensione e del disarmo. Nel 1965 si reca in Vietnam e incontra personalmente Ho Chi Minh battendosi per la fine della guerra. Tra il 1967 e il 1975 viene eletto presidente della Federazione Mondiale delle Città Unite impegnandosi per il dialogo fra le nazioni europee e per la decolonizzazione del Medio Oriente. La Pira pone la figura di Cristo vivente come riconciliatore di Dio. Importante la dimensione contemplativa nella vita interiore di cui, a causa dei suoi impegni politici, sente La mancanza. Chiede continuamente alle suore del Carmelo di pregare affinchè il suo impegno politico sia accompagnato dall’impegno spirituale. Papa Giovanni Paolo II, nel 1986, avvia la causa di beatificazione. Nell’ottobre 2007 le sue spoglie sono state traslate nella chiesa fiorentina di San Marco.

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